DOMENICO LOSURDO
LA LOTTA DI CLASSE
Laterza, 7/3/2013
collana "Storia e società"
La crisi economica infuria e in molti evocano il ‘ritorno della lotta di classe’. Ma siamo davvero sicuri che la lotta di classe non ci sia più e che ci sia bisogno di evocarla? Domenico Losurdo rilegge e dialoga con i classici del pensiero filosofico e con gli intellettuali del nostro tempo per argomentare la mutevolezza di un conflitto che ha sempre avuto più ambiti in cui manifestarsi. La lotta di classe, infatti, fin dall’inizio della sua teorizzazione non è solo lo scontro tra borghesia e lavoro dipendente, fra capitale e lavoro, ma anche lo «sfruttamento di una nazione da parte di un’altra», come sosteneva Marx, e «la prima oppressione di classe coincide con quella del sesso femminile da parte di quello maschile», come invece pensava Engels. «Ma come si configura la lotta di classe nel Novecento, nel momento in cui il Terzo Reich in Europa e l’Impero del Sol Levante in Asia tentano di ridurre interi popoli alla condizione di schiavi destinati a servire la ‘razza dei signori’? E quali forme assume la lotta di classe nei paesi che hanno condotto una rivoluzione in nome del Manifesto del partito comunista? In che modo evitare che la teoria della lotta di classe non diventi facile populismo che tutto riduce allo scontro tra ‘umili’ e ‘potenti’, ignorando la molteplicità delle forme del conflitto sociale?» In un confronto serrato con Habermas, Arendt, Weil ecc., e con le correnti vecchie e nuove del marxismo e del post-marxismo (Negri, Žižek, Harvey ecc.), Domenico Losurdo procede a una originale rilettura della teoria di Marx ed Engels e della storia mondiale che prende le mosse dal Manifesto del partito comunista.
LA LOTTA DI CLASSE
Laterza, 7/3/2013
collana "Storia e società"
La crisi economica infuria e in molti evocano il ‘ritorno della lotta di classe’. Ma siamo davvero sicuri che la lotta di classe non ci sia più e che ci sia bisogno di evocarla? Domenico Losurdo rilegge e dialoga con i classici del pensiero filosofico e con gli intellettuali del nostro tempo per argomentare la mutevolezza di un conflitto che ha sempre avuto più ambiti in cui manifestarsi. La lotta di classe, infatti, fin dall’inizio della sua teorizzazione non è solo lo scontro tra borghesia e lavoro dipendente, fra capitale e lavoro, ma anche lo «sfruttamento di una nazione da parte di un’altra», come sosteneva Marx, e «la prima oppressione di classe coincide con quella del sesso femminile da parte di quello maschile», come invece pensava Engels. «Ma come si configura la lotta di classe nel Novecento, nel momento in cui il Terzo Reich in Europa e l’Impero del Sol Levante in Asia tentano di ridurre interi popoli alla condizione di schiavi destinati a servire la ‘razza dei signori’? E quali forme assume la lotta di classe nei paesi che hanno condotto una rivoluzione in nome del Manifesto del partito comunista? In che modo evitare che la teoria della lotta di classe non diventi facile populismo che tutto riduce allo scontro tra ‘umili’ e ‘potenti’, ignorando la molteplicità delle forme del conflitto sociale?» In un confronto serrato con Habermas, Arendt, Weil ecc., e con le correnti vecchie e nuove del marxismo e del post-marxismo (Negri, Žižek, Harvey ecc.), Domenico Losurdo procede a una originale rilettura della teoria di Marx ed Engels e della storia mondiale che prende le mosse dal Manifesto del partito comunista.