sabato 20 ottobre 2012

L'ITALIA DI LE CORBUSIER - MAXXI, ROMA



L'ITALIA DI LE CORBUSIER
a cura di Marida Talamona
MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo
via Guido Reni, 4/A - Roma
dal 17/10/2012 al 17/2/2013

La mostra “L’Italia di Corbusier” è prodotta dal MAXXI Architettura diretto da Margherita Guccione, in partenariato con la Fondation Le Corbusier di Parigi, e si avvale del supporto di un Consiglio scientifico composto da alcuni dei massimi esperti della vicenda lecorbuseriana. 

320 documenti originali e 300 fotografie per una esposizione che, seguendo un filo cronologico e tematico al tempo stesso, presenta le suggestioni delI’Italia nel percorso e nel lavoro del maestro: dai viaggi di formazione ai progetti, mai realizzati, per il Centro Calcolo Olivetti di Rho e per l’Ospedale di Venezia. 
In mostra fotografie come quelle scattate dall’architetto a Roma nel 1921 o quelle sul tetto del Lingotto di Torino, disegni, acquarelli e dipinti realizzati da Le Corbusier, accanto a opere di artisti italiani con cui era in contatto come Carlo Carrà, Giorgio Morandi, Gino Severini. 
Insieme a questo anche tanti rari documenti come la corrispondenza con Alberto Sartoris, Gino Pollini, Giuseppe Terragni e Pier Luigi Nervi, un filmato di Moholy – Nagy del 1933, una riproduzione settecentesca della pianta di Roma Antica di Pirro Ligorio, tutti tasselli che aiuteranno a comprendere la ricca e complessa formazione del grande Maestro del Novecento. 

Il giovane Charles-Edouard Jeanneret, negli anni tra il 1907 e il 1923, compie quattro successivi viaggi nel nostro paese. In mostra gli acquerelli realizzati durante il viaggio in Toscana del 1907, i disegni architettonici di Pompei, Roma e Villa Adriana, Pisa e della Certosa di Ema del 1911 e gli studi sulle città italiane condotti alla Bibliothèque Nationale di Parigi. 

La mostra illustra la ricerca urbanistica di Le Corbusier negli anni Trenta e il suo desiderio di attuare le proprie idee nella città contemporanea, anche tentando di ottenere un incarico da Mussolini e Stalin, autorità attive nella fondazione di nuove città. A testimonianza di questo viene esposta la dedica autografa scritta sul libro che l’architetto inviò ai due dittatori. 
Alla ricerca spasmodica di un committente sono ascrivibili anche i contatti con la FIAT e con Adriano Olivetti, di cui è esposta parte di una corrispondenza, espressioni di una realtà industriale in crescita e di grande modernità. 
Negli stessi anni Le Corbusier ha inoltre rapporti con i giovani architetti razionalisti italiani - a Torino, Milano, Roma e Venezia – viene infatti dato ampio spazio alle occasioni di scambi culturali e professionali che il maestro ha avuto con Piero Bottoni, Luigi Figini Alberto Sartoris, Gino Pollini e Giuseppe Terragni di cui sono esposte lettere e fotografie, e con Guido Fiorini, di cui viene esposto un disegno. 

Particolare attenzione è dedicata alla figura di Le Corbusier pittore, all’esperienza della rivista L’Esprit Nouveau, che egli dirige tra il 1920 e il 1925 insieme al pittore purista Amedeé Ozenfant, ai rapporti con le riviste italiane e alla querelle tra purismo e metafisica. Questi temi sono occasione per mostrare l’opera pittorica di Le Corbusier negli anni del Purismo accanto a quadri di Carlo Carrà, Giorgio Morandi e Gino Severini. Le Corbusier, che coltiverà sempre, accanto all’architettura, l’attività di pittore e scultore, avrà in seguito rapporti con Costantino Nivola, del quale sperimenterà personalmente la tecnica del sand-casting, insieme alla lavorazione del vetro di Murano, materiale con cui realizza due sculture, di cui sono presenti in mostra i disegni preparatori. 

Nel secondo dopoguerra il maestro, di fama ormai internazionale, tornerà più volte in Italia: a Bergamo in occasione del VII CIAM (1949), a Milano invitato dalla Triennale al Convegno De Divina et Humana Proportione, (1951) a Venezia alla Conferenza Internazionale degli Artisti e alla scuola estiva dei CIAM (1952), a Torino (1961), a Firenze dove nel 1963 è allestita la prima grande esposizione italiana dedicata all’opera corbusiana. 

Sono infine presentate le occasioni progettuali più concrete che hanno coinvolto Le Corbusier in Italia nel secondo dopoguerra ossia i progetti per il Nuovo Ospedale di Venezia e per il Centro Calcolo Olivetti a Rho, entrambi non realizzati anche a causa della scomparsa dell’architetto nel 1965. Entrambi rappresentano importanti testimonianze della poetica architettonica degli ultimi anni, rese quanto mai vive dai disegni e dai modelli originali. Il ricchissimo apparato fotografico che accompagna ciascuna sezione della mostra offre una lettura integrata di un Le Corbusier “dietro” Le Corbusier, ossia dell’uomo alle spalle di ogni sua manifestazione artistica o architettonica.