IL GIOCATTOLO ITALIANO
24 Ore Cultura, 07/03/2013
collana "Arti decorative del XX secolo"
I giocattoli sono una delle più alte forme di creatività italiana, veri e propri fenomeni di costume, sempre in stretto collegamento con lo spirito del tempo e lo spirito del luogo. La storia del giocattolo in Italia nella prima metà del Novecento segue da vicino il delicato passaggio dalla realtà rurale, di inizio secolo, fino agli albori del boom economico del secondo dopoguerra. Ecco i giochi per bambine, con cui le nostre nonne hanno costruito la loro identità sociale e culturale, fatti di bambole e suppellettili, dalle più raffinate della torinese Lenci alle più evocative della mantovana Furga, fino ad arrivare ai giochi di ruolo con le cucine in metallo. Ed ecco i giochi per bambini, fatti di “militareschi” cavalli a dondolo e scenari guerreschi realizzati con i soldatini e i piccoli mezzi di trasporto in latta con stampa mimetica della Ingap; i giochi per apprendere i possibili ruoli nella società: dal piccolo trattore in legno alla stazione dei pompieri, passando per più fantasiosi ruoli d’avventura con gli aerei e le macchine futuriste. I giochi di Maria Montessori, che con il suo metodo, il suo approccio e i suoi giocattoli, hanno rivoluzionato la scuola, segnando il passaggio da una educazione impositiva a quella centrata sul bambino e sulle sue molteplici possibilità evolutive. Non possono poi mancare le stupefacenti sperimentazioni artistiche che, nei giochi futuristi di Fortunato Depero e nelle astratte figure di Luigi Veronesi, vedono l’espressione più riuscita della connessione tra il linguaggio aulico dell’arte e il mondo leggero del giocattolo. E ancora, Il Corriere dei Piccoli, immancabile in una storia del giocattolo italiano: dalla sua prima uscita nel 1908 ha accompagnato i bambini nel percorso di crescita.
24 Ore Cultura, 07/03/2013
collana "Arti decorative del XX secolo"
I giocattoli sono una delle più alte forme di creatività italiana, veri e propri fenomeni di costume, sempre in stretto collegamento con lo spirito del tempo e lo spirito del luogo. La storia del giocattolo in Italia nella prima metà del Novecento segue da vicino il delicato passaggio dalla realtà rurale, di inizio secolo, fino agli albori del boom economico del secondo dopoguerra. Ecco i giochi per bambine, con cui le nostre nonne hanno costruito la loro identità sociale e culturale, fatti di bambole e suppellettili, dalle più raffinate della torinese Lenci alle più evocative della mantovana Furga, fino ad arrivare ai giochi di ruolo con le cucine in metallo. Ed ecco i giochi per bambini, fatti di “militareschi” cavalli a dondolo e scenari guerreschi realizzati con i soldatini e i piccoli mezzi di trasporto in latta con stampa mimetica della Ingap; i giochi per apprendere i possibili ruoli nella società: dal piccolo trattore in legno alla stazione dei pompieri, passando per più fantasiosi ruoli d’avventura con gli aerei e le macchine futuriste. I giochi di Maria Montessori, che con il suo metodo, il suo approccio e i suoi giocattoli, hanno rivoluzionato la scuola, segnando il passaggio da una educazione impositiva a quella centrata sul bambino e sulle sue molteplici possibilità evolutive. Non possono poi mancare le stupefacenti sperimentazioni artistiche che, nei giochi futuristi di Fortunato Depero e nelle astratte figure di Luigi Veronesi, vedono l’espressione più riuscita della connessione tra il linguaggio aulico dell’arte e il mondo leggero del giocattolo. E ancora, Il Corriere dei Piccoli, immancabile in una storia del giocattolo italiano: dalla sua prima uscita nel 1908 ha accompagnato i bambini nel percorso di crescita.