venerdì 6 marzo 2015

IRENE GUIDA: CORRIDOI - QUODLIBET 2015




IRENE GUIDA
CORRIDOI
La linea in Occidente
Quodlibet (18 febbraio 2015)
Collana: Quodlibet studio. Città e paesaggio

La società in cui viviamo viene spesso descritta come società delle reti, basata sul principio della connessione. Ogni rete però è costituita a sua volta da corridoi, dunque rete e corridoio non sono figure in antinomia e anzi, come sottolinea l’autrice, «Il paradosso delle reti è che più esse sono interconnesse, più il tipo di spazio in cui viviamo diventa simile a un corridoio», portando così alle estreme conseguenze uno spunto di Rem Koolhaas di oltre dieci anni fa: «i corridoi non collegano più semplicemente A e B, ma sono divenuti “destinazioni”».
Attraverso le figure, dalla parola al gesto, dalla metafora ecologica all’oggetto corridoio, liberandosi dalla semplice idea della metafora e dell’elemento costruttivo, questo saggio presenta una nuova lettura e interpretazione sia dello spazio sia del territorio. Tale lettura procede spesso a ritroso sulla scia di Michel Foucault, Giorgio Agamben e Bernardo Secchi, attraverso una archeologia che ricostruisce il ruolo della figura lineare del corridoio nel mondo occidentale con puntuali verifiche in ambito filosofico, letterario e artistico oltre che architettonico e urbanistico. E non a caso fin dalle radici culturali più remote dell’Occidente, il corridoio emerge come concetto portatore di senso se è vero che in ebraico è misdaron, parola formata dalla radice s-d-r, la stessa di seder: ordine.

Irene Guida ha conseguito il dottorato di ricerca in Urbanistica presso l’Università IUAV di Venezia nel 2012, dopo un periodo di studi negli Stati Uniti presso la UMBC di Baltimora e la New School di New York. Svolge attività didattica e di ricerca all’Università IUAV. Ha curato, insieme a Valentina Bandieramonte, Chiara Cavalieri e Kaveh Rashidzadeh, il volume The Next Urban Question (Officina, Roma 2014). Nel gennaio 2013 ha pubblicato L’acciaio tra gli ulivi, un ebook edito e distribuito da «Linkiesta». Collabora inoltre con la rivista «Exibart».