REGINA JOSÉ GALINDO
ESTOY VIVA
a cura di Diego Sileo ed Eugenio Viola
PAC Padiglione d’Arte Contemporanea
via Palestro 14 - Milano
dal 24/3/2014 al 8/6/2014
Il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano apre la stagione espositiva del 2014 tornando a parlare del corpo, con una grande mostra personale e una nuova performance di Regina José Galindo, Leone d'Oro alla 51. Biennale di Venezia come migliore giovane artista.
In occasione dell’opening, il 24 marzo, l’artista guatemalteca realizzerà Exalatión (Estoy viva), una performance inedita pensata per il PAC e per Milano. Un’azione intensa e poetica, un gesto di sospensione e di scambio simbolico tra artista e pubblico, metafora del legame, sempre presente nel lavoro di Galindo, tra arte, vita e morte.
Promossa dal Comune di Milano Cultura in occasione di MiArt 2014, prodotta da PAC e Civita e curata da Diego Sileo ed Eugenio Viola, Estoy Viva è la prima - e più completa – antologica dell’artista mai realizzata.
L’ultimo decennio del secolo scorso ha registrato una rinnovata attenzione per le poetiche legate al corpo e all’azione, solo in apparente continuità con le esperienze legate a questi fenomeni nella loro fase ormai storicizzata. La performance torna oggi ad “oltraggiare” con nuova forza i territori dell’arte, attraverso una contaminazione spregiudicata di diversi linguaggi, che ha permesso inedite forme d’espressione radicate nel presente e svincolate dalla tradizione e dalle convenzioni. Il lavoro di Regina José Galindo, sin dalle origini, si ricollega a queste forme di resistenza attiva, caratterizzate da una nuova centralità del corpo.
“L'arte, quella vera, ha poco a che vedere con il glamour, le mode, le esigenze del mercato. Non è chic, non compiace e non si compiace. L'arte, quella vera, assorbe gli umori e le verità della realtà che la circonda e le restituisce filtrate dalla sensibilità dell'interprete, e a volte l’effetto di ritorno è quello di uno schiaffo, o di un urlo – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno - Milano è quindi orgogliosa di ospitare la prima retrospettiva in Italia di Regina José Galindo, donna e artista sensibile e coraggiosa che ha già conquistato, grazie alla sua capacità di affrontare temi universali con un linguaggio altrettanto universale, pubblico e critica di molti diversi Paesi in tutto il mondo. Una programmazione che conferma il PAC quale sede naturale, e prestigiosa, per tutte le più significative esperienze di arte contemporanea internazionale”.
Regina José Galindo (Guatemala City, 1974) è tra le artiste più rappresentative del magmatico continente latinoamericano. La sua ricerca incarna la dimensione soppressa e rimossa della sofferenza, utilizzando il proprio corpo in chiave politica e polemica, alla stregua di uno strumento per riattivare i traumi del rimosso e non dimenticare le rovine della storia. Partendo dal microcosmo del suo paese, il Guatemala, attraversato da una situazione di perenne instabilità e violenza, l’artista restituisce opere scomode, spesso brutali, nelle quali il suo corpo minuto e all’apparenza fragile è esposto ad una serie di azioni pubbliche che usano lo spazio metaforico dell'arte per denunciare le implicazioni etiche legate alle ingiustizie sociali e culturali, le discriminazioni di razza e di sesso e più in generale tutti gli abusi derivanti dalle relazioni di potere che affliggono la società contemporanea.
Galindo esplora il proprio corpo, lo trasforma in strumento di rievocazione simbolica di eventi cui è sottoposto il corpo collettivo, il cosiddetto “corpo sociale”. Le sue azioni, realizzate in un’ottica di coinvolgimento totale, da un lato ribadiscono l’impegno dell’artista a materializzare attraverso la violenza e il dolore le criticità del presente, dall’altro esplicitano un senso di profonda impotenza, chiamando in causa simultaneamente i ruoli ancipiti di partecipante e spettatore.
Regina José Galindo indaga la paura, l’angoscia e le sue conseguenze, affrontandone in prima persona il rischio fisico e psicologico, spingendosi fino ai limiti dell’immaginabile. Le sue azioni radicali e drammatiche restituiscono situazioni sempre spiazzanti ed eticamente scomode, diventano strumento di denuncia teso a ridefinire, ancora una volta, i labili confini di arte e vita.
Estoy viva è articolata in cinque sezioni, intese non come monadi concettuali ma categorie permeabili ed interdipendenti tra loro: Politica, Donna, Violenza, Organico e Morte. Cinque macro emergenze tematiche, pensate per presentare un panorama aperto sull’esperienza artistico-esistenziale di Regina José Galindo ed evidenziarne i principali filoni di ricerca, assilli e motivi di continuità. Un percorso costruito attraverso cortocircuiti e slittamenti, dalle origini ad oggi, che affianca ad alcune delle sue azioni più emblematiche e conosciute, come ¿Quién puede borrar las huellas? (2003), Himenoplastia (2004), Mientras, ellos siguen libres (2007) e Caparazon (2010), opere più recenti e numerosi lavori inediti o mai esposti prima in Italia, come Marabunta e Joroba (2011), Descensión (2013) o la toccante La Verdad, (2013).
La ricerca dell'artista, incentrata su tematiche legate alla violenza, alla privazione dei diritti e alla libertà individuale, è talmente universale da interessare uomini e donne di tutto il mondo e incontrare storie di ogni continente e realtà. Per questo la mostra sosterrà attraverso una donazione l’attività di Amnesty International, l’Organizzazione non governativa indipendente e autofinanziata che dal 1961 difende i diritti umani ovunque siano violati. Tutti i visitatori del PAC potranno contribuire a sostenere le attività di Amnesty International in occasione della mostra: basterà scegliere il biglietto Donazione, disponibile nella formula intero (€ 9,00 anziché 8,00 con 1,00 di donazione), ridotto (€ 7,50 anziché 6,50) e ridotto speciale (€ 5,00 anziché 4,00).
In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo edito da Skira Editore, con testi inediti dei due curatori e di Emanuela Borzacchiello, latino-americanista ed esperta in gender studies.
ESTOY VIVA
a cura di Diego Sileo ed Eugenio Viola
PAC Padiglione d’Arte Contemporanea
via Palestro 14 - Milano
dal 24/3/2014 al 8/6/2014
Il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano apre la stagione espositiva del 2014 tornando a parlare del corpo, con una grande mostra personale e una nuova performance di Regina José Galindo, Leone d'Oro alla 51. Biennale di Venezia come migliore giovane artista.
In occasione dell’opening, il 24 marzo, l’artista guatemalteca realizzerà Exalatión (Estoy viva), una performance inedita pensata per il PAC e per Milano. Un’azione intensa e poetica, un gesto di sospensione e di scambio simbolico tra artista e pubblico, metafora del legame, sempre presente nel lavoro di Galindo, tra arte, vita e morte.
Promossa dal Comune di Milano Cultura in occasione di MiArt 2014, prodotta da PAC e Civita e curata da Diego Sileo ed Eugenio Viola, Estoy Viva è la prima - e più completa – antologica dell’artista mai realizzata.
L’ultimo decennio del secolo scorso ha registrato una rinnovata attenzione per le poetiche legate al corpo e all’azione, solo in apparente continuità con le esperienze legate a questi fenomeni nella loro fase ormai storicizzata. La performance torna oggi ad “oltraggiare” con nuova forza i territori dell’arte, attraverso una contaminazione spregiudicata di diversi linguaggi, che ha permesso inedite forme d’espressione radicate nel presente e svincolate dalla tradizione e dalle convenzioni. Il lavoro di Regina José Galindo, sin dalle origini, si ricollega a queste forme di resistenza attiva, caratterizzate da una nuova centralità del corpo.
“L'arte, quella vera, ha poco a che vedere con il glamour, le mode, le esigenze del mercato. Non è chic, non compiace e non si compiace. L'arte, quella vera, assorbe gli umori e le verità della realtà che la circonda e le restituisce filtrate dalla sensibilità dell'interprete, e a volte l’effetto di ritorno è quello di uno schiaffo, o di un urlo – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno - Milano è quindi orgogliosa di ospitare la prima retrospettiva in Italia di Regina José Galindo, donna e artista sensibile e coraggiosa che ha già conquistato, grazie alla sua capacità di affrontare temi universali con un linguaggio altrettanto universale, pubblico e critica di molti diversi Paesi in tutto il mondo. Una programmazione che conferma il PAC quale sede naturale, e prestigiosa, per tutte le più significative esperienze di arte contemporanea internazionale”.
Regina José Galindo (Guatemala City, 1974) è tra le artiste più rappresentative del magmatico continente latinoamericano. La sua ricerca incarna la dimensione soppressa e rimossa della sofferenza, utilizzando il proprio corpo in chiave politica e polemica, alla stregua di uno strumento per riattivare i traumi del rimosso e non dimenticare le rovine della storia. Partendo dal microcosmo del suo paese, il Guatemala, attraversato da una situazione di perenne instabilità e violenza, l’artista restituisce opere scomode, spesso brutali, nelle quali il suo corpo minuto e all’apparenza fragile è esposto ad una serie di azioni pubbliche che usano lo spazio metaforico dell'arte per denunciare le implicazioni etiche legate alle ingiustizie sociali e culturali, le discriminazioni di razza e di sesso e più in generale tutti gli abusi derivanti dalle relazioni di potere che affliggono la società contemporanea.
Galindo esplora il proprio corpo, lo trasforma in strumento di rievocazione simbolica di eventi cui è sottoposto il corpo collettivo, il cosiddetto “corpo sociale”. Le sue azioni, realizzate in un’ottica di coinvolgimento totale, da un lato ribadiscono l’impegno dell’artista a materializzare attraverso la violenza e il dolore le criticità del presente, dall’altro esplicitano un senso di profonda impotenza, chiamando in causa simultaneamente i ruoli ancipiti di partecipante e spettatore.
Regina José Galindo indaga la paura, l’angoscia e le sue conseguenze, affrontandone in prima persona il rischio fisico e psicologico, spingendosi fino ai limiti dell’immaginabile. Le sue azioni radicali e drammatiche restituiscono situazioni sempre spiazzanti ed eticamente scomode, diventano strumento di denuncia teso a ridefinire, ancora una volta, i labili confini di arte e vita.
Estoy viva è articolata in cinque sezioni, intese non come monadi concettuali ma categorie permeabili ed interdipendenti tra loro: Politica, Donna, Violenza, Organico e Morte. Cinque macro emergenze tematiche, pensate per presentare un panorama aperto sull’esperienza artistico-esistenziale di Regina José Galindo ed evidenziarne i principali filoni di ricerca, assilli e motivi di continuità. Un percorso costruito attraverso cortocircuiti e slittamenti, dalle origini ad oggi, che affianca ad alcune delle sue azioni più emblematiche e conosciute, come ¿Quién puede borrar las huellas? (2003), Himenoplastia (2004), Mientras, ellos siguen libres (2007) e Caparazon (2010), opere più recenti e numerosi lavori inediti o mai esposti prima in Italia, come Marabunta e Joroba (2011), Descensión (2013) o la toccante La Verdad, (2013).
La ricerca dell'artista, incentrata su tematiche legate alla violenza, alla privazione dei diritti e alla libertà individuale, è talmente universale da interessare uomini e donne di tutto il mondo e incontrare storie di ogni continente e realtà. Per questo la mostra sosterrà attraverso una donazione l’attività di Amnesty International, l’Organizzazione non governativa indipendente e autofinanziata che dal 1961 difende i diritti umani ovunque siano violati. Tutti i visitatori del PAC potranno contribuire a sostenere le attività di Amnesty International in occasione della mostra: basterà scegliere il biglietto Donazione, disponibile nella formula intero (€ 9,00 anziché 8,00 con 1,00 di donazione), ridotto (€ 7,50 anziché 6,50) e ridotto speciale (€ 5,00 anziché 4,00).
In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo edito da Skira Editore, con testi inediti dei due curatori e di Emanuela Borzacchiello, latino-americanista ed esperta in gender studies.