LORENZO CAPELLINI
FOTOGRAFIE DAL 1954 AD OGGI
Palazzo Ducale - Sottoporticato
piazza Matteotti 9 - Genova
14 giugno - 21 settembre 2014
Nei sessant'anni di vita con la fotografia Lorenzo Capellini, già fotografo de Il Mondo di Pannunzio, ha documentato il Novecento artistico e letterario: da Moravia a Hemingway, da De Chirico ad Alessandra Ferri e Sylvie Guillem, da Parise a Henry Moore, da Jonesco a Pavarotti, da Muti a Antonioni, da Pasolini a Marisa Berenson, da Mandela a La Capria.
"Per la fotografia è indispensabile avere un occhio speciale, una mano ferma e delle buone gambe. Occorrono sensibilità e immaginazione: se non si hanno queste qualità, non c’è nessuna scuola al mondo che possa insegnarle.
L'occhio del fotografo è come quello del pittore che gode della forma, della struttura, della luce. Le gambe devono essere a disposizione di una curiosità insaziabile, ma non indiscreta: una presenza lieve che disegna con la luce una immagine che solo lui, il fotografo, in quel momento vede.
Vedere cose che altri non vedono o che non sanno vedere. La mano, l’indice della mano, ha il grande privilegio di fermare quell’attimo irripetibile. La tecnica in sé non esiste, ma esistono tecniche specifiche e utili a ciò che si vuole esprimere attraverso l’apparecchio fotografico che è come il pennello per il pittore o la penna per lo scrittore.
Ogni fotografo si costruisce la propria tecnica lavorando: e qui sta il superbo aspetto artigianale che determina la singolarità di ogni autore e del suo lavoro. Concentrarsi sulla tecnica significa ammettere di non avere molto da dire: spesso la fotografia bella tecnicamente non trasmette nessuna emozione. Emozione che io provo ogni volta che scatto una fotografia. L’unica grande inesauribile passione che mi accompagna nella vita.” (Lorenzo Capellini).
La mostra antologica dei lavori di Lorenzo Capellini presenta con oltre 200 fotografie il percorso artistico e di vita che ha portato il grande fotografo a farsi testimone del mondo artistico, dal balletto alla musica, di quello industriale, della moda, dell’architettura. Il mondo dell’arte, dalla letteratura alla scultura e all’architettura, dal cinema al teatro alla danza alla musica classica e non, è rappresentato in una antologica del secolo, che tassello dopo tassello ricostruisce la storia della creatività e del pensiero del Novecento.
I reportage dei suoi numerosi viaggi, che lo portano in Brasile, Messico e Cuba, in Africa con l’amico Alberto Moravia, ogni anno in Canada per fotografare la nascita delle foche, in Baja California per le balene, a Berlino per la Caduta del Muro, in Argentina per immortalare i più grandi tangueri, sono alcune delle esperienze che Capellini ci trasferisce attraverso questa esposizione.
Il mondo più intimo delle relazioni ci viene reso dalle straordinarie fotografie di personaggi incontrati e conosciuti, a cui spesso è legato da grande amicizia. E allora ecco Ernest Hemingway, Dino Buzzati, Alberto Moravia, Goffredo Parise, Giuseppe Ungaretti, Giò Pomodoro, Raffaele La Capria e molti altri ancora.
Immagine: Lorenzo Capellini, Ernst Hemingway.
FOTOGRAFIE DAL 1954 AD OGGI
Palazzo Ducale - Sottoporticato
piazza Matteotti 9 - Genova
14 giugno - 21 settembre 2014
Nei sessant'anni di vita con la fotografia Lorenzo Capellini, già fotografo de Il Mondo di Pannunzio, ha documentato il Novecento artistico e letterario: da Moravia a Hemingway, da De Chirico ad Alessandra Ferri e Sylvie Guillem, da Parise a Henry Moore, da Jonesco a Pavarotti, da Muti a Antonioni, da Pasolini a Marisa Berenson, da Mandela a La Capria.
"Per la fotografia è indispensabile avere un occhio speciale, una mano ferma e delle buone gambe. Occorrono sensibilità e immaginazione: se non si hanno queste qualità, non c’è nessuna scuola al mondo che possa insegnarle.
L'occhio del fotografo è come quello del pittore che gode della forma, della struttura, della luce. Le gambe devono essere a disposizione di una curiosità insaziabile, ma non indiscreta: una presenza lieve che disegna con la luce una immagine che solo lui, il fotografo, in quel momento vede.
Vedere cose che altri non vedono o che non sanno vedere. La mano, l’indice della mano, ha il grande privilegio di fermare quell’attimo irripetibile. La tecnica in sé non esiste, ma esistono tecniche specifiche e utili a ciò che si vuole esprimere attraverso l’apparecchio fotografico che è come il pennello per il pittore o la penna per lo scrittore.
Ogni fotografo si costruisce la propria tecnica lavorando: e qui sta il superbo aspetto artigianale che determina la singolarità di ogni autore e del suo lavoro. Concentrarsi sulla tecnica significa ammettere di non avere molto da dire: spesso la fotografia bella tecnicamente non trasmette nessuna emozione. Emozione che io provo ogni volta che scatto una fotografia. L’unica grande inesauribile passione che mi accompagna nella vita.” (Lorenzo Capellini).
La mostra antologica dei lavori di Lorenzo Capellini presenta con oltre 200 fotografie il percorso artistico e di vita che ha portato il grande fotografo a farsi testimone del mondo artistico, dal balletto alla musica, di quello industriale, della moda, dell’architettura. Il mondo dell’arte, dalla letteratura alla scultura e all’architettura, dal cinema al teatro alla danza alla musica classica e non, è rappresentato in una antologica del secolo, che tassello dopo tassello ricostruisce la storia della creatività e del pensiero del Novecento.
I reportage dei suoi numerosi viaggi, che lo portano in Brasile, Messico e Cuba, in Africa con l’amico Alberto Moravia, ogni anno in Canada per fotografare la nascita delle foche, in Baja California per le balene, a Berlino per la Caduta del Muro, in Argentina per immortalare i più grandi tangueri, sono alcune delle esperienze che Capellini ci trasferisce attraverso questa esposizione.
Il mondo più intimo delle relazioni ci viene reso dalle straordinarie fotografie di personaggi incontrati e conosciuti, a cui spesso è legato da grande amicizia. E allora ecco Ernest Hemingway, Dino Buzzati, Alberto Moravia, Goffredo Parise, Giuseppe Ungaretti, Giò Pomodoro, Raffaele La Capria e molti altri ancora.
Immagine: Lorenzo Capellini, Ernst Hemingway.