mercoledì 17 ottobre 2012

PAUL K. FEYERABEND: CONTRO L'AUTONOMIA - MIMESIS 2012

PAUL K. FEYERABEND
CONTRO L'AUTONOMIA
Il cammino comune delle scienze e delle arti
Mimesis, 3/10/2012
collana "Filosofia/Scienza"

Contemporaneo maestro del sospetto, Feyerabend ha saputo mettere il germe fecondo del dubbio nelle più granitiche certezze dei saperi cosiddetti esatti. Contro chi pretendeva di stabilire un metodo universale per il lavoro degli scienziati, ha ricordato la storia reale delle conquiste scientifiche. Una storia spesso fatta di contaminazioni con altre forme del sapere, non sempre scientifiche. Una storia che deve molto a tentativi ed errori, a intuizioni casuali. In questo libro inedito in Italia, Feyerabend approfondisce la sua critica, affrontando un altro aspetto negativo dell'organizzazione del lavoro scientifico. Per spiegare la complessità del mondo, le scienze si sono specializzate, separate tra loro in tanti settori senza comunicazione. Ma la specializzazione può essere negativa se accompagnata da una pretesa di autonomia totale. Pur rimanendo nel suo campo, dice Feyerabend, lo scienziato dovrebbe accettare il confronto con altre discipline. Dovrebbe persino accettare delle critiche e mettere in relazione il suo sapere con dei principi più generali. In questo libro tanti sono gli esempi puntuali di un'autonomia negativa che ha portato a danni e regressi proprio nelle scienze che la pretendevano. Il confronto, in altre parole, è sempre una ricchezza, anche quando la passione per la strada scelta lo fa apparire una perdita di tempo. 

Paul K. Feyerabend (Vienna 1924 – Genolier 1994) è stato uno dei grandi pensatori del Novecento. Filosofo della scienza, secondo le classificazioni usuali, ma in verità filosofo della vita e “uomo” a tutto tondo. Professore a Berkeley e a Zurigo, instancabile affabulatore continuamente disponibile alla discussione e alla rivisitazione di temi già trattati, il suo percorso intellettuale abbraccia la seconda metà del secolo scorso e conosce continui approfondimenti e sfumature delle idee di incommensurabilità e di relativismo, per approdare, nell’ultima parte della sua vita a una riconsiderazione molto umanistica di entrambe. I suoi libri più noti sono Contro il metodo (1975), La scienza in una società libera (1981) e Dialogo sul metodo (1989).