OBJET PERDU
Discorsi sul metodo
a cura di Roberto Lacabonara
Museo Pino Pascali
Via Parco del Lauro 119 - Polignano a Mare
dal 5/12/2014 al 25/1/2015
La mostra raccoglie le narrazioni che sei artisti italiani (Nico Angiuli, Fabrizio Bellomo, Pierluigi Calignano, Raffaella Formenti, Paola Pezzi e Antonella Zazzera) ricorrendo a personalissimi mezzi espressivi, assemblaggi e rinnovamenti semantici, definiscono attorno “all’intrinseca metamorfosi degli oggetti, alla loro instabile e mutevole identità. 'Oggetti perduti', ovvero l’eco inversa degli object trouvé, laddove l’operazione degli artisti diventa azione di recupero e rinnovamento di senso degli elementi rintracciati in una storia profondamente biografica e antropologica, sulla lunga inesauribile scorta del pensiero di Pino Pascali”.
“Il metodo su cui vertono i singoli discorsi” - spiega il curatore “è il metodo Pascali. Una ricerca indiziale svolta attorno agli oggetti della memoria personale e collettiva, una macchina celibe che adopera un processo non finalizzato, né legato a modelli esattamente realistici bensì a congestioni immaginifiche, visioni archetipiche, ironie plastiche".
Discorsi sul metodo
a cura di Roberto Lacabonara
Museo Pino Pascali
Via Parco del Lauro 119 - Polignano a Mare
dal 5/12/2014 al 25/1/2015
La mostra raccoglie le narrazioni che sei artisti italiani (Nico Angiuli, Fabrizio Bellomo, Pierluigi Calignano, Raffaella Formenti, Paola Pezzi e Antonella Zazzera) ricorrendo a personalissimi mezzi espressivi, assemblaggi e rinnovamenti semantici, definiscono attorno “all’intrinseca metamorfosi degli oggetti, alla loro instabile e mutevole identità. 'Oggetti perduti', ovvero l’eco inversa degli object trouvé, laddove l’operazione degli artisti diventa azione di recupero e rinnovamento di senso degli elementi rintracciati in una storia profondamente biografica e antropologica, sulla lunga inesauribile scorta del pensiero di Pino Pascali”.
“Il metodo su cui vertono i singoli discorsi” - spiega il curatore “è il metodo Pascali. Una ricerca indiziale svolta attorno agli oggetti della memoria personale e collettiva, una macchina celibe che adopera un processo non finalizzato, né legato a modelli esattamente realistici bensì a congestioni immaginifiche, visioni archetipiche, ironie plastiche".