GEOFFREY SCOTT
L'ARCHITETTURA DELL'UMANESIMO
Contributo alla storia del gusto
Castelvecchi (27 agosto 2014)
Collana: Le Navi
Geoffrey Scott (11 June 1884 – 14 August 1929), originale figura di poeta e studioso, compone con questo libro, uscito in versione originale nel 1914, una brillante "storia naturale" del pensiero architettonico, per scoprire quanto di vero o di falso esista dietro la riflessione moderna. Pubblicato alla vigilia della Prima Guerra Mondiale e poi riveduto nel 1924, "L'architettura dell'Umanesimo" esprime una tensione estetizzante e un'acuta insofferenza per ogni approccio utilitarista. Per Scott, infatti, ciò che si avverte come "bellezza" non è mai materia di dimostrazione logica, ma si fonda piuttosto sul lavoro inconscio della memoria e affiora semplicemente come "piacere". L'educazione della facoltà creativa consisterà, allora, nell'affinare la sensibilità e ciò avverrà con l'abitudine a contemplare opere che incarnino i valori "umanizzati" di massa, spazio, linea e coerenza. È nella tradizione italiana, dal XV al XVIII secolo, che Scott ritrova tali valori: recuperarli è per lui un tentativo di ravvivare nei lettori il senso del gusto, avvilito dall'eclettismo vittoriano.
L'ARCHITETTURA DELL'UMANESIMO
Contributo alla storia del gusto
Castelvecchi (27 agosto 2014)
Collana: Le Navi
Geoffrey Scott (11 June 1884 – 14 August 1929), originale figura di poeta e studioso, compone con questo libro, uscito in versione originale nel 1914, una brillante "storia naturale" del pensiero architettonico, per scoprire quanto di vero o di falso esista dietro la riflessione moderna. Pubblicato alla vigilia della Prima Guerra Mondiale e poi riveduto nel 1924, "L'architettura dell'Umanesimo" esprime una tensione estetizzante e un'acuta insofferenza per ogni approccio utilitarista. Per Scott, infatti, ciò che si avverte come "bellezza" non è mai materia di dimostrazione logica, ma si fonda piuttosto sul lavoro inconscio della memoria e affiora semplicemente come "piacere". L'educazione della facoltà creativa consisterà, allora, nell'affinare la sensibilità e ciò avverrà con l'abitudine a contemplare opere che incarnino i valori "umanizzati" di massa, spazio, linea e coerenza. È nella tradizione italiana, dal XV al XVIII secolo, che Scott ritrova tali valori: recuperarli è per lui un tentativo di ravvivare nei lettori il senso del gusto, avvilito dall'eclettismo vittoriano.