DAVIDE MANSUETO RAGGIO
Un artista fuori dal tempo
Sale del Lascito Cuneo - Calvari
dal 24/8/2014 al 7/9/2014
Verso la fine degli anni ’80, coloro che si inoltravano nei corridoi del padiglione dell’ex Ospedale Psichiatrico di Quarto dove aveva sede il Laboratorio di Arte-terapia, venivano improvvisamente a contatto con una sequenza di opere inquietanti, fatte di radici, di rami, piccole figure antropomorfe con braccia e gambe stecchite, d’impatto forte e immediato.
Erano le “Furie”, i personaggi di un mondo creato da Davide Mansueto Raggio, un anziano ospite della struttura (il ricovero risaliva al 1956), che dall’incontro con Claudio Costa, all’epoca fortemente impegnato nelle attività del Laboratorio, aveva tratto lo stimolo per passare dalle collezioni di conchiglie incollate e dagli innumerevoli cestini intrecciati nelle ore d’ozio ad un’attività immaginativa ed artistica sempre più estesa ed avvincente, iniziando un’avventura che lo ha occupato negli ultimi due decenni della sua esistenza.
Raggio era nato a Celesia - San Colombano Certenoli da una famiglia di contadini. Nel 1944, chiamato alle armi, viene fatto prigioniero e resta internato in un campo di prigionia. A questa esperienza di fame e di paura, risalgono probabilmente i disturbi psichici evidenziati nel primo dopoguerra, che si accentuano durante un periodo trascorso in Argentina con il fratello.
Nel 1950, coinvolto nei disordini che portano alla caduta di Peron viene ricoverato una prima volta in un manicomio giudiziario da cui il fratello riesce a farlo liberare soltanto un anno dopo. Tornato in Italia, manifesta sintomi sempre più accentuati d’instabilità psichica che lo portano ad un definitivo internamento a Quarto. Qui, si racconta, viveva la sua esclusione come distacco dal genere umano, rifiutando la carta d’identità e proclamando la sua appartenenza al Regno degli Animali. Questo atteggiamento si rifletterà poi nel lavoro creativo, in cui le figure - composte con sapiente manualità contadina – erano percepite come cose vive, esseri chiamati con nomi fantasiosi (Lungobacco, Cortecciadipinta, Uomo dal Tridente …), con cui l’autore intratteneva un vero e proprio dialogo.
Anche i materiali che manipolava erano dotati di un’identità specifica: l’argilla, ad esempio, era il “Sasso Matto”, perché pur avendo la sembianza esteriore della pietra è soggetta a sfaldarsi con facilità. E con l’argilla, il carbone e la cenere, la polvere rossa di mattone, Raggio realizzava dipinti e bassorilievi animati dalla presenza di piccole figure, che dai materiali utilizzati raccoglievano un’energia primordiale.
Ancora vanno ricordati i lavori realizzati strappando lo strato superiore del cartone ondulato ed arricciandolo per creare mani e piedi di individui che sembrano voler superare il diaframma costituito dal supporto per entrare nel mondo.
L’originalità dell’opera di Raggio è stata rapidamente riconosciuta: dalle mostre tenute a Genova nel 1990 presso la Libreria Sileno di Mario e Carlo Romano e nel 1993 al Centro d’Arte La Maddalena di Nino Bernocco, presentate da Mauro Bocci, Claudio Costa e Miriam Cristaldi ha ottenuto le credenziali per accedere a rassegne di respiro internazionale come “Figure dell’Anima” allestita a Pavia ed a Genova nel 1997. Recentemente la galleria Rizomi Art Brut di Torino gli ha dedicato una retrospettiva corredata da un corposo catalogo monografico.
Come scrive Miriam Cristaldi, che lungamente lo ha frequentato, "Questa al Lascito Cuneo di Calvari, in Comune di San Colombano Certenoli, è una delle numerose mostre che riconosce ormai la validità artistica di Davide Mansueto Raggio, ricordando tra l’altro come lui sia stato uno degli ideali motori trainanti per la realizzazione del MuseAttivo Claudio Costa che ha sede presso i locali dell’Ex Ospedale Psichiatrico di Quarto, e uno dei principali artisti lì rappresentati".
Un artista fuori dal tempo
Sale del Lascito Cuneo - Calvari
dal 24/8/2014 al 7/9/2014
Verso la fine degli anni ’80, coloro che si inoltravano nei corridoi del padiglione dell’ex Ospedale Psichiatrico di Quarto dove aveva sede il Laboratorio di Arte-terapia, venivano improvvisamente a contatto con una sequenza di opere inquietanti, fatte di radici, di rami, piccole figure antropomorfe con braccia e gambe stecchite, d’impatto forte e immediato.
Erano le “Furie”, i personaggi di un mondo creato da Davide Mansueto Raggio, un anziano ospite della struttura (il ricovero risaliva al 1956), che dall’incontro con Claudio Costa, all’epoca fortemente impegnato nelle attività del Laboratorio, aveva tratto lo stimolo per passare dalle collezioni di conchiglie incollate e dagli innumerevoli cestini intrecciati nelle ore d’ozio ad un’attività immaginativa ed artistica sempre più estesa ed avvincente, iniziando un’avventura che lo ha occupato negli ultimi due decenni della sua esistenza.
Raggio era nato a Celesia - San Colombano Certenoli da una famiglia di contadini. Nel 1944, chiamato alle armi, viene fatto prigioniero e resta internato in un campo di prigionia. A questa esperienza di fame e di paura, risalgono probabilmente i disturbi psichici evidenziati nel primo dopoguerra, che si accentuano durante un periodo trascorso in Argentina con il fratello.
Nel 1950, coinvolto nei disordini che portano alla caduta di Peron viene ricoverato una prima volta in un manicomio giudiziario da cui il fratello riesce a farlo liberare soltanto un anno dopo. Tornato in Italia, manifesta sintomi sempre più accentuati d’instabilità psichica che lo portano ad un definitivo internamento a Quarto. Qui, si racconta, viveva la sua esclusione come distacco dal genere umano, rifiutando la carta d’identità e proclamando la sua appartenenza al Regno degli Animali. Questo atteggiamento si rifletterà poi nel lavoro creativo, in cui le figure - composte con sapiente manualità contadina – erano percepite come cose vive, esseri chiamati con nomi fantasiosi (Lungobacco, Cortecciadipinta, Uomo dal Tridente …), con cui l’autore intratteneva un vero e proprio dialogo.
Anche i materiali che manipolava erano dotati di un’identità specifica: l’argilla, ad esempio, era il “Sasso Matto”, perché pur avendo la sembianza esteriore della pietra è soggetta a sfaldarsi con facilità. E con l’argilla, il carbone e la cenere, la polvere rossa di mattone, Raggio realizzava dipinti e bassorilievi animati dalla presenza di piccole figure, che dai materiali utilizzati raccoglievano un’energia primordiale.
Ancora vanno ricordati i lavori realizzati strappando lo strato superiore del cartone ondulato ed arricciandolo per creare mani e piedi di individui che sembrano voler superare il diaframma costituito dal supporto per entrare nel mondo.
L’originalità dell’opera di Raggio è stata rapidamente riconosciuta: dalle mostre tenute a Genova nel 1990 presso la Libreria Sileno di Mario e Carlo Romano e nel 1993 al Centro d’Arte La Maddalena di Nino Bernocco, presentate da Mauro Bocci, Claudio Costa e Miriam Cristaldi ha ottenuto le credenziali per accedere a rassegne di respiro internazionale come “Figure dell’Anima” allestita a Pavia ed a Genova nel 1997. Recentemente la galleria Rizomi Art Brut di Torino gli ha dedicato una retrospettiva corredata da un corposo catalogo monografico.
Come scrive Miriam Cristaldi, che lungamente lo ha frequentato, "Questa al Lascito Cuneo di Calvari, in Comune di San Colombano Certenoli, è una delle numerose mostre che riconosce ormai la validità artistica di Davide Mansueto Raggio, ricordando tra l’altro come lui sia stato uno degli ideali motori trainanti per la realizzazione del MuseAttivo Claudio Costa che ha sede presso i locali dell’Ex Ospedale Psichiatrico di Quarto, e uno dei principali artisti lì rappresentati".