LA NASCITA DI CINECITTÀ
Fotografie dal fondo Luigi Freddi
a cura di Matteo Fochessati e Gianni Franzone
Wolfsoniana
via Serra Gropallo 4 - Genova Nervi
dal 17/7/2014 al 2/11/2014
Attraverso foto e materiali documentari del fondo Freddi - conservato presso la Wolfsoniana - e ad alcune opere della Collezione riguardanti le produzioni cinematografiche negli anni tra le due guerre, la mostra ripercorre la nascita di Cinecittà, costruita alle porte di Roma, per volere di Mussolini, su progetto di Gino Peressutti e inaugurata il 28 aprile 1937.
Nella sua veste di deus ex machina della cinematografia nazionale, Luigi Freddi fu il principale artefice della nascita della nuova città del cinema, nei cui stabilimenti di via Tuscolana, realizzati sul modello degli studios hollywoodiani, furono funzionanti ben sedici teatri di posa.
Nominato da Mussolini nel settembre del 1934 direttore generale per la cinematografia, presidente dal 1940 di Cinecittà e della Cines e, dal 1941, direttore dell’ENIC (Ente Nazionale Industrie Cinematografiche), Freddi, oltre a intervenire in prima persona nell’ideazione e realizzazione di alcuni dei più importanti film italiani del periodo, mantenne anche una fitta rete di relazioni con i principali protagonisti del cinema internazionale.
I suoi rapporti con le più celebri stelle del firmamento cinematografico rimasero intensi pure nel dopoguerra, nonostante il suo allontanamento dalle cariche istituzionali.
Freddi - trasferitosi dopo il 25 luglio 1943 a Venezia, dove la Repubblica Sociale tentò di ridare vita a Cinecittà - ebbe comunque il merito di salvare il patrimonio tecnico trasferito sulla laguna, impedendo che prendesse la via della Germania. Tra la fine degli anni Quaranta e i primi Cinquanta continuò, in ambito privato, la sua attività di produttore.
Curata da Matteo Fochessati e Gianni Franzone, la mostra è organizzata in più sezioni.
La prima presenta alcune foto di Freddi e di Cinecittà, con immagini del cantiere e dell’inaugurazione avvenuta alla presenza di Mussolini.
Nella seconda si espongono alcune significative foto di scena di film girati nel periodo 1935-1942 - tra cui Le scarpe al sole, Il serpente a sonagli, Ma non è una cosa seria, I due misantropi, Retroscena, Scandalo per bene, Scipione l’Africano - e una selezione di immagini di registi e attori attivi a Cinecittà o che Freddi incontrò tra la metà degli anni Trenta e i primi anni Cinquanta: da Georg Pabst a Max Ophüls, da Madeleine Carroll a Gino Cervi, da Osvaldo Valenti a Ruby D’Alma, e ancora Carmine Gallone, Maria Denis, Tullio Carminati, Caterina Boratto, Macario, Lea Padovani, Ingrid Bergmann, Renato Rascel, Cécile Aubry.
A testimonianza dei suoi ampi e intensi contatti internazionali, si propone infine una galleria di ritratti fotografici, con dediche autografe a Freddi, di personaggi del cinema internazionale.
Tra i registi, l’americano Clarence Brown, che diresse Greta Garbo nei suoi più grandi successi; il russo Sergej Eizenštein, uno dei più grandi teorici dell’estetica cinematografica; la tedesca Leni Riefenstahl che nel 1937 girò Olympia, il noto documentario sui giochi olimpici di Berlino; e ancora l’austriaco Gustav Ucicky e i sovietici Nikolaj Ekk e Vsevolod Pudovkin.
Tra gli attori, l’inglese Charles Laughton; il tedesco Emil Jannings, interprete del professor Rath accanto a Marlene Dietrich ne L’angelo azzurro; i francesi Mireille Balin, Pierre Blanchar e Michel Simon; gli americani Edward J. Robinson e Peggy Cummins.
A integrazione dei vari temi trattati, si presentano inoltre alcune opere della Wolfsoniana, come il busto in terracotta di Tony Lucarda raffigurante il conte Giuseppe Volpi di Misurata, presidente della Biennale di Venezia e principale promotore della 1ª Esposizione Internazionale d’Arte Cinematografica, la coppa in argento per la III Mostra cinematografica di Venezia del 1935 e una serie di bozzetti per espositori e dépliant promozionali realizzati in Italia negli anni tra le due guerre per film di produzione americana.
Fotografie dal fondo Luigi Freddi
a cura di Matteo Fochessati e Gianni Franzone
Wolfsoniana
via Serra Gropallo 4 - Genova Nervi
dal 17/7/2014 al 2/11/2014
Attraverso foto e materiali documentari del fondo Freddi - conservato presso la Wolfsoniana - e ad alcune opere della Collezione riguardanti le produzioni cinematografiche negli anni tra le due guerre, la mostra ripercorre la nascita di Cinecittà, costruita alle porte di Roma, per volere di Mussolini, su progetto di Gino Peressutti e inaugurata il 28 aprile 1937.
Nella sua veste di deus ex machina della cinematografia nazionale, Luigi Freddi fu il principale artefice della nascita della nuova città del cinema, nei cui stabilimenti di via Tuscolana, realizzati sul modello degli studios hollywoodiani, furono funzionanti ben sedici teatri di posa.
Nominato da Mussolini nel settembre del 1934 direttore generale per la cinematografia, presidente dal 1940 di Cinecittà e della Cines e, dal 1941, direttore dell’ENIC (Ente Nazionale Industrie Cinematografiche), Freddi, oltre a intervenire in prima persona nell’ideazione e realizzazione di alcuni dei più importanti film italiani del periodo, mantenne anche una fitta rete di relazioni con i principali protagonisti del cinema internazionale.
I suoi rapporti con le più celebri stelle del firmamento cinematografico rimasero intensi pure nel dopoguerra, nonostante il suo allontanamento dalle cariche istituzionali.
Freddi - trasferitosi dopo il 25 luglio 1943 a Venezia, dove la Repubblica Sociale tentò di ridare vita a Cinecittà - ebbe comunque il merito di salvare il patrimonio tecnico trasferito sulla laguna, impedendo che prendesse la via della Germania. Tra la fine degli anni Quaranta e i primi Cinquanta continuò, in ambito privato, la sua attività di produttore.
Curata da Matteo Fochessati e Gianni Franzone, la mostra è organizzata in più sezioni.
La prima presenta alcune foto di Freddi e di Cinecittà, con immagini del cantiere e dell’inaugurazione avvenuta alla presenza di Mussolini.
Nella seconda si espongono alcune significative foto di scena di film girati nel periodo 1935-1942 - tra cui Le scarpe al sole, Il serpente a sonagli, Ma non è una cosa seria, I due misantropi, Retroscena, Scandalo per bene, Scipione l’Africano - e una selezione di immagini di registi e attori attivi a Cinecittà o che Freddi incontrò tra la metà degli anni Trenta e i primi anni Cinquanta: da Georg Pabst a Max Ophüls, da Madeleine Carroll a Gino Cervi, da Osvaldo Valenti a Ruby D’Alma, e ancora Carmine Gallone, Maria Denis, Tullio Carminati, Caterina Boratto, Macario, Lea Padovani, Ingrid Bergmann, Renato Rascel, Cécile Aubry.
A testimonianza dei suoi ampi e intensi contatti internazionali, si propone infine una galleria di ritratti fotografici, con dediche autografe a Freddi, di personaggi del cinema internazionale.
Tra i registi, l’americano Clarence Brown, che diresse Greta Garbo nei suoi più grandi successi; il russo Sergej Eizenštein, uno dei più grandi teorici dell’estetica cinematografica; la tedesca Leni Riefenstahl che nel 1937 girò Olympia, il noto documentario sui giochi olimpici di Berlino; e ancora l’austriaco Gustav Ucicky e i sovietici Nikolaj Ekk e Vsevolod Pudovkin.
Tra gli attori, l’inglese Charles Laughton; il tedesco Emil Jannings, interprete del professor Rath accanto a Marlene Dietrich ne L’angelo azzurro; i francesi Mireille Balin, Pierre Blanchar e Michel Simon; gli americani Edward J. Robinson e Peggy Cummins.
A integrazione dei vari temi trattati, si presentano inoltre alcune opere della Wolfsoniana, come il busto in terracotta di Tony Lucarda raffigurante il conte Giuseppe Volpi di Misurata, presidente della Biennale di Venezia e principale promotore della 1ª Esposizione Internazionale d’Arte Cinematografica, la coppa in argento per la III Mostra cinematografica di Venezia del 1935 e una serie di bozzetti per espositori e dépliant promozionali realizzati in Italia negli anni tra le due guerre per film di produzione americana.
L’esposizione è stata realizzata grazie alla collaborazione e al generoso contributo di Top Market Foto e Video, Genova.