DANIELE GIGLIOLI
CRITICA DELLA VITTIMA
Nottetempo, 13/2/2014
collana "Gransassi"
Dalla politica al costume, dalla storia alla letteratura, dal diritto alla psicologia, Giglioli analizza la sintomatologia della vittima contemporanea. Tra le sue manifestazioni, la celebrazione ossessiva della memoria, il credo umanitario che mantiene “inermi i disarmati” e “lascia intatti gli arsenali dei forti”, l’imperativo capitalista del diritto al benessere che si rovescia in frustrazione e inadeguatezza, la mitologia contemporanea della “cospirazione”: in ogni caso, la responsabilità del male è altrove, fuori da noi. Che cosa significa quindi essere vittime e quali sono le implicazioni etiche del sentirsi tali? Che senso hanno le domande “perché ci odiano?” o “che mi manca?” Qual è il significato di parole come “innocenza”, “diritto inalienabile” o “immunità”? In un saggio veloce e limpido, l’autore indaga l’origine dell’ideologia della vittima e il consolidarsi di una strategia della lamentazione che divide la società in rei e innocenti, vittime e carnefici. In definitiva, Giglioli ci mette di fronte alla crisi di “una forma di vita”. E la forma di vita in crisi è la nostra.
CRITICA DELLA VITTIMA
Nottetempo, 13/2/2014
collana "Gransassi"
Dalla politica al costume, dalla storia alla letteratura, dal diritto alla psicologia, Giglioli analizza la sintomatologia della vittima contemporanea. Tra le sue manifestazioni, la celebrazione ossessiva della memoria, il credo umanitario che mantiene “inermi i disarmati” e “lascia intatti gli arsenali dei forti”, l’imperativo capitalista del diritto al benessere che si rovescia in frustrazione e inadeguatezza, la mitologia contemporanea della “cospirazione”: in ogni caso, la responsabilità del male è altrove, fuori da noi. Che cosa significa quindi essere vittime e quali sono le implicazioni etiche del sentirsi tali? Che senso hanno le domande “perché ci odiano?” o “che mi manca?” Qual è il significato di parole come “innocenza”, “diritto inalienabile” o “immunità”? In un saggio veloce e limpido, l’autore indaga l’origine dell’ideologia della vittima e il consolidarsi di una strategia della lamentazione che divide la società in rei e innocenti, vittime e carnefici. In definitiva, Giglioli ci mette di fronte alla crisi di “una forma di vita”. E la forma di vita in crisi è la nostra.