STEFANO LEVI DELLA TORRE
IL REALISMO DI DANTE
Disegni e letture della Divina Commedia
presentazione del volume edito da Morcelliana
Palazzo Ducale - Sala Camino
mercoledì 26 maggio 2015, ore 17,30
È con la sensibilità dell’artista – e del lettore appassionato – che Stefano Levi Della Torre si accosta alla Divina Commedia, sondandola con brevi scritti e rapidi tratti di penna e matita che catturano l’esattezza fisica ed emotiva dei versi danteschi. Il realismo di Dante è paradossale: se da un lato il poeta traduce i suoi argomenti in fatti riconducibili all’esperienza che l’uomo ha delle cose, dall’altro accompagna il lettore in un mondo altro dove, per esempio, Virgilio, Beatrice e il Minotauro sono resi con la medesima plasticità, in un reciproco potenziamento di fantasia e verosimile. È il parlare figurato proprio dell’arte in cui la finzione è rappresentazione della verità, in un rapporto che si ritrova rovesciato nella frode – il falso che si presenta come vero – raffigurata da Dante in Gerione, serpente con «faccia d’uom giusto».
Questo libro vuole essere un invito a gustare la Divina Commedia, in una sorta di lettura originaria che metta tra parentesi gli apparati di note per godere delle pure modalità narrative, in grado di evocare effetti figurativi e percettivi, ricostruendo con la parola le atmosfere e gli spazi fisici del viaggio nell’oltretomba, facendo vedere, udire, odorare e toccare le cose raccontate.
Stefano Levi della Torre è pittore e saggista, docente al Politecnico di Milano. Tra le sue pubblicazioni: Essere fuori luogo. Il dilemma ebraico tra diaspora e ritorno (Donzelli, 1995, premio Pozzale Luigi Russo); Zone di turbolenza. Intrecci, somiglianze, conflitti (Feltrinelli, 2003); Il forno di Akhnai. Una discussione talmudica sulla catastrofe (con J. Bali e V. Franzinetti, Giuntina, 2010); Laicità, grazie a Dio (Einaudi, 2012); Amore (Rosenberg & Sellier, 2013).
IL REALISMO DI DANTE
Disegni e letture della Divina Commedia
presentazione del volume edito da Morcelliana
Palazzo Ducale - Sala Camino
mercoledì 26 maggio 2015, ore 17,30
È con la sensibilità dell’artista – e del lettore appassionato – che Stefano Levi Della Torre si accosta alla Divina Commedia, sondandola con brevi scritti e rapidi tratti di penna e matita che catturano l’esattezza fisica ed emotiva dei versi danteschi. Il realismo di Dante è paradossale: se da un lato il poeta traduce i suoi argomenti in fatti riconducibili all’esperienza che l’uomo ha delle cose, dall’altro accompagna il lettore in un mondo altro dove, per esempio, Virgilio, Beatrice e il Minotauro sono resi con la medesima plasticità, in un reciproco potenziamento di fantasia e verosimile. È il parlare figurato proprio dell’arte in cui la finzione è rappresentazione della verità, in un rapporto che si ritrova rovesciato nella frode – il falso che si presenta come vero – raffigurata da Dante in Gerione, serpente con «faccia d’uom giusto».
Questo libro vuole essere un invito a gustare la Divina Commedia, in una sorta di lettura originaria che metta tra parentesi gli apparati di note per godere delle pure modalità narrative, in grado di evocare effetti figurativi e percettivi, ricostruendo con la parola le atmosfere e gli spazi fisici del viaggio nell’oltretomba, facendo vedere, udire, odorare e toccare le cose raccontate.
Stefano Levi della Torre è pittore e saggista, docente al Politecnico di Milano. Tra le sue pubblicazioni: Essere fuori luogo. Il dilemma ebraico tra diaspora e ritorno (Donzelli, 1995, premio Pozzale Luigi Russo); Zone di turbolenza. Intrecci, somiglianze, conflitti (Feltrinelli, 2003); Il forno di Akhnai. Una discussione talmudica sulla catastrofe (con J. Bali e V. Franzinetti, Giuntina, 2010); Laicità, grazie a Dio (Einaudi, 2012); Amore (Rosenberg & Sellier, 2013).