FILÒ
per il Casanova di Fellini
Einaudi, 9/10/2012
collana "Poesia"
Nel 1976, Andrea Zanzotto iniziò a collaborare al Casanova di Federico Fellini. Da quell'incontro nacque Filò, una delle raccolte più importanti del poeta. L'opera si apre con una lettera di Fellini, in cui il regista chiede a Zanzotto consigli sull'uso della lingua veneta. Seguono due componimenti inseriti nel film (Recitativo veneziano, pronunciato in una Venezia da incubo, e Cantilena londinese, filastrocca in cui domina il petél zanzottiano) e la sezione che dà il titolo all'intero volumetto: Filò. La scelta del dialetto, nella poesia di Zanzotto, è la ricerca di una zona pre-grammaticale proveniente dalle profondità dell'io, ma non contrasta con il recupero dotto della tradizione letteraria, con i continui rimandi alla Ginestra leopardiana, con le scelte metriche molto meditate. E come se la letteratura venisse risucchiata in basso in un vortice che raggiunge il centro profondo del poeta, della Terra e del cosmo. Dunque, sperimentalismo, citazionismo, legame con le radici culturali e territoriali, linguaggio infantile: una miscela esplosiva che, ancora oggi, non ha perso nulla della sua forza.