venerdì 10 ottobre 2014

MEMLING. RINASCIMENTO FIAMMINGO - SCUDERIE DEL QUIRINALE, ROMA





MEMLING. RINASCIMENTO FIAMMINGO
a cura di Till-Holger Borchert
Sede Scuderie del Quirinale
via XXIV Maggio 16 - Roma
dal 10/10/2014 al 18/1/2015

Nel 1529 il veneziano Marcantonio Michiel vide un piccolo quadro raffigurante San Gerolamo nel suo studio nella collezione del concittadino Antonio Pasqualino e che ora si trova alla National Gallery di Londra, definitivamente attribuito ad Antonello da Messina. Micheli così scriveva a proposito dell’opera: “Alcuni credono che el sii stato di mano de Antonello da Messina; ma li più, e più verosimilmente, l’attibuiscono a Giannes [Jan van Eyck] ovvero al Memelin pittor antico Ponentino: e cussì mostra quella maniera, benchè il volto è finito alla italiana, sicchè pare di mano del Iacometto [Jacometto Veneziano]”.
Queste lontane parole dicono molto della fama che aveva raggiunto Hans Memling in Italia, l’artista che seppe operare una sintesi armoniosa, complessa e sommamente originale delle conquiste dei grandi fondatori dell’arte fiamminga e influenzare tanta parte dell’arte italiana da cui era stato a sua volta influenzato.
Il prossimo 10 ottobre alle Scuderie del Quirinale di Roma si inaugura "Memling. Rinascimento fiammingo", promossa dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, da Roma Capitale - Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica e organizzata dall’Azienda Speciale Palaexpo in coproduzione Arthemisia Group.
Una monografica mai prima realizzata nel nostro Paese e la più vasta per numero di opere fuori da Belgio, che si inserisce nel solco delle grandi monografie apprezzate dagli specialisti e dal grande pubblico della sede espositiva romana, e che finalmente darà ragione delle qualità eccelse di questo artista che visse 59 anni, lasciando due figli, o forse due apprendisti e una cospicua eredità.
Il progetto espositivo di Till-Holger Borchert, curatore del Memling Museum di Bruges, studioso di livello internazionale dell’arte fiamminga del XV secolo, da Van Eyck a Van der Weyden, riunisce una lunga serie di olii su tavola ed è la prima rassegna interamente dedicata all'artista e incentrata su ogni aspetto della sua opera e della sua carriera, dalle pale d'altare ai trittici portatili, ai dipinti devozionali, oltre ai famosi ritratti, genere in cui Memling seppe perfezionare lo schema campito su uno sfondo di paesaggio, che ebbe vasta diffusione e un forte influsso anche sulle opere di numerosi artisti italiani del primo Cinquecento.
La mostra si propone inoltre di approfondire le forme di mecenatismo che fecero da propulsore per la carriera dell'artista. Più di tutti i suoi contemporanei, Memling divenne il pittore preferito della potente comunità di mercanti e agenti commerciali italiani a Bruges, diventando l'erede dei venerati maestri fiamminghi ormai scomparsi, Jan Van Eyck e Rogier van der Weyden. Fin dall'inizio della sua attività indipendente come pittore di tavole, Memling riuscì a creare una sintesi dei notevoli risultati di entrambi quei maestri, già tenuti nella più alta considerazione dalla nobiltà italiana e dalle élite urbane che ne fecero il loro pittore di riferimento.

Oltre a capolavori di arte religiosa provenienti dai più importanti musei del mondo, tra cui dittici e trittici ricomposti per la prima volta in occasione della mostra come il Trittico Pagagnotti (Firenze, Uffizi; Londra, National Gallery), il Trittico di Jan Crabbe (Vicenza, Museo civico; New York, Morgan Library; Bruges, Groeningemuseum) o il monumentale Trittico della famiglia Moreel (Bruges, Groeningemuseum) che spettacolare fondale del percorso espositivo al primo piano, la mostra presenterà una magnifica serie di ritratti tra cui Ritratto di giovane dalle Gallerie dell'Accademia di Venezia, il Ritratto di uomo dalla Royal Collection di Londra - prestito eccezionale della Regina Elisabetta II -, il celeberrimo Ritratto di uomo della Frick Collection di New York nonché il magnifico Ritratto di uomo con moneta romana (ritenuto l'effigie dell'umanista Bernardo Bembo) proveniente da Anversa.

Lʼesposizione si compone di sette sezioni. Nella prima saranno esposti i lavori iniziali di Memling accanto a quelli del suo presunto maestro Rogier Van del Weyden. Il confronto tra i due artisti farà comprendere perché Memling divenne così popolare presso la committenza italiana e perché i suoi lavori erano parimenti richiesti dai clienti e dagli artisti. Tra le opere presenti in questa sezione rammentiamo la Deposizione di Van der Weyden, il Trittico per Jan Crabbe, eccezionalmente ricostruito – e per la prima volta - per lʼesposizione dal momento che la parte centrale arriva da Vicenza, le ali interne dalla Morgan Library di New York e quelle esterne dal Groeningmuseum di Bruges.
Le seconda sezione è dedicata alle opere devozionali di Memling, una tipologia di lavori che tanto influenzarono lʼarte italiana. Pittori quali Ghirlandaio copiarono meticolosamente i prototipi di Memling per emulare la sua arte e anche per soddisfare le esigenze dei loro clienti italiani che erano rimasti colpiti dalle immagini devozionali del Nord Europa. In questa sezione si potranno ammirare tra le altre opere, il Dittico memlinghiano composto dal Cristo Benedicente da Genova e la Mater dolorosa da collezione privata inglese, nonché la copia del Ghirlandaio del Cristo di Memling che testimonia la presenza del quadro nella Firenze del XV secolo.
La terza sezione è dedicata al monumentale Trittico per la famiglia Moreel dal Groeningemuseum di Bruges. Accanto allʼopera una grande tavola di anonimo fiammingo che, nella figura di San Michele, riecheggia in modo patente la figura del Trittico del Giudizio universale di Danzica, in particolare quella dipinta sullʼanta posteriore.
La quarta sezione è focalizzata sulla pittura di narrazione di Memling. Il pittore di Bruges è stato anticipatore di questo genere creando moltissime opere affascinanti che accrebbero la stima nei suoi confronti. La Passione di Cristo, commissionata da Tommaso Portinari ed entrata nella collezione dei Medici, fece sì che molti pittori italiani cominciassero a trattare la pittura narrativa in modo completamente nuovo. In questa sezione sarà possibile ammirare anche la Passione di Cristo, dalla Sabauda di Torino. Memling è stato un eccellente ritrattista. Le sue opere furono modello per la ritrattistica rinascimentale tanto in Italia quanto nelle Fiandre.
La quinta sezione dunque è dedicata ai suoi ritratti messi a confronto con altri pittori a lui coevi in Belgio. Tra le opere presenti in questa sezione rammentiamo il Ritratto dʼuomo della Frick Collection, quello della Royal Collection e ancora quello dellʼAccademia di Venezia.
La sesta sezione è dedicata agli altari devozionali di committenza privata. In essa saranno presenti un numero consistente di lavori mai mostrati prima in pubblico. La sezione è costituita di tre parti: la prima contiene i lavori di Memling, mentre la seconda è centrata sui pittori che a Bruges lavoravano per clienti italiani e proprio in questa parte saranno presenti alcuni tra i lavori più importanti presenti nelle collezioni italiane sottoposti ad indagine scientifica per la prima volta.
Nella terza parte della sezione alcune opere di Memling che recano i primi segni dellʼornamentistica rinascimentale che venne fatta propria dal nord Europa. Tra le opere presenti in questa sezione La Madonna con Bambino ed Angeli dalla National Gallery of Art di Washington, alcune tavole recentemente scoperte provenienti dalla Spagna e lo straordinario monumentale trittico di San Lorenzo della Costa, dipinto per lʼomonimo mercante genovese, parzialmente attribuito a Memling e che testimonia degli scambi tra Genova e il Nord.
Lʼultima sezione rende testimonianza delle importanti commissioni di famiglie altolocate a Memling e ai suoi contemporanei, tra cui il prestito eccezionale del Trittico di Adriaen Reins da Bruges e il Trittico della Resurrezione dal Louvre.

Immagine: Hans Memling, Ritratto di donna (frammento), 1480-1485 circa, Olio su tavola (quercia), 23,2 x 18,4 cm, Stati Uniti, collezione dell’ambasciatore J. William Middendorf II.