I FILOSOFI DI
HITLER
Bollati Boringhieri, 6/3/2014 collana "Saggi"
"Nei filosofi di Hitler" Yvonne Sherratt esplora il mondo filosofico alla base dell'ideologia del Führer. Nel 1933, anno dell'ascesa al potere di Hitler, l'ideologia razzista e antisemita del nazismo si imponeva già nelle università e nei centri di ricerca. Molti intellettuali non esitarono a mettersi al servizio del Terzo Reich. Filosofi, scrittori, scienziati, storici, cineasti rafforzarono ideologicamente e politicamente il regime hitleriano. Ma non tutti si comportarono allo stesso modo. Mentre figure di spicco della cultura come Theodor Adorno, Max Horkheimer, Walter Benjamin, Ernst Cassirer, Hannah Arendt, Karl Lowith, Theodor Lessing, Karl Jaspers e vari altri furono ridotti al silenzio o costretti all'esilio, altri eminenti filosofi, tra i quali spiccano i nomi di Martin Heidegger, Carl Schmitt, Alfred Rosenberg, Wilhelm Grau e Max Boehm, contribuirono nel dare al nazismo una facciata di rispettabilità che gli mancava e che non avrebbe mai dovuto avere. Fu anche grazie al loro concreto appoggio, talora fervido e incondizionato, che il nazismo potè attuare il suo programma criminale quasi per intero. Frutto di anni di ricerche negli archivi internazionali, questo libro ricostruisce minuziosamente il complesso rapporto tra quei filosofi e il nazismo, descrive il loro profilo etico e intellettuale, scandaglia le loro vicende umane fin negli aspetti più torbidi e meno noti.
Bollati Boringhieri, 6/3/2014 collana "Saggi"
"Nei filosofi di Hitler" Yvonne Sherratt esplora il mondo filosofico alla base dell'ideologia del Führer. Nel 1933, anno dell'ascesa al potere di Hitler, l'ideologia razzista e antisemita del nazismo si imponeva già nelle università e nei centri di ricerca. Molti intellettuali non esitarono a mettersi al servizio del Terzo Reich. Filosofi, scrittori, scienziati, storici, cineasti rafforzarono ideologicamente e politicamente il regime hitleriano. Ma non tutti si comportarono allo stesso modo. Mentre figure di spicco della cultura come Theodor Adorno, Max Horkheimer, Walter Benjamin, Ernst Cassirer, Hannah Arendt, Karl Lowith, Theodor Lessing, Karl Jaspers e vari altri furono ridotti al silenzio o costretti all'esilio, altri eminenti filosofi, tra i quali spiccano i nomi di Martin Heidegger, Carl Schmitt, Alfred Rosenberg, Wilhelm Grau e Max Boehm, contribuirono nel dare al nazismo una facciata di rispettabilità che gli mancava e che non avrebbe mai dovuto avere. Fu anche grazie al loro concreto appoggio, talora fervido e incondizionato, che il nazismo potè attuare il suo programma criminale quasi per intero. Frutto di anni di ricerche negli archivi internazionali, questo libro ricostruisce minuziosamente il complesso rapporto tra quei filosofi e il nazismo, descrive il loro profilo etico e intellettuale, scandaglia le loro vicende umane fin negli aspetti più torbidi e meno noti.