giovedì 19 novembre 2015

BERTY SKUBER: WIDDERSHINS - FONDAZIONE MUDIMA, MILANO




BERTY SKUBER
WIDDERSHINS
a cura di Caterina Gualco
Fondazione Mudima via Tadino 19 - Milano 19/11/2015 - 19/12/2015

Berty Skuber vede il proprio lavoro come una specie di enciclopedia fantastica per- sonale e impiega un’ampia gamma di mezzi espressivi: scatole, assemblaggi, oggetti, libri, libri-oggetto, video, fotografia, pirografia, disegno, collage, pittura, scrittura au- tografa, scrittura simulata e prelievi di testi stampati. La parola è uno dei punti di partenza essenziali per la sua opera, cosa peraltro messa in evidenza dalla cura dedicata alla scelta dei titoli e delle tematiche delle sue mostre; ne elenchiamo alcuni fra i molti, quali Agama, Widdershins, Katabatic Wind, Dead Moon, Aljira, Six Analogs, Emily Likes the TV, Territories, Hortus Conclusus e Looking for Chimeras. Uno tra i suoi lavori più importanti, “Under Penalty of Law”, combina il suo interesse per i linguaggi trovati con collage o patchwork di etichette di vestiario. La sua opera è stata esposta diffusamente in Europa e negli Stati Uniti ed è presente in numerose collezioni pub- bliche, come: Museum Albertina (Vienna), Museum Ferdinandeum (Innsbruck), Museo d’Arte Moderna (Lodz), Bibliothèque Nationale de Paris (Parigi), Museion (Bolzano), Getty Museum (Malibu), Sackner Archive (Miami), Centro di Arte Con- temporanea (Varsavia), Fondazione Mudima (Milano), Deutsche Bank (Frankfurt), Museet for Samtidskunst, (Roskilde), Stiftung Heinrich Risken (Bad Rothenfelde), Emily Harvey Foundation (New York e Venezia).
Antonio d’Avossa ha contribuito con un testo al libro — “Widdershins II (eleven)” — che accompagnerà la mostra alla Fondazione Mudima e ne anticipiamo qui una parte: “Per Berty Skuber figurare l’intuizione e l’istante in cui questa si manifesta nella visione, consiste nella concretizzazione dell’immagine per cicli di lavoro dove la casu- alità dell’incontro, o meglio la casualità del vedere coincide con la costruzione stessa dell’opera. Si tratta di un processo operativo che Berty Skuber conosce bene e che nel suo apparire, tra costruzione e decostruzione, si presenta sempre come una ordinata combinatoria di libere associazioni di immagini che a partire dal singolo dettaglio si ricompone in un tutto.
È da questa postazione pratica e teorica del fare che Berty Skuber organizza sistemati- camente il suo trovare e il suo cercare immagini e temi, personali e collettivi, privati e pubblici, dove i materiali e le tecniche si confondono superando definitivamente i generi ed i linguaggi, le tecniche e le visioni: disegni, fotografie e collage (peraltro re- alizzati con materiali ed oggetti più diversi) sono solo alcune di queste operazioni lin- guistiche che si alternano e coincidono nei suoi lavori. È qui, in questo punto del trovare e cercare che l’uno diventa tutto e lo coniuga verso un tempo dove tutto diventa uno”.
La mostra, curata da Caterina Gualco, offre una visione d’insieme di molti dei diversi e complessi cicli di lavoro che l’artista ha sviluppato nel corso degli ultimi vent’anni, ed è anche l’occasione per la presentazione in anteprima del suo ultimo video, dal titolo “Widdershins”.