ITALO CALVINO
UN OTTIMISTA IN AMERICA
Mondadori
(7 ottobre 2014)
Al ritorno dal suo primo viaggio americano, durato dal novembre del 1959 al maggio del 1960, Italo Calvino decide di rielaborare il diario con cui ha tenuto al corrente delle sue "avventure" gli amici einaudiani: intende farne un libro "come i Viaggi di Gulliver", dichiara. "Partendo per gli Stati Uniti, e anche durante il viaggio, spergiuravo che non avrei scritto un libro sull'America (ce n'è già tanti!). Invece ho cambiato idea. I libri di viaggio sono un modo utile, modesto eppure completo di fare letteratura. Sono libri che servono praticamente, anche se, o proprio perché, i paesi cambiano d'anno in anno e fissandoli come li si è visti se ne registra la mutevole essenza; e si può in essi esprimere qualcosa che va al di là della descrizione dei luoghi visti, un rapporto tra sé e la realtà, un processo di conoscenza". "Un ottimista in America" racconta proprio "un processo di conoscenza". Incontri, impressioni e riflessioni mettono a fuoco il mito americano, soprattutto dal punto di vista antropologico: la mentalità dei singoli e la società che ne deriva. Il calibratissimo montaggio dei capitoli segue le tappe della scoperta del "paese degli uomini che hanno scelto la geografia e non la storia"; il viaggio inizia e finisce a New York, "città impregnata di elettricità" che conquista Calvino "come una pianta carnivora assorbe una mosca".
UN OTTIMISTA IN AMERICA
Mondadori
(7 ottobre 2014)
Al ritorno dal suo primo viaggio americano, durato dal novembre del 1959 al maggio del 1960, Italo Calvino decide di rielaborare il diario con cui ha tenuto al corrente delle sue "avventure" gli amici einaudiani: intende farne un libro "come i Viaggi di Gulliver", dichiara. "Partendo per gli Stati Uniti, e anche durante il viaggio, spergiuravo che non avrei scritto un libro sull'America (ce n'è già tanti!). Invece ho cambiato idea. I libri di viaggio sono un modo utile, modesto eppure completo di fare letteratura. Sono libri che servono praticamente, anche se, o proprio perché, i paesi cambiano d'anno in anno e fissandoli come li si è visti se ne registra la mutevole essenza; e si può in essi esprimere qualcosa che va al di là della descrizione dei luoghi visti, un rapporto tra sé e la realtà, un processo di conoscenza". "Un ottimista in America" racconta proprio "un processo di conoscenza". Incontri, impressioni e riflessioni mettono a fuoco il mito americano, soprattutto dal punto di vista antropologico: la mentalità dei singoli e la società che ne deriva. Il calibratissimo montaggio dei capitoli segue le tappe della scoperta del "paese degli uomini che hanno scelto la geografia e non la storia"; il viaggio inizia e finisce a New York, "città impregnata di elettricità" che conquista Calvino "come una pianta carnivora assorbe una mosca".