mercoledì 6 marzo 2013

APICHATPONG WEERASETHAKUL: PRIMITIVE - HANGAR BICOCCA, MILANO



APICHATPONG WEERASETHAKUL
PRIMITIVE
a cura di Andrea Lissoni
Hangar Bicocca
Via Chiese 2 - Milano
dal 7 marzo al 28 aprile 2013

Per la prima volta in Italia il più importante progetto espositivo dell’artista e regista thailandese Apichatpong Weerasethakul. Un’immersione nell’immaginario onirico ed evocativo di uno dei protagonisti della scena artistica e cinematografica di oggi.
Apichatpong Weerasethakul, artista e regista thailandese che con i suoi film e le sue installazioni ha catturato l’attenzione della critica e dei media in tutto il mondo, porterà in HangarBicocca a Milano, dal 7 marzo al 28 aprile 2013, Primitive, un’installazione inedita in Italia presentata in una nuova versione appositamente concepita per gli spazi di Via Chiese 2.
Il progetto, curato da Andrea Lissoni e realizzato con il supporto di Pirelli, è un percorso tra cinema e suono, interviste-documentario e clip musicali, in un mix di generi artistici e linguaggi che dà luogo a un’opera corale. Protagonisti sono i giovani abitanti di un villaggio nel nord della Thailandia, Nabua, ripresi nella vita quotidiana e nel progetto di costruzione di un’astronave che diventa strumento simbolico per immaginare un futuro diverso ma anche luogo di ritrovo e di fuga dalla realtà.
Racconto contemporaneo in cui si incontrano elementi biografici e riflessione storica, cultura giovanile e spiritualità, atmosfere oniriche e critica sociale, Primitive è anche una riflessione sul cinema e su come si sta trasformando il nostro modo di fruire le immagini: giustapponendo più visioni contemporaneamente, in modo contemplativo o distratto, immersivo o fugace, intimo o condiviso.
Allestita in un buio quasi totale, l’installazione è pervasa da un’atmosfera magica e misteriosa che si snoda tra i poli opposti di luce e ombra, silenzio e rumore, gioia di vivere e peso della memoria: il percorso, che inizia con una solare immagine di ragazzi in corsa, si sviluppa tra luci e bagliori, silenzi e suoni improvvisi, per poi concludersi con una scena notturna nel villaggio spopolato, squarciato da fulmini improvvisi e abitato da enigmatiche apparizioni.

Apichatpong Weerasethakul – vincitore della Palma d’Oro al Festival del Cinema di Cannes del 2010 (con il film Uncle Boonmee Who Can Recall his Past Lives), protagonista dell’ultima edizione di Documenta – è considerato sia in ambito cinematografico che artistico uno degli autori più influenti dell’ultimo decennio, grazie alla sua capacità di integrare nello spazio formati, dimensioni, fonti visive e sonore diverse, costruendo nuove forme di visione delle immagini in movimento.

Primitive nasce come un progetto collaborativo con i giovani abitanti di Nabua, villaggio nel Nord della Thailandia, che fu messo sotto assedio, dagli anni ‘60 agli anni ‘80, dall’esercito thailandese. Nel 1965 una ribellione degli agricoltori diede luogo a una cruenta battaglia a cui seguirono lunghi anni di violenze che portarono alla fuga degli uomini, lasciando il villaggio abitato solo dalle donne e dai bambini. Gli adolescenti del luogo, figli e nipoti dei ribelli di un tempo, con i quali il regista ha vissuto, lavorato, condiviso momenti della giornata, danno vita a un’opera d’arte partecipata dove la vitalità e l’energia dei ragazzi si fondono con il linguaggio narrativo dell’artista.
Apichatpong Weerasethakul, il cui progetto artistico coincide quasi totalmente con le proprie scelte di vita, trascorre lunghi periodi alla ricerca delle storie per i suoi film, esplorando i luoghi del suo Paese legati alla memoria collettiva e quella personale. Lavorando e vivendo per lunghi periodi con coloro che poi diventano i protagonisti delle sue opere, l’artista prende spunto dalle vicende di vita delle persone incontrate, intrecciandole con le proprie visioni in un racconto frammentato e visionario che è la cifra artistica delle sue opere.
“La presenza dei ragazzi ha reso l’aria di Nabua respirabile” racconta. “Così Primitive è diventato il ritratto di una generazione di adolescenti discendenti da contadini comunisti. Ero affascinato dai loro tagli di capelli, dal loro abbigliamento alla moda. Era il look delle popstar thailandesi e coreane. [Preparando Primitive] Ho sognato di produrre una rock band di Nabua. E loro hanno sognato di diventare attori!” racconta l’artista. (Da Apichatpong Weerasethakul, a cura di James Quandt. Filmmuseum Synema, 2009)
Primitive – oltre le vicende storiche e biografiche a cui è legato – è un ritratto universale di una generazione di giovani che forse ha perso il senso della storia ma non l’energia e la speranza necessarie per immaginare un futuro migliore.
Con un linguaggio dirompente che fonde modalità e codici produttivi e travalica le frontiere dell’arte e del cinema, Apichatpong Weerasethakul riafferma le origini e l’identità di un luogo dimenticato e di una popolazione negletta e li proietta verso il futuro con la forza di sentimenti universalmente incorruttibili come l’amicizia, l’unione, il desiderio di evasione. I fatti reali si innestano nella leggenda, nella favola e nel racconto: in questo senso il lavoro di Apichatpong Weerasethakul pone un nuovo paradigma sia nel campo del cinema sia in quello dell’arte, dimostrando come i confini fra accadimenti, documentazione, memoria e ricostruzione siano sottili e ambigui e sempre influenzati dallo sguardo di chi racconta.
Primitive è stata prodotta e commissionata dalla Haus der Kunst, Monaco e FACT, Liverpool e co-prodotta da Illuminations Films, Animate Projects e dalla casa di produzione di Apitchatpong Kick the Machine.

Apichatpong Weerasetakul è nato nel 1970 a Khon-Khaen, nel nord della Thailandia, dove è cresciuto. Ha studiato Architettura e in seguito si è specializzato in filmmaking all’Art Institute di Chicago. Come regista, è l’autore che ha più influenzato l’ultima generazione di giovani cineasti indipendenti e artisti visivi che lavorano con video e film. Ha ricevuto numerosi premi tra i quali la Palma d’oro a Cannes nel 2010 e il premio della Giuria di Cannes nel 2004 per Tropical Malady. Nel 2010 il film Syndromes and a Century è stato dichiarato il miglior film del decennio in occasione del celebre The Best of the Decade: An Alternative View organizzato dalla Cinematheque del Toronto International Film Festival, vincendo una competizione conregisti come Abbas Kiarostami, Ingmar Bergman e Jean-Luc Godard.
In ambito artistico è stato il primo artista a ricevere il Fine Prize dal 55th Carnegie International, USA e il suo lavoro è stato presentato nel 2012 a Documenta di Kassel. Le sue opere sono state esposte in importanti musei nel mondo tra i quali il New Museum di New York e il Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris. La Tate Modern di Londra ha acqusito in collezione una sua opera.