GIANDANTE X
Fondazione Corrente
via Carlo Porta 5 - Milano
19/3/2015 - 22/4/2015
Il ritrovamento di un nucleo di opere inedite di Giandante X (1899-1984), personaggio di rilievo nella cultura artistica degli anni Venti e Trenta, è l’occasione per contribuire alla riscoperta di un artista profondamente legato al territorio milanese, della cui produzione resta molto poco alla conoscenza comune; non esiste infatti un corpus pittorico e scultoreo omogeneo ed anche gli strumenti della filologia lavorano con difficoltà ad arginare la mancanza di informazioni.
Architetto di formazione, anarchico, artista libertario e sperimentatore in diversi ambiti di produzione artistica - pittura, scultura, illustrazione, decorazione militante legata all’attività politica - nell’opera di Giandante si manifestano le estetiche della cultura visiva tra le due guerre, che lo portarono ad attraversare in un arco temporale brevissimo l'immaginario simbolista, liberty, déco, costruttivista, razionalista, espressionista.
La mostra presenta circa trenta opere realizzate tra il 1920 ed il 1945: disegni di piccolo formato, sculture, decorazioni per interventi di arte pubblica, illustrazioni per la stampa ed una documentazione di fotografie d'epoca.
A più di vent'anni dall'ultima mostra personale dedicata all'artista presso la Fondazione Corrente (1988), a cura di Raffaele De Grada, Antonello Negri e Silvia Robertazzi, l'esposizione apre una finestra sulla molteplice produzione artistica di Giandante: dalla prima mostra alla Galleria Vinciana del 1920 alle “case squadrate, lisce, cubiche” presentate alle Mostre internazionali d’Arte Decorativa di Monza, le cui intuizioni precorrono alcune soluzioni formali che matureranno nella cerchia razionalista di "Casabella"; dalle sculture in cemento armato del 1930 ai frottage degli anni ’40, dalle illustrazioni per “L’Unità” e per il giornale delle Brigate Internazionali di Spagna alle decorazioni dell’Arco della Pace a Milano realizzate per i festeggiamenti del 14 luglio 1945, quando i partiti del Comitato di Liberazione decisero di omaggiare la rivoluzione francese.
Articolata sul doppio registro di storia e produzione artistica, la mostra costruisce un dialogo tra le opere, realizzate principalmente a Milano, i documenti fotografici e di archivio, dove la vicenda personale dell’anarchico antifascista Giandante X si intreccia con il contesto politico-ideologico dell’epoca e con l’utopia del cambiamento della società.
La geopolitica che fa da sfondo va dall’Italia alla Spagna, concludendosi in Francia, con i frottage realizzati nei campi di concentramento di Gurs e Vernet.
Il “mistero Giandante” deriva in buona parte dalla volontà stessa dell'artista:si chiamava Dante Pescò ed era il rampollo di un'agiata famiglia di piccoli industriali tessili, ma tutti lo conoscevano con il soprannome romantico di Giandante X e sapevano che, dopo aver rotto i ponti con genitori e parenti, conduceva uno stile di vita povero ed eccentrico.
A diciannove anni consegue la laurea in architettura presso l’Università di Bologna ed inizia presto ad insegnare, tanto che le cronache accademiche del 1919 lo ricordano come il più giovane docente di architettura d'Italia ed il suo professore Collamarini lo definisce “novello Sant’Elia dell’architettura moderna”; due anni dopo consegue la laurea in filosofia.
Spesso la stampa dell'epoca sottolinea nell'opera di Giandante il carattere di architetto-filosofo, vignettista polemista e cantore della libertà. Scrivono di lui i protagonisti del milieu culturale dell’epoca: Carlo Carrà, Mario Sironi, Margherita Sarfatti, Raffaello Giolli, Vincenzo Bucci, Leonida Rèpaci, Roberto Papini, Vincenzo Costantini, Giulia Veronesi, Raffaele De Grada. Espone regolarmente in occasione di manifestazioni pubbliche ed in gallerie private: I, II, III Mostra internazionale d’arte decorativa di Monza, mostre personali in Galleria Vinciana, Galleria Milano, Galleria Bardi, Galleria Bottega di Poesia. Nel 1933 lascia Milano clandestinamente per trasferirsi a Parigi; è incarcerato varie volte, nel 1936 parte come volontario nelle Brigate Internazionali di Spagna; dal 1939 al 1943 è internato nei campi di concentramento di Gurs e Vernet. La sua vicenda politica e biografica dal 1933 al 1943 è ricostruita in mostra attraverso la riproduzione di parte dei documenti conservati presso l’Archivio Centrale dello Stato. Dopo il confino ad Ustica, torna a Milano e partecipa alla Resistenza.
Immagine: Giandante X, Galera, 1925, china su carta, 45 x 60 cm, collezione privata, Milano
Fondazione Corrente
via Carlo Porta 5 - Milano
19/3/2015 - 22/4/2015
Il ritrovamento di un nucleo di opere inedite di Giandante X (1899-1984), personaggio di rilievo nella cultura artistica degli anni Venti e Trenta, è l’occasione per contribuire alla riscoperta di un artista profondamente legato al territorio milanese, della cui produzione resta molto poco alla conoscenza comune; non esiste infatti un corpus pittorico e scultoreo omogeneo ed anche gli strumenti della filologia lavorano con difficoltà ad arginare la mancanza di informazioni.
Architetto di formazione, anarchico, artista libertario e sperimentatore in diversi ambiti di produzione artistica - pittura, scultura, illustrazione, decorazione militante legata all’attività politica - nell’opera di Giandante si manifestano le estetiche della cultura visiva tra le due guerre, che lo portarono ad attraversare in un arco temporale brevissimo l'immaginario simbolista, liberty, déco, costruttivista, razionalista, espressionista.
La mostra presenta circa trenta opere realizzate tra il 1920 ed il 1945: disegni di piccolo formato, sculture, decorazioni per interventi di arte pubblica, illustrazioni per la stampa ed una documentazione di fotografie d'epoca.
A più di vent'anni dall'ultima mostra personale dedicata all'artista presso la Fondazione Corrente (1988), a cura di Raffaele De Grada, Antonello Negri e Silvia Robertazzi, l'esposizione apre una finestra sulla molteplice produzione artistica di Giandante: dalla prima mostra alla Galleria Vinciana del 1920 alle “case squadrate, lisce, cubiche” presentate alle Mostre internazionali d’Arte Decorativa di Monza, le cui intuizioni precorrono alcune soluzioni formali che matureranno nella cerchia razionalista di "Casabella"; dalle sculture in cemento armato del 1930 ai frottage degli anni ’40, dalle illustrazioni per “L’Unità” e per il giornale delle Brigate Internazionali di Spagna alle decorazioni dell’Arco della Pace a Milano realizzate per i festeggiamenti del 14 luglio 1945, quando i partiti del Comitato di Liberazione decisero di omaggiare la rivoluzione francese.
Articolata sul doppio registro di storia e produzione artistica, la mostra costruisce un dialogo tra le opere, realizzate principalmente a Milano, i documenti fotografici e di archivio, dove la vicenda personale dell’anarchico antifascista Giandante X si intreccia con il contesto politico-ideologico dell’epoca e con l’utopia del cambiamento della società.
La geopolitica che fa da sfondo va dall’Italia alla Spagna, concludendosi in Francia, con i frottage realizzati nei campi di concentramento di Gurs e Vernet.
Il “mistero Giandante” deriva in buona parte dalla volontà stessa dell'artista:si chiamava Dante Pescò ed era il rampollo di un'agiata famiglia di piccoli industriali tessili, ma tutti lo conoscevano con il soprannome romantico di Giandante X e sapevano che, dopo aver rotto i ponti con genitori e parenti, conduceva uno stile di vita povero ed eccentrico.
A diciannove anni consegue la laurea in architettura presso l’Università di Bologna ed inizia presto ad insegnare, tanto che le cronache accademiche del 1919 lo ricordano come il più giovane docente di architettura d'Italia ed il suo professore Collamarini lo definisce “novello Sant’Elia dell’architettura moderna”; due anni dopo consegue la laurea in filosofia.
Spesso la stampa dell'epoca sottolinea nell'opera di Giandante il carattere di architetto-filosofo, vignettista polemista e cantore della libertà. Scrivono di lui i protagonisti del milieu culturale dell’epoca: Carlo Carrà, Mario Sironi, Margherita Sarfatti, Raffaello Giolli, Vincenzo Bucci, Leonida Rèpaci, Roberto Papini, Vincenzo Costantini, Giulia Veronesi, Raffaele De Grada. Espone regolarmente in occasione di manifestazioni pubbliche ed in gallerie private: I, II, III Mostra internazionale d’arte decorativa di Monza, mostre personali in Galleria Vinciana, Galleria Milano, Galleria Bardi, Galleria Bottega di Poesia. Nel 1933 lascia Milano clandestinamente per trasferirsi a Parigi; è incarcerato varie volte, nel 1936 parte come volontario nelle Brigate Internazionali di Spagna; dal 1939 al 1943 è internato nei campi di concentramento di Gurs e Vernet. La sua vicenda politica e biografica dal 1933 al 1943 è ricostruita in mostra attraverso la riproduzione di parte dei documenti conservati presso l’Archivio Centrale dello Stato. Dopo il confino ad Ustica, torna a Milano e partecipa alla Resistenza.
Immagine: Giandante X, Galera, 1925, china su carta, 45 x 60 cm, collezione privata, Milano