SOGGIORNO IN UNA CASA DI
CAMPAGNA
Adelphi, 10/10/2012
collana "Biblioteca Adelphi"
Nel
1966, in procinto di lasciare la Svizzera per Manchester, Sebald mette in
valigia i libri di tre scrittori destinati a segnare per sempre la rotta dei
suoi incessanti viaggi letterari. Per questo, più di trent'anni dopo, sente di
dover rendere a Gottfried Keller, Johann Peter Hebel e Robert Walser un
personale tributo, assecondando ancora una volta "quello strano disturbo del
comportamento che costringe a trasformare tutti i sentimenti in parole scritte e
che, pur mirando alla vita, riesce sempre con sorprendente precisione a mancare
il centro". In realtà, nel seguire in queste "note marginali d'una certa
ampiezza" le tracce dei suoi autori prediletti - cui negli anni si sono aggiunti
Rousseau e Mörike -, Sebald indaga le derive compulsive della scrittura, che
finiscono per rendere chi ne è colpito il più inguaribile tra i "malati di
pensiero". Ne riconosciamo gli effetti sul filosofo francese il quale, pur
ravvisando "nell'uomo pensante un animale degenerato", arriva a prendere appunti
persino sulle carte da gioco; su Walser, che conduce una silenziosa battaglia
contro la folle grandiosità del suo tempo e compone in una grafia sempre più
minuta, ai limiti del visibile, i leggendari "microgrammi"; e così su Keller,
Hebel, Mòrike, la cui arte assomiglia al tentativo di esorcizzare, quasi fosse
una maledizione, "il nero garbuglio che minaccia di prendere il sopravvento".