PATRICK
TUTTOFUOCO
DYNASTY
Dispari&Dispari Project
via Vincenzo Monti 25 - Reggio Emilia
22/5/2015 - 20/9/2015
È in corso sino al 20 settembre alla Dispari&Dispari DYNASTY, una personale di Patrick Tuttofuoco che continua il percorso di ricerca iniziato con l’intervento d’arte pubblica “…Mom, Dad” realizzato questo aprile a Milano in occasione di miart 2015. La nuova mostra rappresenta infatti il secondo momento chiave nella collaborazione dell’artista con Nicola Ricciardi (curatore di entrambi i progetti) e Andrea Sassi (direttore di dispari&dispari e produttore dell’opera): una collaborazione volta a rileggere e reinterpretare 15 anni di lavoro di Tuttofuoco attraverso un narrazione incenerata sul tema del ritratto che si concluderà questo autunno con la pubblicazione di una monografia da parte di Mousse Publishing.
Come per l’intervento di Milano, anche DYNASTY mira ad investigare temi quali lo studio dell’iconografia classica e delle sue trasformazioni contemporanee, l’etica della cooperazione e il concetto di famiglia nell’arte. Tuttavia, se da un lato "…Mom, Dad" marcava il ritorno da parte dell'artista al confronto con la dimensione pubblica, per questa nuova iterazione lo stesso intervento è riproposto all’interno di dispari&dispari in un allestimento che mira ad enfatizzarne la dimensione privata e la sua relazione non più con la Storia ma con la memoria personale. Il ritratto della “famiglia putativa” dell’artista porge infatti le spalle al visitatore, quasi come se la struttura che regge i ritratti di Nefertiti e Alessandro Magno ne volesse celare i volti—che appaiono in questa nuova configurazione come intimi, appartati, discreti.
Un’intimità reiterata anche da una serie di ritratti inediti, dove le sembianze di amici e colleghi di Tuttofuoco si mescolano ad elementi ambientali che provengono dal litorale di Pescara, città nella quale l’artista ha trascorso l’ultimo anno di lavoro per motivi famigliari. I volti di Diego Perrone e Paola Pivi, Massimo Grimaldi e Roberto Cuoghi, di quei compagni di viaggio che hanno accompagnato l’artista dagli studi in Accademia ad oggi (alcuni più da vicino altri con distacco, ma senza mai sottrarsi ad un possibile confronto) diventano gli interpreti della naturale necessità di guardare al passato per interpretare il proprio presente. Ancora una volta—e in questo caso in maniera volutamente esplicita—il ritratto diventa il linguaggio prediletto da Tuttofuoco per affrontare il tema dell’identità.
La mostra si conclude poi con un intervento site-specific realizzato appositamente per DYNASTY: una scritta led che scandisce e ripete all’infinito la frase “Tengo famiglia”. Nel sentire comune l’espressione è generalmente (anche se erroneamente) attribuita allo scrittore Ennio Flaiano, il quale l’avrebbe suggerita come motto da cucire sulla bandiera italiana nel 1945: un secondo, esplicito seppur intimo riferimento a Pescara, città natale dello scrittore. Ma anche un’ulteriore riflessione su oneri e onori, letizie e doveri del muoversi all’interno di una sfera affettiva. Se infatti generalmente l’espressione sottintende quegli obblighi e responsabilità impliciti nei rapporti parentali, l’opera di Tuttofuoco, attraverso la giocosità del led, sembra riportarla alla leggerezza originaria e propria della penna di Flaiano.
DYNASTY
Dispari&Dispari Project
via Vincenzo Monti 25 - Reggio Emilia
22/5/2015 - 20/9/2015
È in corso sino al 20 settembre alla Dispari&Dispari DYNASTY, una personale di Patrick Tuttofuoco che continua il percorso di ricerca iniziato con l’intervento d’arte pubblica “…Mom, Dad” realizzato questo aprile a Milano in occasione di miart 2015. La nuova mostra rappresenta infatti il secondo momento chiave nella collaborazione dell’artista con Nicola Ricciardi (curatore di entrambi i progetti) e Andrea Sassi (direttore di dispari&dispari e produttore dell’opera): una collaborazione volta a rileggere e reinterpretare 15 anni di lavoro di Tuttofuoco attraverso un narrazione incenerata sul tema del ritratto che si concluderà questo autunno con la pubblicazione di una monografia da parte di Mousse Publishing.
Come per l’intervento di Milano, anche DYNASTY mira ad investigare temi quali lo studio dell’iconografia classica e delle sue trasformazioni contemporanee, l’etica della cooperazione e il concetto di famiglia nell’arte. Tuttavia, se da un lato "…Mom, Dad" marcava il ritorno da parte dell'artista al confronto con la dimensione pubblica, per questa nuova iterazione lo stesso intervento è riproposto all’interno di dispari&dispari in un allestimento che mira ad enfatizzarne la dimensione privata e la sua relazione non più con la Storia ma con la memoria personale. Il ritratto della “famiglia putativa” dell’artista porge infatti le spalle al visitatore, quasi come se la struttura che regge i ritratti di Nefertiti e Alessandro Magno ne volesse celare i volti—che appaiono in questa nuova configurazione come intimi, appartati, discreti.
Un’intimità reiterata anche da una serie di ritratti inediti, dove le sembianze di amici e colleghi di Tuttofuoco si mescolano ad elementi ambientali che provengono dal litorale di Pescara, città nella quale l’artista ha trascorso l’ultimo anno di lavoro per motivi famigliari. I volti di Diego Perrone e Paola Pivi, Massimo Grimaldi e Roberto Cuoghi, di quei compagni di viaggio che hanno accompagnato l’artista dagli studi in Accademia ad oggi (alcuni più da vicino altri con distacco, ma senza mai sottrarsi ad un possibile confronto) diventano gli interpreti della naturale necessità di guardare al passato per interpretare il proprio presente. Ancora una volta—e in questo caso in maniera volutamente esplicita—il ritratto diventa il linguaggio prediletto da Tuttofuoco per affrontare il tema dell’identità.
La mostra si conclude poi con un intervento site-specific realizzato appositamente per DYNASTY: una scritta led che scandisce e ripete all’infinito la frase “Tengo famiglia”. Nel sentire comune l’espressione è generalmente (anche se erroneamente) attribuita allo scrittore Ennio Flaiano, il quale l’avrebbe suggerita come motto da cucire sulla bandiera italiana nel 1945: un secondo, esplicito seppur intimo riferimento a Pescara, città natale dello scrittore. Ma anche un’ulteriore riflessione su oneri e onori, letizie e doveri del muoversi all’interno di una sfera affettiva. Se infatti generalmente l’espressione sottintende quegli obblighi e responsabilità impliciti nei rapporti parentali, l’opera di Tuttofuoco, attraverso la giocosità del led, sembra riportarla alla leggerezza originaria e propria della penna di Flaiano.