ARTE E PERSUASIONE
a cura di Domizio Cattoi e Domenica Primerano
Museo Diocesano Tridentino
piazza Duomo 18 (Palazzo Pretorio) - Trento
dal 7/3/2014 al 29/9/2014
L'esposizione analizza il rapporto tra le decisioni assunte dal concilio in materia di immagini sacre e le arti figurative in uno specifico contesto territoriale. Come è noto, in una delle ultime sessioni dell'assise tridentina, precisamente la XXV del 3 dicembre 1563, fu promulgato il decreto Della invocazione, della venerazione e delle reliquie dei santi e delle sacre immagini, con il quale la Chiesa assolveva l'uso delle immagini sacre, la cui liceità era stata aspramente criticata dalla Riforma protestante. Richiamandosi alla tradizione, la norma esaltava la funzione didattica delle immagini e stabiliva alcuni principi generali circa le caratteristiche delle rappresentazioni da collocare negli edifici di culto. Demandava inoltre ai vescovi il controllo sulle raffigurazioni inconsuete da esporre nelle chiese. Sulla base del contenuto del decreto, nei decenni successivi furono pubblicati numerosi trattati dedicati alle arti figurative a soggetto sacro, all'architettura dei luoghi di culto e alla suppellettile liturgica, testi a prevalente carattere precettistico che svelano la forte preoccupazione della gerarchia ecclesiastica nei confronti dell'attività artistica e la conseguente volontà di riportarla entro i parametri precostituiti e codificati da una superiore autorità religiosa.
La mostra risponde all'auspicio, espresso da Paolo Prodi nel celebre saggio del 1961, Ricerche sulla teorica delle arti figurative nella riforma cattolica, circa l'avvio di studi volti ad indagare l'interpretazione e l'applicazione del decreto tridentino nelle singole regioni e diocesi. In particolare lo studioso indicava tre direzioni di ricerca: l'esame delle decisioni assunte dalla gerarchia ecclesiastica nei singoli ambiti territoriali; i rapporti che si instaurarono a livello locale tra la nuova liturgia, spiritualità, pietà, devozione popolare e il fenomeno artistico; l'analisi delle interpretazioni dei trattatisti postconciliari.
Percorso espositivo
Il percorso espositivo, suddiviso in due parti, si apre con una sezione introduttiva di carattere storico documentario. Sono qui esposte alcune edizioni a stampa della Sacra Scrittura, a partire dalla prima Bibbia corredata di illustrazioni pubblicata in Italia nel 1489 fino alla celebre Bibbia Sistina del 1590. Una sequenza di Bibbie in lingua latina, italiana e tedesca, stampate sia in ambito cattolico sia protestante, propone al visitatore il tema della traduzione del testo sacro nel volgare in uso presso le varie nazioni, fatto percepito come necessario da Martin Lutero per consentire l'accesso diretto dei fedeli al Verbum divino, senza la secolare mediazione della Chiesa e della tradizione. Si entra poi nel merito delle problematiche discusse al concilio con l'edizione a stampa dei decreti (1564) e con esemplari dei principali trattati dedicati alle immagini, in particolare quelli più noti di Giovanni Andrea Gilio, Carlo Borromeo, Gabriele Paleotti e Jan van der Meulen o Vermeulen, conosciuto come Molanus. Il focus si concentra inoltre sui temi della censura e della proscrizione del nudo attraverso gli esempi celeberrimi del Giudizio universale di Michelangelo e della Cena in casa di Levi di Paolo Veronese, richiamati in mostra attraverso due grandi stampe dell'epoca. Questi semplici esempi daranno l'idea del clima di grande dibattito culturale che sorse attorno alle immagini e del loro potere comunicativo anche in termini di diffusione di dottrine eretiche.
La seconda area tematica, articolata in numerose sottosezioni, indaga i riflessi di queste sistemazioni teoriche e teologiche sulla produzione artistica del territorio trentino in un'epoca compresa tra la fine del Cinquecento e la metà del Seicento, un periodo in cui dalle elaborazioni del tardo Manierismo si passò progressivamente all'affermazione del Barocco. Benché non si possa stabilire una correlazione diretta tra il contenuto dei trattati e determinate scelte iconografiche e stilistiche, appare evidente che anche nel principato vescovile di Trento si esercitò una politica di disciplinamento culturale e sociale attraverso la strategia delle immagini. Questo dato emerge con evidenza soprattutto in questo territorio di frontiera, posto a stretto contatto con le aree della Riforma protestante, diversamente da diocesi geograficamente e culturalmente più lontane. Dopo aver illustrato attraverso audaci confronti l'evoluzione del dipinto a tema religioso dal Rinascimento all'epoca postconciliare, la mostra indagherà le iconografie più diffuse nel contesto locale: il culto del Crocifisso, l'esaltazione della figura della Madonna nelle varie declinazioni, la rivalutazione delle figure dei santi, sia quelli della tradizione sia quelli di nuova canonizzazione, con particolare riferimento alla figura di Carlo Borromeo. In questo periodo, le nuove raffigurazioni da esporre negli edifici di culto dovevano presentare qualità adatte a commuovere lo spettatore per incrementarne la devozione, esaltando al contempo il 'trionfo' della Chiesa nella lotta al Protestantesimo. Particolarmente indicate a questo scopo, erano le raffigurazioni del martirio dei santi, che assumevano talvolta toni molto cruenti e patetici, oppure le immagini che catturavano i paladini della fede cattolica nei momenti dell'estasi mistica. Accanto alla produzione di carattere più spiccatamente devozionale, saranno esposte opere dal contenuto dottrinale più complesso, interpretabili quali risposte polemiche alle contestazioni della Riforma in merito ai temi più dibattuti della dottrina, tra gli altri quelli dell'Eucaristia e del Purgatorio.
a cura di Domizio Cattoi e Domenica Primerano
Museo Diocesano Tridentino
piazza Duomo 18 (Palazzo Pretorio) - Trento
dal 7/3/2014 al 29/9/2014
L'esposizione analizza il rapporto tra le decisioni assunte dal concilio in materia di immagini sacre e le arti figurative in uno specifico contesto territoriale. Come è noto, in una delle ultime sessioni dell'assise tridentina, precisamente la XXV del 3 dicembre 1563, fu promulgato il decreto Della invocazione, della venerazione e delle reliquie dei santi e delle sacre immagini, con il quale la Chiesa assolveva l'uso delle immagini sacre, la cui liceità era stata aspramente criticata dalla Riforma protestante. Richiamandosi alla tradizione, la norma esaltava la funzione didattica delle immagini e stabiliva alcuni principi generali circa le caratteristiche delle rappresentazioni da collocare negli edifici di culto. Demandava inoltre ai vescovi il controllo sulle raffigurazioni inconsuete da esporre nelle chiese. Sulla base del contenuto del decreto, nei decenni successivi furono pubblicati numerosi trattati dedicati alle arti figurative a soggetto sacro, all'architettura dei luoghi di culto e alla suppellettile liturgica, testi a prevalente carattere precettistico che svelano la forte preoccupazione della gerarchia ecclesiastica nei confronti dell'attività artistica e la conseguente volontà di riportarla entro i parametri precostituiti e codificati da una superiore autorità religiosa.
La mostra risponde all'auspicio, espresso da Paolo Prodi nel celebre saggio del 1961, Ricerche sulla teorica delle arti figurative nella riforma cattolica, circa l'avvio di studi volti ad indagare l'interpretazione e l'applicazione del decreto tridentino nelle singole regioni e diocesi. In particolare lo studioso indicava tre direzioni di ricerca: l'esame delle decisioni assunte dalla gerarchia ecclesiastica nei singoli ambiti territoriali; i rapporti che si instaurarono a livello locale tra la nuova liturgia, spiritualità, pietà, devozione popolare e il fenomeno artistico; l'analisi delle interpretazioni dei trattatisti postconciliari.
Percorso espositivo
Il percorso espositivo, suddiviso in due parti, si apre con una sezione introduttiva di carattere storico documentario. Sono qui esposte alcune edizioni a stampa della Sacra Scrittura, a partire dalla prima Bibbia corredata di illustrazioni pubblicata in Italia nel 1489 fino alla celebre Bibbia Sistina del 1590. Una sequenza di Bibbie in lingua latina, italiana e tedesca, stampate sia in ambito cattolico sia protestante, propone al visitatore il tema della traduzione del testo sacro nel volgare in uso presso le varie nazioni, fatto percepito come necessario da Martin Lutero per consentire l'accesso diretto dei fedeli al Verbum divino, senza la secolare mediazione della Chiesa e della tradizione. Si entra poi nel merito delle problematiche discusse al concilio con l'edizione a stampa dei decreti (1564) e con esemplari dei principali trattati dedicati alle immagini, in particolare quelli più noti di Giovanni Andrea Gilio, Carlo Borromeo, Gabriele Paleotti e Jan van der Meulen o Vermeulen, conosciuto come Molanus. Il focus si concentra inoltre sui temi della censura e della proscrizione del nudo attraverso gli esempi celeberrimi del Giudizio universale di Michelangelo e della Cena in casa di Levi di Paolo Veronese, richiamati in mostra attraverso due grandi stampe dell'epoca. Questi semplici esempi daranno l'idea del clima di grande dibattito culturale che sorse attorno alle immagini e del loro potere comunicativo anche in termini di diffusione di dottrine eretiche.
La seconda area tematica, articolata in numerose sottosezioni, indaga i riflessi di queste sistemazioni teoriche e teologiche sulla produzione artistica del territorio trentino in un'epoca compresa tra la fine del Cinquecento e la metà del Seicento, un periodo in cui dalle elaborazioni del tardo Manierismo si passò progressivamente all'affermazione del Barocco. Benché non si possa stabilire una correlazione diretta tra il contenuto dei trattati e determinate scelte iconografiche e stilistiche, appare evidente che anche nel principato vescovile di Trento si esercitò una politica di disciplinamento culturale e sociale attraverso la strategia delle immagini. Questo dato emerge con evidenza soprattutto in questo territorio di frontiera, posto a stretto contatto con le aree della Riforma protestante, diversamente da diocesi geograficamente e culturalmente più lontane. Dopo aver illustrato attraverso audaci confronti l'evoluzione del dipinto a tema religioso dal Rinascimento all'epoca postconciliare, la mostra indagherà le iconografie più diffuse nel contesto locale: il culto del Crocifisso, l'esaltazione della figura della Madonna nelle varie declinazioni, la rivalutazione delle figure dei santi, sia quelli della tradizione sia quelli di nuova canonizzazione, con particolare riferimento alla figura di Carlo Borromeo. In questo periodo, le nuove raffigurazioni da esporre negli edifici di culto dovevano presentare qualità adatte a commuovere lo spettatore per incrementarne la devozione, esaltando al contempo il 'trionfo' della Chiesa nella lotta al Protestantesimo. Particolarmente indicate a questo scopo, erano le raffigurazioni del martirio dei santi, che assumevano talvolta toni molto cruenti e patetici, oppure le immagini che catturavano i paladini della fede cattolica nei momenti dell'estasi mistica. Accanto alla produzione di carattere più spiccatamente devozionale, saranno esposte opere dal contenuto dottrinale più complesso, interpretabili quali risposte polemiche alle contestazioni della Riforma in merito ai temi più dibattuti della dottrina, tra gli altri quelli dell'Eucaristia e del Purgatorio.
La mostra espone una serie di opere realizzate da artisti di rilievo che
transitarono in Trentino tra la fine dell'evento conciliare e la metà del XVII
secolo, tra gli altri Paolo e Orazio Farinati, Felice Brusasorci, Jacopo Palma
il Giovane, Martino Teofilo Polacco, Francesco Frigimelica, Fra Semplice da
Verona, Donato Mascagni e Pietro Ricchi. Accanto alla produzione di questi
artisti forestieri, che supplivano all'assenza di una vera e propria scuola
pittorica locale, sono presentati dipinti di personalità più modeste sotto il
profilo stilistico - Paolo ed Elia Naurizio, Ciro Lugo, Giovanni Battista
Rovedata e altri anonimi -, ma non per questo meno interessanti nella capacità
di elaborare immagini efficaci dal punto di vista iconografico e indurre
sentimenti di pietà e devozione nei fedeli. La visita alla mostra permetterà
inoltre di conoscere le microstorie legate al variegato mondo della committenza,
sia essa di rango altolocato, sia scaturita da personalità di provincia,
confraternite, prelati.
L'esposizione è corredata da un catalogo edito dal Museo Diocesano Tridentino e dalla Tipografia Editrice Temi.
Immagine: Pittore lombardo (?), Madonna e santi intercedono presso la Trinità per le anime del purgatorio, particolare, terzo quarto del XVII secolo.
L'esposizione è corredata da un catalogo edito dal Museo Diocesano Tridentino e dalla Tipografia Editrice Temi.
Immagine: Pittore lombardo (?), Madonna e santi intercedono presso la Trinità per le anime del purgatorio, particolare, terzo quarto del XVII secolo.