GIUSEPPE UNCINI
IN PRINCIPIO ERA IL DISEGNO
Disegni 1959-1977
Fondazione Marconi
via Tadino 15 - Milano
10/3/2015 - 11/4/2015
Giuseppe Uncini, nato a Fabriano nel 1929, si trasferisce a Roma dal 1953 dove entra in contatto con alcuni esponenti dell’arte italiana e internazionale, tra cui Burri, Capogrossi, Afro, Mirko, Cagli. L’intera sua produzione è caratterizzata dall’utilizzo di materiali non convenzionali, quali ferro e cemento armato per la realizzazione di opere di grandi dimensioni.
Si afferma come uno dei maggiori protagonisti dell’arte italiana, e sviluppa nel tempo numerosi cicli di opere, come le Terre, i Cementarmati, i Ferrocementi, le Ombre e i Muri d’ombra, gli Spazi di ferro fino agli ultimi Artifici.
Il suo percorso artistico è lo sviluppo di un’assidua necessità del “costruire” l’opera, emblema niente altro di se stessa e dei suoi stessi principi generativi. In quest’ottica il disegno svolge, sin dagli inizi dell’attività di Uncini, un ruolo di primaria importanza, rivestendo sempre una funzione centrale per la progettualità del suo lavoro.
Al disegno l’artista si rivolge con consuetudine pressoché quotidiana non tanto come ricorso a una “forma” artistica tra le altre, ma come pratica ricorrente nella concezione e formulazione stessa dell’opera. E le stesse modalità esecutive del disegno inducono a considerazioni pertinenti tanto l’ambito di pittura e scultura, quanto quello dell’architettura.
La mostra, realizzata in collaborazione con l’Archivio Uncini, presenta tre nuclei di disegni che corrispondono ad altrettanti periodi della produzione artistica di Uncini. Il primo (1959-1964) comprende elaborati – tracciati a matita o a inchiostro, penna sfera o acquerello – riferibili per lo più alla creazione dei Cementarmati; il secondo considera l’arco temporale compreso tra il 1965 e il 1970, ed evidenzia la nuova preoccupazione dell’artista riguardo la progettazione fisica del rapporto luce-ombra; il terzo e ultimo raggruppamento invece documenta l’interessante esperienza dei Terracementi e delle Colline artificiali (1971-1977) che ispireranno molti anni dopo i suoi ultimi lavori intitolati Artifici (2007).
Completano il percorso espositivo alcune opere in ferro e cemento, tra cui l’importante lavoro del 1968, Sedia con ombra, in cui è evidente la volontà di Uncini di uscire dalla superficie del quadro per invadere fisicamente lo spazio.
Per l’occasione la Fondazione Marconi pubblicherà un catalogo, a cura di Bruno Corà, edito da Cambi Editore.
In contemporanea lo Studio Marconi ’65 di via Tadino 17 presenterà un’interessante selezione di disegni e studi degli stessi anni e dal 9 al 12 aprile sarà al MIART con l’opera Grande Parete Studio Marconi MT. 6, espressamente realizzata da Giuseppe Uncini nel 1976 per la storica galleria di Giorgio Marconi.
IN PRINCIPIO ERA IL DISEGNO
Disegni 1959-1977
Fondazione Marconi
via Tadino 15 - Milano
10/3/2015 - 11/4/2015
Giuseppe Uncini, nato a Fabriano nel 1929, si trasferisce a Roma dal 1953 dove entra in contatto con alcuni esponenti dell’arte italiana e internazionale, tra cui Burri, Capogrossi, Afro, Mirko, Cagli. L’intera sua produzione è caratterizzata dall’utilizzo di materiali non convenzionali, quali ferro e cemento armato per la realizzazione di opere di grandi dimensioni.
Si afferma come uno dei maggiori protagonisti dell’arte italiana, e sviluppa nel tempo numerosi cicli di opere, come le Terre, i Cementarmati, i Ferrocementi, le Ombre e i Muri d’ombra, gli Spazi di ferro fino agli ultimi Artifici.
Il suo percorso artistico è lo sviluppo di un’assidua necessità del “costruire” l’opera, emblema niente altro di se stessa e dei suoi stessi principi generativi. In quest’ottica il disegno svolge, sin dagli inizi dell’attività di Uncini, un ruolo di primaria importanza, rivestendo sempre una funzione centrale per la progettualità del suo lavoro.
Al disegno l’artista si rivolge con consuetudine pressoché quotidiana non tanto come ricorso a una “forma” artistica tra le altre, ma come pratica ricorrente nella concezione e formulazione stessa dell’opera. E le stesse modalità esecutive del disegno inducono a considerazioni pertinenti tanto l’ambito di pittura e scultura, quanto quello dell’architettura.
La mostra, realizzata in collaborazione con l’Archivio Uncini, presenta tre nuclei di disegni che corrispondono ad altrettanti periodi della produzione artistica di Uncini. Il primo (1959-1964) comprende elaborati – tracciati a matita o a inchiostro, penna sfera o acquerello – riferibili per lo più alla creazione dei Cementarmati; il secondo considera l’arco temporale compreso tra il 1965 e il 1970, ed evidenzia la nuova preoccupazione dell’artista riguardo la progettazione fisica del rapporto luce-ombra; il terzo e ultimo raggruppamento invece documenta l’interessante esperienza dei Terracementi e delle Colline artificiali (1971-1977) che ispireranno molti anni dopo i suoi ultimi lavori intitolati Artifici (2007).
Completano il percorso espositivo alcune opere in ferro e cemento, tra cui l’importante lavoro del 1968, Sedia con ombra, in cui è evidente la volontà di Uncini di uscire dalla superficie del quadro per invadere fisicamente lo spazio.
Per l’occasione la Fondazione Marconi pubblicherà un catalogo, a cura di Bruno Corà, edito da Cambi Editore.
In contemporanea lo Studio Marconi ’65 di via Tadino 17 presenterà un’interessante selezione di disegni e studi degli stessi anni e dal 9 al 12 aprile sarà al MIART con l’opera Grande Parete Studio Marconi MT. 6, espressamente realizzata da Giuseppe Uncini nel 1976 per la storica galleria di Giorgio Marconi.