LA SCOMPARSA DI GERMANO BERINGHELI
Con la scomparsa, all'età di 87 anni, di Germano Beringheli, Genova perde il critico che per un sessantennio ne ha accompagnato la vicenda artistica dalle colonne de Il Lavoro (e poi de La Repubblica e del Secolo XIX) con la storica rubrica "Forme e colori".
Protagonista delle cruciali vicende della Cooperativa e della Galleria del Deposito, fondata nel 1963 per iniziativa di Eugenio Carmi, nella cui sede si sono incrociati alcuni dei maggiori artisti europei del tempo (da Vasarely a Max Bill, da Winfred Gaul a Joe Tilson) e del Museo Sperimentale promosso da Eugenio Battisti (poi approdato, dopo il rifiuto di una sede stabile in città, alla Galleria d'Arte Moderna di Torino), presente agli storici Incontri di Verucchio patrocinati da Giulio Carlo Argan, Beringheli ha affiancato alla critica militante l'insegnamento presso l'Accademia Ligustica di Belle Arti e un'attività editoriale concentrata attorno al Dizionario degli artisti liguri, pubblicato a più riprese - in versioni via via aggiornate - dall'editore De Ferrari.
Polemico con la città - o meglio con i suoi amministratori e la cosiddetta "classe dirigente", cui imputava l'atteggiamento miope e indifferente nei confronti della cultura - ma profondamente radicato nell'orizzonte aperto della sua storia - Germano Beringheli ha sempre nutrito la sua esperienza di critico e storico dell'arte con lo studio appassionato di altre discipline dalla letteratura alla filosofia, dalla psicologia e alla linguistica, non facendo mancare il suo impegno negli ambiti in cui si manifestavano fervore di ricerca e disponibilità a superare schemi obsoleti, come dimostra (un esempio fra i tanti, ma di particolare significato) la lunga collaborazione con "Il Gallo" la rivista cattolica fondata da Nando Fabro che ebbe un ruolo di rilievo nel dibattito preconciliare.
Con la scomparsa, all'età di 87 anni, di Germano Beringheli, Genova perde il critico che per un sessantennio ne ha accompagnato la vicenda artistica dalle colonne de Il Lavoro (e poi de La Repubblica e del Secolo XIX) con la storica rubrica "Forme e colori".
Protagonista delle cruciali vicende della Cooperativa e della Galleria del Deposito, fondata nel 1963 per iniziativa di Eugenio Carmi, nella cui sede si sono incrociati alcuni dei maggiori artisti europei del tempo (da Vasarely a Max Bill, da Winfred Gaul a Joe Tilson) e del Museo Sperimentale promosso da Eugenio Battisti (poi approdato, dopo il rifiuto di una sede stabile in città, alla Galleria d'Arte Moderna di Torino), presente agli storici Incontri di Verucchio patrocinati da Giulio Carlo Argan, Beringheli ha affiancato alla critica militante l'insegnamento presso l'Accademia Ligustica di Belle Arti e un'attività editoriale concentrata attorno al Dizionario degli artisti liguri, pubblicato a più riprese - in versioni via via aggiornate - dall'editore De Ferrari.
Polemico con la città - o meglio con i suoi amministratori e la cosiddetta "classe dirigente", cui imputava l'atteggiamento miope e indifferente nei confronti della cultura - ma profondamente radicato nell'orizzonte aperto della sua storia - Germano Beringheli ha sempre nutrito la sua esperienza di critico e storico dell'arte con lo studio appassionato di altre discipline dalla letteratura alla filosofia, dalla psicologia e alla linguistica, non facendo mancare il suo impegno negli ambiti in cui si manifestavano fervore di ricerca e disponibilità a superare schemi obsoleti, come dimostra (un esempio fra i tanti, ma di particolare significato) la lunga collaborazione con "Il Gallo" la rivista cattolica fondata da Nando Fabro che ebbe un ruolo di rilievo nel dibattito preconciliare.