CRISTINA GARDUMI
GLI ADULTI NON ESISTONO
a cura di Beatrice Giovannoni
Palazzo Ducale - Sala Dogana
piazza matteotti 9 - Genova
26 febbraio – 15 marzo 2015
Gardumi presenta un progetto site specific per indagare sulla possibilità di rituali personali, quotidiani, anche routinari, come forma replicante e nevrotica nella contemporaneità del mito, precedente l’organizzazione del pensiero razionale per l’uomo all’inizio della sua storia, e apparato/frammento abbastanza necessario a sostenerne la capacità di guardare la sua condizione esistenziale. Dice Gardumi che questo processo sperimentale, di conoscenza e autoaffermazione della specie, che da sempre continua senza esclusione di colpi, avviene oggi secondo modalità che appaiono meno codificate in ortodossie collettive, macro rituali, e più probabilmente riferibili a minuscoli, ossessivi esercizi di controllo, preferibilmente? autoreferenziali, condotti nello spazio, privato, che meglio definisce il nostro limite individuale, confortevole, spietato, eternamente piccolo, tra(n)scendente? Cosi, la macaca è l’antropoide e la psiche da toeletta, la scimmia esplorata, manipolata, abusata, ammaestrata, il mandylion che restituisce nello sguardo il segno penoso del confronto, vicinissimo, da uomo a uomo, un tentativo di autoidentificazione, e di evoluzione controllata, tollerabile, della specie umana, su ogni altra.
Al suo ingresso, il visitatore è provvisto di QR code, la cui scansione per il tramite di una applicazione per smartphone consente l’ascolto della fase sonora dell’installazione.
Cristina Gardumi, Brescia 1978, artista visiva, performer, attrice. Vive e lavora tra Pisa, Roma e Genova. Ha vinto il Premio Celeste Pittura 2011 e il Premio Arte Laguna Pittura 2012.
GLI ADULTI NON ESISTONO
a cura di Beatrice Giovannoni
Palazzo Ducale - Sala Dogana
piazza matteotti 9 - Genova
26 febbraio – 15 marzo 2015
Gardumi presenta un progetto site specific per indagare sulla possibilità di rituali personali, quotidiani, anche routinari, come forma replicante e nevrotica nella contemporaneità del mito, precedente l’organizzazione del pensiero razionale per l’uomo all’inizio della sua storia, e apparato/frammento abbastanza necessario a sostenerne la capacità di guardare la sua condizione esistenziale. Dice Gardumi che questo processo sperimentale, di conoscenza e autoaffermazione della specie, che da sempre continua senza esclusione di colpi, avviene oggi secondo modalità che appaiono meno codificate in ortodossie collettive, macro rituali, e più probabilmente riferibili a minuscoli, ossessivi esercizi di controllo, preferibilmente? autoreferenziali, condotti nello spazio, privato, che meglio definisce il nostro limite individuale, confortevole, spietato, eternamente piccolo, tra(n)scendente? Cosi, la macaca è l’antropoide e la psiche da toeletta, la scimmia esplorata, manipolata, abusata, ammaestrata, il mandylion che restituisce nello sguardo il segno penoso del confronto, vicinissimo, da uomo a uomo, un tentativo di autoidentificazione, e di evoluzione controllata, tollerabile, della specie umana, su ogni altra.
Al suo ingresso, il visitatore è provvisto di QR code, la cui scansione per il tramite di una applicazione per smartphone consente l’ascolto della fase sonora dell’installazione.
Cristina Gardumi, Brescia 1978, artista visiva, performer, attrice. Vive e lavora tra Pisa, Roma e Genova. Ha vinto il Premio Celeste Pittura 2011 e il Premio Arte Laguna Pittura 2012.