EUGENIO CARMI
L'ARMONIA DELLA SPERIMENTAZIONE
Antonio Battaglia Arte Contemporanea
via Ciovasso 5 - Milano
28/5/2015 - 27/6/2015
In occasione di EXPO 2015, la Galleria Antonio Battaglia ha il piacere di inaugurare una mostra personale di Eugenio Carmi, dopo l'importante antologica che Palazzo Ducale di Genova gli ha dedicato a riconoscimento della sua lunga attività artistica.
La ricerca artistica di Eugenio Carmi, tra i protagonisti più interessanti nell'ambito dell'astrazione concreta ancora in attività, è qui rappresentata nelle varie tappe che hanno segnato la sua carriera, da art director della rivista aziendale dell'Italsider a pittore a tutto tondo, dai collage realizzati recuperando prove di stampa industriale, le cosiddette “latte litografate” degli anni sessanta, alla serie di “segnali immaginari elettrici” in plexiglass e luce al neon degli anni settanta con le rigorosissime forme geometriche che contraddistinguono il suo lavoro, fino ad arrivare alle tele di juta, che l'artista predilige dagli anni ottanta fino alle opere più recenti, dove predominano poetiche campiture di colore.
Ciò che colpisce in questo percorso è la coerenza che si riscontra sia nei lavori di segnaletica ideata per l'Italsider dei primi anni '60 sia nei quadri degli ultimi anni: un'armonicità non statica e inerte ma dinamica e fluida che si è confrontata di volta in volta con mezzi e strumenti diversi, avendo però alla base la cura del dettaglio, l'attenzione all'armonia della composizione geometrica e alla percezione visiva. In arte si tende sempre a voler incasellare e inquadrare il lavoro di un artista in correnti e movimenti, nel caso di Eugenio Carmi si parla di uno sperimentatore o, come si definisce lui stesso, “un fabbricante di immagini”.
Per l'occasione sarà pubblicato un catalogo con un testo-intervista di Claudio Cerritelli
Eugenio Carmi nato a Genova nel 1920. Vive e lavora a Milano.
Negli anni quaranta è a Zurigo, dove si laurea in chimica al Politecnico e dove è in contatto con i fermenti internazionali allora presenti nella città. Inizia a dipingere fin dagli anni del liceo e al suo ritorno in Italia studia a Torino sotto la guida di Felice Casorati. Fin dall’inizio degli anni cinquanta è tra gli esponenti dell’astrattismo italiano, prima con un linguaggio informale per poi giungere alla fine degli anni sessanta al rigore delle forme geometriche – ma sempre asimmetriche e “ribelli” -, forme che svilupperà progressivamente nel corso dei decenni successivi. Fino ad arrivare alle opere attuali che, come dice lui stesso, dialogano costantemente con le leggi della natura e che, attraverso interventi materici, riportano nella geometria un certo spirito delle opere degli anni cinquanta e sessanta. La sua prima mostra personale, curata da Gillo Dorfles, è alla Galleria Numero di Firenze. È stato art director dell’Italsider dal 1958 al 1965, come responsabile dell’immagine.
Nel 1963 fonda la Galleria del Deposito, a Boccadasse, in riva al mare, dove passarono artisti come Lucio Fontana, Agostino Bonalumi, Paolo Scheggi, Achille Perilli, Max Bill, Victor Vasarely e altri esponenti della scena artistica e culturale internazionale di quel periodo. Nel 1973 per la RAI ha realizzato un programma completamente astratto di 25 minuti per il Servizio Programmi Sperimentali, nello stesso anno ha tenuto seminari di arte visiva al Rhode Island Institute of Design di Providence negli Stati Uniti e negli anni settanta ha insegnato all’Accademia di Macerata e all’Accademia di Ravenna. Ha illustrato tre favole di Umberto Eco (La bomba e il generale, I tre cosmonauti, Gli gnomi di Gnù), pubblicate in Italia da Bompiani e in molti altri Paesi del mondo. E’ stato presente a due Biennali di Venezia: nel 1966 con l’opera di arte cinetica SPCE, e nel 2011. Sue opere importanti fanno parte delle collezioni della Camera dei Deputati a Roma, del Ministero degli Esteri a Roma, della Quadriennale di Roma e di vari musei in Italia, Germania, Gran Bretagna, Polonia, Stati Uniti.
L'ARMONIA DELLA SPERIMENTAZIONE
Antonio Battaglia Arte Contemporanea
via Ciovasso 5 - Milano
28/5/2015 - 27/6/2015
In occasione di EXPO 2015, la Galleria Antonio Battaglia ha il piacere di inaugurare una mostra personale di Eugenio Carmi, dopo l'importante antologica che Palazzo Ducale di Genova gli ha dedicato a riconoscimento della sua lunga attività artistica.
La ricerca artistica di Eugenio Carmi, tra i protagonisti più interessanti nell'ambito dell'astrazione concreta ancora in attività, è qui rappresentata nelle varie tappe che hanno segnato la sua carriera, da art director della rivista aziendale dell'Italsider a pittore a tutto tondo, dai collage realizzati recuperando prove di stampa industriale, le cosiddette “latte litografate” degli anni sessanta, alla serie di “segnali immaginari elettrici” in plexiglass e luce al neon degli anni settanta con le rigorosissime forme geometriche che contraddistinguono il suo lavoro, fino ad arrivare alle tele di juta, che l'artista predilige dagli anni ottanta fino alle opere più recenti, dove predominano poetiche campiture di colore.
Ciò che colpisce in questo percorso è la coerenza che si riscontra sia nei lavori di segnaletica ideata per l'Italsider dei primi anni '60 sia nei quadri degli ultimi anni: un'armonicità non statica e inerte ma dinamica e fluida che si è confrontata di volta in volta con mezzi e strumenti diversi, avendo però alla base la cura del dettaglio, l'attenzione all'armonia della composizione geometrica e alla percezione visiva. In arte si tende sempre a voler incasellare e inquadrare il lavoro di un artista in correnti e movimenti, nel caso di Eugenio Carmi si parla di uno sperimentatore o, come si definisce lui stesso, “un fabbricante di immagini”.
Per l'occasione sarà pubblicato un catalogo con un testo-intervista di Claudio Cerritelli
Eugenio Carmi nato a Genova nel 1920. Vive e lavora a Milano.
Negli anni quaranta è a Zurigo, dove si laurea in chimica al Politecnico e dove è in contatto con i fermenti internazionali allora presenti nella città. Inizia a dipingere fin dagli anni del liceo e al suo ritorno in Italia studia a Torino sotto la guida di Felice Casorati. Fin dall’inizio degli anni cinquanta è tra gli esponenti dell’astrattismo italiano, prima con un linguaggio informale per poi giungere alla fine degli anni sessanta al rigore delle forme geometriche – ma sempre asimmetriche e “ribelli” -, forme che svilupperà progressivamente nel corso dei decenni successivi. Fino ad arrivare alle opere attuali che, come dice lui stesso, dialogano costantemente con le leggi della natura e che, attraverso interventi materici, riportano nella geometria un certo spirito delle opere degli anni cinquanta e sessanta. La sua prima mostra personale, curata da Gillo Dorfles, è alla Galleria Numero di Firenze. È stato art director dell’Italsider dal 1958 al 1965, come responsabile dell’immagine.
Nel 1963 fonda la Galleria del Deposito, a Boccadasse, in riva al mare, dove passarono artisti come Lucio Fontana, Agostino Bonalumi, Paolo Scheggi, Achille Perilli, Max Bill, Victor Vasarely e altri esponenti della scena artistica e culturale internazionale di quel periodo. Nel 1973 per la RAI ha realizzato un programma completamente astratto di 25 minuti per il Servizio Programmi Sperimentali, nello stesso anno ha tenuto seminari di arte visiva al Rhode Island Institute of Design di Providence negli Stati Uniti e negli anni settanta ha insegnato all’Accademia di Macerata e all’Accademia di Ravenna. Ha illustrato tre favole di Umberto Eco (La bomba e il generale, I tre cosmonauti, Gli gnomi di Gnù), pubblicate in Italia da Bompiani e in molti altri Paesi del mondo. E’ stato presente a due Biennali di Venezia: nel 1966 con l’opera di arte cinetica SPCE, e nel 2011. Sue opere importanti fanno parte delle collezioni della Camera dei Deputati a Roma, del Ministero degli Esteri a Roma, della Quadriennale di Roma e di vari musei in Italia, Germania, Gran Bretagna, Polonia, Stati Uniti.