CATIA PAPA
L'ITALIA GIOVANE
Dall'Unità al Fascismo
Laterza, 21/2/2013
collana "Quadrante Laterza"
Nel 1914-15 la gioventù colta volle la guerra, si riversò nelle piazze d’Italia per forzare gli equilibri politico-istituzionali e trascinare il paese nel conflitto mondiale. All’epoca, ma anche in seguito, si parlò di ‘rivolta’ generazionale, di ‘rivoluzione giovanile’ agita in odio al materialismo borghese. Davvero è stata una rivolta? Se lo è stata, si è compiuta nel segno di una cultura nazionalista respirata sui banchi di scuola e nelle pratiche del tempo libero rivolte proprio ai giovani d’estrazione borghese nel decennio precedente. Il volume ripercorre gli anni di formazione di quella generazione del 1914, tra investimento educativo degli adulti e fughe in avanti di giovani intenti a legittimarsi quale futura élite dirigente. Creare un circolo studentesco e mobilitarsi in favore dei ‘fratelli irredenti’, provarsi in ascensioni alpine alle frontiere del Regno o vogare sul Tevere all’ombra delle vestigia di Roma, frequentare il tiro a segno o fondare un battaglione studentesco: questi i moderni esercizi di responsabilizzazione sociale e nazionale di quella gioventù d’inizio Novecento. Alla prova della guerra i giovani mostrarono di aver appreso appieno il lessico della nazione in armi per la ‘più grande’ Italia, concedendosi all’uso della violenza di piazza per affermare il proprio diritto a determinare il destino nazionale.
L'ITALIA GIOVANE
Dall'Unità al Fascismo
Laterza, 21/2/2013
collana "Quadrante Laterza"
Nel 1914-15 la gioventù colta volle la guerra, si riversò nelle piazze d’Italia per forzare gli equilibri politico-istituzionali e trascinare il paese nel conflitto mondiale. All’epoca, ma anche in seguito, si parlò di ‘rivolta’ generazionale, di ‘rivoluzione giovanile’ agita in odio al materialismo borghese. Davvero è stata una rivolta? Se lo è stata, si è compiuta nel segno di una cultura nazionalista respirata sui banchi di scuola e nelle pratiche del tempo libero rivolte proprio ai giovani d’estrazione borghese nel decennio precedente. Il volume ripercorre gli anni di formazione di quella generazione del 1914, tra investimento educativo degli adulti e fughe in avanti di giovani intenti a legittimarsi quale futura élite dirigente. Creare un circolo studentesco e mobilitarsi in favore dei ‘fratelli irredenti’, provarsi in ascensioni alpine alle frontiere del Regno o vogare sul Tevere all’ombra delle vestigia di Roma, frequentare il tiro a segno o fondare un battaglione studentesco: questi i moderni esercizi di responsabilizzazione sociale e nazionale di quella gioventù d’inizio Novecento. Alla prova della guerra i giovani mostrarono di aver appreso appieno il lessico della nazione in armi per la ‘più grande’ Italia, concedendosi all’uso della violenza di piazza per affermare il proprio diritto a determinare il destino nazionale.