sabato 12 luglio 2014

DINA BELLOTTI - ACCADEMIA LIGUSTUCA DI BELLE ARTI, GENOVA





DINA BELLOTTI
mostra antologica
a cura di Franco Diolli e Giulio Sommariva
Accademia Ligustica di Belle Arti
largo Pertini 4 - Genova
dal 9/7/2014 al 9/8/2014

Dina Bellotti, Alessandrina di nascita, torinese per formazione - dal 1930 al 1934 frequenta infatti i corsi dell’Accademia Albertina, quale allieva di Cesare Ferro -, nel capoluogo piemontese, in via Bava, aprirà il primo studio. E tra le opere che daranno una prima notorietà alla giovane artista sarà proprio un’immagine del capoluogo, Torino, piazza Emanuele Filiberto, acquaforte del 1938, esposta alla XXI Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, e acquistata da Vittorio Emanuele III, oggi conservata nel patrimonio del Quirinale. La piazza vastissima, è proposta in una accentuata fuga prospettica, attraversata da pesanti cavalli da traino, da passanti frettolosi e da rare automobili in un’atmosfera un po’ brumosa, grigia e silente.
Nel 1939 la svolta; l’artista si trasferisce con la famiglia sulla riviera ligure, a Sestri Levante, che diverrà sua patria d’adozione e alla quale resterà legata per sempre anche dopo il trasferimento a Roma, al seguito del marito. “Del mare ho una nostalgia inguaribile” scriverà dalla capitale, tornando ogni anno all’amata Sestri per le vacanze estive che alternerà con i soggiorni lagunari a Burano.
Sestri Levante e Burano, riviera ligure e laguna veneta, paesaggi e orizzonti inondati di luce e di colore: elementi che ritorneranno in tutta la sua pittura, anche quando, lasciati i toni severi, talvolta drammatici delle prime prove grafiche - storie di guerra, ritratti -, la sua attenzione si rivolgerà, con uno sguardo più intimo e talvolta ironico, a sontuosi interni affastellati di arredi e suppellettili, come nella Bottega dell’antiquario, o alla vetrina di un negozio, scrutata dall’interno, come nella tela La figlia dell’imprenditore o, ancora, alle tante nature morte che si accendono di guizzanti accenti cromatici, come in Pane, uova e carciofi.
E poi l’incontro con Paolo VI, il pontefice che, nel 1973, volle in Vaticano il Museo di Arte religiosa moderna, incontro che offrì a Dina Bellotti l’opportunità di una brillante attività quale ritrattista di prelati e pontefici e che le valse l’epiteto, forse un po’ riduttivo, di “pittrice dei papi”.
Ora, a quattro anni dalla mostra romana in Palazzo Cardinal Cesi, riproposta in Palazzo Fascie a Sestri Levante, una significativa selezione delle opere presenti in quell’esposizione approda nelle sale dell’Accademia Ligustica a documentare il percorso di un’artista dalla lunga carriera, pienamente inserita nella temperie culturale del suo tempo e profondamente legata alla nostra regione.