lunedì 14 aprile 2014

TOMAS SARACENO: IRIDISCENT PLANET - PALAZZO DUCALE, GENOVA





TOMAS SARACENO
IRIDISCENT PLANET
Palazzo Ducale - Cortile Maggiore
piazza Matteotti 9 - Genova
dal 10/4/2014 al 10/07/2014

La re-invenzione dinamica e meta-teorica dello spazio di Tomas Saraceno tende a costruire un oikos, inteso nell’accezione greca originaria di casa, habitat, ambiente, anche pianeta, muovendo dalla ripartizione ternaria dell’istanza ecologica teorizzata da Félix Guattari in “Le tre ecologie”. Come Guattari, Saraceno pare intendere il termine ecologia in sé e per sé riduttivo, di fatto dietro allo strategia meramente difensiva dell’ambiente si possono mascherare gli schemi distruttivi e gli standard inquinanti che mantengono e assistono l’economia ossessionata dallo sviluppo e dalla iper-produzione. Dietro alla parola ecologia si possono anche mascherare correnti politiche territorializzanti e xenofobe, arcaicizzanti e anti-tecnologiche. Gli oikos di Saraceno rappresentano un modello rispetto alla triplicità di Guattari dimostrando attraverso un’estetica di matrice relazionale e coabitazionale, l’impossibilià di re-inventare l’ambiente senza ricostituire la sfera soggettiva, quella intersoggettiva e sociale. Bruno Latour ha definito Saraceno un artista post-critico, definizione condivisibile, soprattutto rispetto a una interpretazione ecosofica delle sue architetture imprevedibili, tendenti a modificare concretamente, le norme sociali attraverso modalità partecipative che rimandano a una rete tangibile di un’utopica quanto possibile democrazia molecolare territoriale e aterritoriale nel contempo. In un certo senso un esempio non gerarchico di governabilità di stampo comunitario, si potrebbe parlare forse anche di biopolitica. Questo intendeva anche e forse Bruno Latour in un testo assai pertinente, ispirato da “Galaxies forming…” presentato alla Biennale di Venezia del 2009, affermando che il lavoro di Saraceno recupera l’ordine del modernismo, nella prospettiva orizzontale e non dirigistica del postmodernismo.
Saraceno per costruire i suoi mirabolanti territori onirici e sublimi, si ancora, come si attaccherebbe un ragno , per iniziare la sua tessitura, alla precarietà di un filo d’erba, alle minacce reali cronicizzate dallo stato d’eccezione illimitato e mai disinnescato nel nostro tempo, calibrando attentamente dove caricare e scaricare nodi e tensioni e delineando in qualche modo se non proprio una via di fuga, un laboratorio, che coadiuvato dalla suggestione microgravitazionale, potrebbe educare all’ecologia esistenziale.
Saraceno seguendo la tradizione di architetti e teorici come Richard Buckminster Fuller, Archigram, Yona Friedman tende a estendere la riflessione dell’architettura su temi cosmici e universali. Saraceno guarda ai principi scientifici e alle innovazioni tecnologiche secondo dinamiche ibridatorie che tendono a immaginare “utopie realizzabili” che vogliono farci riflettere sulle urgenze planetarie, focalizzando su luce, energia, movimento, mutevolezza e anche sulla fragilità e sulla vulnerabilità. L’opera di Saraceno spinge in qualche modo a trovare soluzioni.
Nel Cortile Maggiore di Palazzo Ducale in occasione del Festival “La Storia in Piazza”, focalizzato in questa edizione sul tema del cibo e di conseguenza sull’idea di sostenibilità e interazione sociale, Saraceno presenterà un piccolo mondo sospeso in forma di globo iridescente di circa 3metri di diametro, racchiuso dentro a una rete di poliestere ancorata al selciato, alle colonne, ai muri. Pensato appositamente per l’antico cortile del palazzo storico genovese, il pianeta di Saraceno irradia dalla superficie, costituita da solar foil, una forma di energia cromatica, il cui spettro di colori è celestiale.