SERGIO PALLADINI
IL SEGNO E LA FORMA
a cura di Luciano Caprile
MuseoTeatro della Commenda di Pré
piazza della Commenda - Genova
5/3/2015 - 16/4/2015
Da sempre la pittura di Sergio Palladini si intinge nello stupore di chi si affaccia per la prima volta su un paesaggio sognato, incontaminato.
L'attuale rassegna s'avvia idealmente con "L'albero", una tecnica mista su tavola del 2007 che ricama un magico connubio tra la natura e il cielo; quindi con "Il Ponente aereo" del 2011 il crescendo ascensionale delle nubi lascia su un fondale quella città cantata e decantata in tante opere precedenti. Il margine della leggerezza estatica si dilata nella "Nave fantasma" del 2012 dove la citazione entra come particolare esclusivamente narrativo nel gioco delle luci a fasce perpendicolari che sottolineano la scena e la depongono in grembo alla nostalgia.
Ogni elemento, avvolto e selezionato dalle ripetute velature e dalla luce (come avviene anche in "Ponente Ligure" del 2013), smarrisce ogni riferimento con la realtà per assumere il ruolo di allegoria di un territorio che incide profondamente lo spirito di chi lo vive come imprescindibile nutrimento quotidiano.
A partire da "Ponente Ligure" del 2012 si fa strada un nuovo approccio emozionale dettato da quella lievità narrativa che si fa materia e dalla luce che incontra la notte per concepire un nuovo e incombente contrasto di chiari e di scuri come per indagare il lato meno estatico e non ancora manifestato della poetica di Sergio Palladini.
I suoi "notturni" portano sostanziali mutamenti contemplativi: le nuvole gessose acquistano un peso incombente sul paesaggio che si sfarina sotto il cielo blu/nero ("La città" del 2014) mentre i coevi "Alberi" intingono le disperate fronde nella ocracea landa che li accoglie.
Ora appare dunque l'interpretazione di un'altra parte percettiva ed emozionale della vita.
IL SEGNO E LA FORMA
a cura di Luciano Caprile
MuseoTeatro della Commenda di Pré
piazza della Commenda - Genova
5/3/2015 - 16/4/2015
Da sempre la pittura di Sergio Palladini si intinge nello stupore di chi si affaccia per la prima volta su un paesaggio sognato, incontaminato.
L'attuale rassegna s'avvia idealmente con "L'albero", una tecnica mista su tavola del 2007 che ricama un magico connubio tra la natura e il cielo; quindi con "Il Ponente aereo" del 2011 il crescendo ascensionale delle nubi lascia su un fondale quella città cantata e decantata in tante opere precedenti. Il margine della leggerezza estatica si dilata nella "Nave fantasma" del 2012 dove la citazione entra come particolare esclusivamente narrativo nel gioco delle luci a fasce perpendicolari che sottolineano la scena e la depongono in grembo alla nostalgia.
Ogni elemento, avvolto e selezionato dalle ripetute velature e dalla luce (come avviene anche in "Ponente Ligure" del 2013), smarrisce ogni riferimento con la realtà per assumere il ruolo di allegoria di un territorio che incide profondamente lo spirito di chi lo vive come imprescindibile nutrimento quotidiano.
A partire da "Ponente Ligure" del 2012 si fa strada un nuovo approccio emozionale dettato da quella lievità narrativa che si fa materia e dalla luce che incontra la notte per concepire un nuovo e incombente contrasto di chiari e di scuri come per indagare il lato meno estatico e non ancora manifestato della poetica di Sergio Palladini.
I suoi "notturni" portano sostanziali mutamenti contemplativi: le nuvole gessose acquistano un peso incombente sul paesaggio che si sfarina sotto il cielo blu/nero ("La città" del 2014) mentre i coevi "Alberi" intingono le disperate fronde nella ocracea landa che li accoglie.
Ora appare dunque l'interpretazione di un'altra parte percettiva ed emozionale della vita.