TIZIANO
I VOLTI E L'ANIMA. RITRATTI
Castello di Miradolo
via Cardonata 2 – San Secondo di Pinerolo
dal 17/3/2013 al 16/6/2013
Ai ritratti di Tiziano Vecellio è dedicata la mostra dal titolo “I volti e l’anima” pensata e sviluppata dalla Fondazione Cosso su progetto di Vittorio Sgarbi, che intende portare sul territorio piemontese capolavori rari dell’arte italiana e internazionale, il più delle volte custoditi in collezioni private e quindi difficilmente visibili al grande pubblico. In concomitanza con la grande mostra monografica in programma alle Scuderie del Quirinale durante la primavera, la Fondazione Cosso porta quindi Tiziano al Castello di Miradolo dal 16 marzo al 16 giugno, con apertura al pubblico da domenica 17 marzo.
Il grande maestro veneto cinquecentesco si è distinto, nel corso della sua lunga vita, per un’importante produzione di ritratti. Nella fase giovanile, Tiziano risente dell’ispirazione di Giorgione e Lorenzo Lotto tanto da far ipotizzare, da una parte della critica, l’attribuzione per alcune opere a questi maestri. Nella maturità invece, grazie all’aiuto di una florida bottega, imbastisce “l’invenzione” compositiva del quadro che poi viene terminato dagli allievi. Molte sono le opere discusse nel corpus del pittore di Pieve di Cadore, che occupano un posto importante nella letteratura critica per la definizione del linguaggio tizianesco, particolarmente per il risvolto psicologico del volto.
Si sofferma anche su questi aspetti la mostra del Castello di Miradolo, nella quale trovano posto 8 straordinarie opere che permetteranno di far luce non solo sulle identità dei personaggi, ma anche sull’autografia di Tiziano, a partire dal bel Ritratto di gentiluomo, sul quale è emersa la firma del pittore a seguito del recente restauro. L’opera, in arrivo dall’americano Cleveland Museum of Arts, è datata 1533 ed è per la prima volta esposta in Italia a seguito del restauro voluto da Vittorio Sgarbi. Tiziano coglie qui con acuta immediatezza i caratteri fisionomici e la sottigliezza psicologica del personaggio che potrebbe essere, in ragione dei libri, un umanista. Emerge la grande maestria dell’artista nell’utilizzo del colore, la vibrazione luministica della materia, che annuncia la libertà di tocco che esibirà nelle opere del decennio successivo.
La mostra prosegue proponendo due ritratti in cui Tiziano pone il protagonista di tre quarti, lasciando spazio sullo sfondo per un elemento tipico dell’arte tizianesca: il paesaggio. Si tratta del Ritratto di Zuan Paulo da Ponte, atmosferico e di gran valore tattile e del Ritratto del Comandante Gabriele Tadino, databile tra il 1537 e il 1538, disposto in un’armonica scena unica con lo sfondo che esplicita il valore sociale e storico dell’uomo.
Si prosegue con il Ritratto di Federico II Gonzaga, dal carattere fortemente intimista, risalente agli anni giovanili, anni in cui Tiziano esegue anche il pensieroso profilo del poeta Pietro Aretino. In questo ritratto il maestro cadorino cattura la natura contemplativa di un personaggio alla Giorgione. Ritratti, questi, posti accanto all’intenso Ritratto di Giulio Romano, un quadro mai esposto in Italia prima d’ora.
Di grande impatto è l’imponente e solenne San Francesco riceve le stimmate, un eccezionale prestito proveniente dalla Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno, nel quale è ben visibile la firma dell’artista sulla tela, accanto a tre ritratti di grande coinvolgimento psicologico, tra i quali quello del committente Desiderio Guidoni.
Il focus su Tiziano Vecellio si chiude con un Autoritratto di profilo, proveniente da una collezione privata americana, eseguito a gesso nero su carta d’avorio che in Italia è stato esposto una sola volta nel 2007.
Le figure sono rese con quell’intensa forza drammatica che ha fatto di Tiziano uno dei ritrattisti più contesi dalle maggiori corti europee. La tensione dinamica dei volti, la vivida intensità degli sguardi e la chiarezza con cui si sviluppano linee e colori concorrono alla resa psicologica dei personaggi, dei quali viene esaltato non soltanto il ruolo sociale, attraverso i singoli dettagli, ma anche la forza della personalità.
I VOLTI E L'ANIMA. RITRATTI
Castello di Miradolo
via Cardonata 2 – San Secondo di Pinerolo
dal 17/3/2013 al 16/6/2013
Ai ritratti di Tiziano Vecellio è dedicata la mostra dal titolo “I volti e l’anima” pensata e sviluppata dalla Fondazione Cosso su progetto di Vittorio Sgarbi, che intende portare sul territorio piemontese capolavori rari dell’arte italiana e internazionale, il più delle volte custoditi in collezioni private e quindi difficilmente visibili al grande pubblico. In concomitanza con la grande mostra monografica in programma alle Scuderie del Quirinale durante la primavera, la Fondazione Cosso porta quindi Tiziano al Castello di Miradolo dal 16 marzo al 16 giugno, con apertura al pubblico da domenica 17 marzo.
Il grande maestro veneto cinquecentesco si è distinto, nel corso della sua lunga vita, per un’importante produzione di ritratti. Nella fase giovanile, Tiziano risente dell’ispirazione di Giorgione e Lorenzo Lotto tanto da far ipotizzare, da una parte della critica, l’attribuzione per alcune opere a questi maestri. Nella maturità invece, grazie all’aiuto di una florida bottega, imbastisce “l’invenzione” compositiva del quadro che poi viene terminato dagli allievi. Molte sono le opere discusse nel corpus del pittore di Pieve di Cadore, che occupano un posto importante nella letteratura critica per la definizione del linguaggio tizianesco, particolarmente per il risvolto psicologico del volto.
Si sofferma anche su questi aspetti la mostra del Castello di Miradolo, nella quale trovano posto 8 straordinarie opere che permetteranno di far luce non solo sulle identità dei personaggi, ma anche sull’autografia di Tiziano, a partire dal bel Ritratto di gentiluomo, sul quale è emersa la firma del pittore a seguito del recente restauro. L’opera, in arrivo dall’americano Cleveland Museum of Arts, è datata 1533 ed è per la prima volta esposta in Italia a seguito del restauro voluto da Vittorio Sgarbi. Tiziano coglie qui con acuta immediatezza i caratteri fisionomici e la sottigliezza psicologica del personaggio che potrebbe essere, in ragione dei libri, un umanista. Emerge la grande maestria dell’artista nell’utilizzo del colore, la vibrazione luministica della materia, che annuncia la libertà di tocco che esibirà nelle opere del decennio successivo.
La mostra prosegue proponendo due ritratti in cui Tiziano pone il protagonista di tre quarti, lasciando spazio sullo sfondo per un elemento tipico dell’arte tizianesca: il paesaggio. Si tratta del Ritratto di Zuan Paulo da Ponte, atmosferico e di gran valore tattile e del Ritratto del Comandante Gabriele Tadino, databile tra il 1537 e il 1538, disposto in un’armonica scena unica con lo sfondo che esplicita il valore sociale e storico dell’uomo.
Si prosegue con il Ritratto di Federico II Gonzaga, dal carattere fortemente intimista, risalente agli anni giovanili, anni in cui Tiziano esegue anche il pensieroso profilo del poeta Pietro Aretino. In questo ritratto il maestro cadorino cattura la natura contemplativa di un personaggio alla Giorgione. Ritratti, questi, posti accanto all’intenso Ritratto di Giulio Romano, un quadro mai esposto in Italia prima d’ora.
Di grande impatto è l’imponente e solenne San Francesco riceve le stimmate, un eccezionale prestito proveniente dalla Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno, nel quale è ben visibile la firma dell’artista sulla tela, accanto a tre ritratti di grande coinvolgimento psicologico, tra i quali quello del committente Desiderio Guidoni.
Il focus su Tiziano Vecellio si chiude con un Autoritratto di profilo, proveniente da una collezione privata americana, eseguito a gesso nero su carta d’avorio che in Italia è stato esposto una sola volta nel 2007.
Le figure sono rese con quell’intensa forza drammatica che ha fatto di Tiziano uno dei ritrattisti più contesi dalle maggiori corti europee. La tensione dinamica dei volti, la vivida intensità degli sguardi e la chiarezza con cui si sviluppano linee e colori concorrono alla resa psicologica dei personaggi, dei quali viene esaltato non soltanto il ruolo sociale, attraverso i singoli dettagli, ma anche la forza della personalità.