TIMELINES
a cura di Valerio Dehò
TRA Treviso Ricerca Arte
Ca' dei Ricchi
via Barberia 25 - Treviso
21/5/2015 - 4/7/2015
La mostra, curata da Valerio Dehò e realizzata in collaborazione con Galleria P420 di Bologna, vede esposte una quindicina di opere di cinque artisti internazionali: Irma Blank Hanne Darboven Paolo Icaro Joachim Schmid Franco Vaccari.
"Il Novecento ha inventato il tempo. Prima c’era, ma lo si percepiva in un modo diverso. La gente viveva senza darci troppo peso, il mondo era semplice e a portata di mano. Bastavano le stagioni e che il sole sorgesse sempre la mattina. Nel Novecento si sono scoperti gli atomi, la gravitazione, l’infinitamente piccolo e l’immensamente grande, poi negli anni Sessanta l’elettronica e la comunicazione digitale. Il nostro universo è diventato una molecola di un organismo dai confini incerti. Sembra che l’infinito, secondo la teoria della relatività, sia una specie di cilindro. Non lo vedremo mai, però è singolare osservare che Einstein presentò la sua Relatività ristretta nel 1905, lo stesso anno in cui nacquero l’espressionismo in Germania, i fauves in Francia e Cezanne dipinge La montagne Sainte-Victoire. In Russia cominciano le rivoluzioni che porteranno a quella di Ottobre 1917 e viene abbandonato il realismo per l’astrazione geometrica. Il tempo entra in modo determinante tra i nuovi paradigmi del XX secolo perché diminuisce con la velocità, non è più lineare e consequenziale come nell’Ottocento, diventa circolare come una Kundalini, aprendo la cultura occidentale a influenze di altre culture e altre storie. Per questo l’arte nell’incertezza di una temporalità dilatata o rappresa come una macchia d’inchiostro, si è misurata sempre di più con una dimensione fisica e psichica variabile. Gli orologi di Salvador Dalì si sciolgono, il tempo si srotola nei suoi misuratori, ma diventa sempre più relativo e impreciso. Più lo si costringe nella stretta ripartizione del calendario, delle ore e dei minuti e più ci si accorge che la sua assolutezza ha smesso di avere alcuna autorità e che le varie sacre scritture hanno sempre raccontato balle sull’origine del mondo che è poi anche la nostra (...)".
- Valerio Dehò
a cura di Valerio Dehò
TRA Treviso Ricerca Arte
Ca' dei Ricchi
via Barberia 25 - Treviso
21/5/2015 - 4/7/2015
La mostra, curata da Valerio Dehò e realizzata in collaborazione con Galleria P420 di Bologna, vede esposte una quindicina di opere di cinque artisti internazionali: Irma Blank Hanne Darboven Paolo Icaro Joachim Schmid Franco Vaccari.
"Il Novecento ha inventato il tempo. Prima c’era, ma lo si percepiva in un modo diverso. La gente viveva senza darci troppo peso, il mondo era semplice e a portata di mano. Bastavano le stagioni e che il sole sorgesse sempre la mattina. Nel Novecento si sono scoperti gli atomi, la gravitazione, l’infinitamente piccolo e l’immensamente grande, poi negli anni Sessanta l’elettronica e la comunicazione digitale. Il nostro universo è diventato una molecola di un organismo dai confini incerti. Sembra che l’infinito, secondo la teoria della relatività, sia una specie di cilindro. Non lo vedremo mai, però è singolare osservare che Einstein presentò la sua Relatività ristretta nel 1905, lo stesso anno in cui nacquero l’espressionismo in Germania, i fauves in Francia e Cezanne dipinge La montagne Sainte-Victoire. In Russia cominciano le rivoluzioni che porteranno a quella di Ottobre 1917 e viene abbandonato il realismo per l’astrazione geometrica. Il tempo entra in modo determinante tra i nuovi paradigmi del XX secolo perché diminuisce con la velocità, non è più lineare e consequenziale come nell’Ottocento, diventa circolare come una Kundalini, aprendo la cultura occidentale a influenze di altre culture e altre storie. Per questo l’arte nell’incertezza di una temporalità dilatata o rappresa come una macchia d’inchiostro, si è misurata sempre di più con una dimensione fisica e psichica variabile. Gli orologi di Salvador Dalì si sciolgono, il tempo si srotola nei suoi misuratori, ma diventa sempre più relativo e impreciso. Più lo si costringe nella stretta ripartizione del calendario, delle ore e dei minuti e più ci si accorge che la sua assolutezza ha smesso di avere alcuna autorità e che le varie sacre scritture hanno sempre raccontato balle sull’origine del mondo che è poi anche la nostra (...)".
- Valerio Dehò