domenica 14 giugno 2015

JOTAF: NON SOLO SELFIES - PALAZZO DUCALE, GENOVA




JOTAF
NON SOLO SELFIES
Palazzo Ducale - Sala Liguria
piazza Matteotti 9 - Genova
12/6/2015 - 21/6/2015

Un cammino caratterizzato sovente anche da errori. Nella fotografia l’atto artistico ha inizio prima di riprendere l’immagine: non è questione di stile e non dipende dal soggetto della scena, ma dalle intenzioni e dalle pratiche di realizzazione. L’arte di Jotaf si potrebbe ritrovare in quella che viene definita “fotografia soggettiva” di stampo californiano. Nelle sue competenze pedagogico-artistiche, in una visione dell’” educazione alla fotografia”, include anche un approccio empatico e una lettura psicologica delle immagini. Esse, infatti, sono la punta dell’iceberg di un progetto, o la realizzazione finale di un procedimento che si allontana sempre più dall’idea romantica e naif del fotografo che vaga tra le vicende della vita quotidiana, in attesa di catturare un atteggiamento od un’inquadratura.
Perché l’uso del bianco e nero? A volte il colore può risultare un elemento percettivamente molto forte che attrae oltremodo molto l’attenzione dell’osservatore. Di conseguenza, la sola presenza del colore può distogliere dagli altri elementi di una fotografia, come la luce o la trama della superficie degli oggetti. Qualora poi si tratti di pigmenti molto forti e brillanti, il loro effetto distraente è maggiore, oltre ad assumere, di primo acchito, un valore documentaristico, di mera registrazione degli eventi. Il bianco e nero invece, per sua natura, si differisce dalla realtà e lascia maggiore spazio all’interpretazione. L’impatto visivo rende “automaticamente” la ripresa in bianco e nero più indistinta, ipotetica, irreale. Ma, quasi d’incanto, l’utilizzo del colore diviene necessario, è l’immagine stessa che te lo chiede gridando, e la sua forza diviene indiscutibile. In realtà, è solo quando vedi la fotografia che riuscirai a sapere se debba essere a colori oppure no!
Perché l’uso del bianco e nero a colori? La luce è somma di tinte, toni e sfumature che penetrano nei nostri corpi e condizionano le nostre reazioni, il nostro umore, le nostre emozioni. Il colore avvolge le ore del giorno e delle stagioni, intervallato dalla notte, metronomo che ritma il trascorrere del tempo. Si creano relazioni inconsce profonde tra colori e sensazioni, simili in tutte le civiltà, tanto che persino il linguaggio è pregno di espressioni che usano i colori per esprimere concetti indescrivibili. Ad esempio la percezione del giallo è molto sviluppata, tanto da riuscire a distinguere ed a “classificare” una moltitudine di sfumature: i popoli primitivi distinguevano molti più gialli di noi “civilizzati”, così come gli uomini del Settecento discernevano molte più gradazioni, quantità e qualità di suoni di noi “moderni”.
Non sempre il “progresso” è sinonimo di miglioramento. Feliz sperimenta la “teoria dei colori” in bianco nero quale apporto importante al messaggio che intende trasmettere, sfruttando con coerenza ed armonia il “dipingere con la luce” che è somma di animazione tra monocromatismi e mancanza di colore, ossia il bianco-nero ma pur esso, a tutti gli effetti, colore. Per questi motivi Non solo selfie supera il difficilissimo esame del tempo, allo scopo di restituire “un ricordo” a noi orfani della nostra storia e della nostra cultura.
- Andrea Panizzi