giovedì 27 febbraio 2014

UN CINQUECENTO INQUIETO - PALAZZO SARCINELLI, CONEGLIANO





UN CINQUECENTO INQUIETO
a cura di Giandomenico Romanelli e Giorgio Fossaluzza
Palazzo Sarcinelli
via XX Settembre 132 - Conegliano
dal 28/2/2014 al 8/6/2014

Nella primavera del 2014 torna a Palazzo Sarcinelli la stagione dei grandi appuntamenti con l’arte.
Un Cinquecento inquieto è il primo appuntamento di un ciclo di tre mostre che Palazzo Sarcinelli, con il nuovo partner Civita Tre Venezie, ha concepito e voluto come uno strumento di comunicazione di una forte identità culturale del proprio territorio che ha profondamente inciso nella cultura artistica e storica nazionale.
La mostra, promossa dal Comune di Conegliano, vuole indagare, raccontare, testimoniare l’importanza del primo cinquecento coneglianese nella storia dell’arte italiana, svelare i suoi legami e le continue connessioni con i grandi protagonisti della storia del cinquecento della capitale e dei centri maggiori della Repubblica.
Conegliano nel Cinquecento vive un’eccezionale esperienza di cultura, è stato uno dei cuori più dinamici culturalmente, del territorio veneto. La città con i suoi immediati dintorni, da Serravalle a Montello fino ad Asolo, per una serie di circostanze storiche e territoriali e per la sua ineguagliabile qualità ambientale e paesaggistica, è stata un centro di interessi culturali e testimonianze artistiche e letterarie di singolare ricchezza e interesse, luogo di incontri e convergenze dei protagonisti della storia dell’arte: da Cima a Pordenone, da Lotto a Tiziano.
Da un altro punto di vista, la presenza attiva anche culturalmente dei conti di Collalto, famiglia feudale imperiale, e del loro castello a Susegana, è una calamita e ragione di attrattiva per personalità del calibro di Aretino e di Monsignor Della Casa, con ulteriore estensione a Gaspara Stampa, oltre che a Elisabetta Querini, quindi al fior fiore dell’impegno letterario “al femminile”. Infine, ma non per minore importanza, attorno a Conegliano si registra un fiorire di presenze “riformate” ben incardinate nelle parrocchie, nei conventi e tra gli occasionali predicatori, che avrà un suo risvolto anche nell’ordine dei segni e dei simboli di una iconografia religiosa inquieta e talvolta di rottura (illustrata tragicamente nell’episodio di Riccardo Perucolo bruciato in piazza come eretico). Se Conegliano divenne uno dei primari palcoscenici di queste dispute, il riferimento forse più clamoroso è apparso di recente essere, dal punto di vista dell’ordine costituito, la macchina dell’Inquisizione messa in piedi da monsignor Della Casa, nunzio a Venezia e poi in volontario esilio a Nervesa; e, all’altro capo, il vescovo istriano Pier Paolo Vergerio sommo “eresiarca” in fuga verso la Svizzera, non prima di aver efficacemente seminato anche a Conegliano e dintorni il verbo della sua appassionata dottrina antisimoniaca dai rigorosi risvolti iconoclasti.
Di questo affascinante e appunto inquieto momento storico si vuole percorrere i tratti salienti, soprattutto negli esiti pittorici che essa ebbe a vivere, documentando la presenza e gli influssi da alcuni dei protagonisti di una stagione d’arte manifestata in dipinti di ufficiale e di pubblica devozione (pale d’altare e testi di grande impegno), ovvero in opere più sommesse e private, in decorazioni e prodotti d’arte applicata, in stoffe e suppellettili religiose e profane. Saranno presenti ancora documenti manoscritti (le carte del processo Perucolo, ad esempio), xilografie e incunaboli.
Tra i pittori, oltre a Cima, Francesco Beccaruzzi, Marco Basaiti, Ludovico Fiumicelli, Sebastiano Florigerio, Paris Bordon, Giovanni Antonio Pordenone, Francesco da Milano, Giovanni Agostino da Lodi, Antonio Solario, Andrea Previtali, Palma il Vecchio, Giovanni e Bernardino da Asola, Girolamo Denti, Giampietro Silvio, Pomponio Amalteo, Riccardo Perucolo. La mostra è costituita da circa 100 opere in mostra (dipinti, pale d’altare e oggetti, documenti, libri, incisioni di Albrecht Dürer), e circa venticinque distribuite tra Conegliano e dintorni (10 tappe) opportunamente segnalate in loco di modo da costruire un itinerario tematico che ha come fulcro Palazzo Sarcinelli, ma coinvolge l’intero territorio in un nuovo e suggestivo percorso culturale e turistico: Scuola dei Battuti, Monte di Pietà, Oratorio della Madonna della Neve, Palazzo Sbarra, Porta Monticano, chiesa parrocchiale di Campolongo, chiesa di San Pietro a Castello Roganzuolo, Susegana, Vittorio Veneto e altri.
I visitatori verranno accompagnati in un itinerario che punta a far riscoprire la storia e l’arte di quel tempo, ricreando il contesto storico di quel periodo, lungo un percorso che parte in modo simbolico dal centro storico di Conegliano in uno dei Palazzi più importanti della città, ma che vuole svilupparsi in modo organico lungo itinerari specifici nel territorio del Coneglianese e dei dintorni, perché la mostra non resti solo legata a un momento, ma testimoni la storia e ne abbracci l’identità proprio nei luoghi che l’hanno generata. Affinché i visitatori possano godere di Palazzo Sarcinelli e della mostra come luogo di interazione culturale alla ricerca di un costante dialogo con il territorio veneto- coneglianese, Conegliano e il suo territorio, quindi, i protagonisti – sia laici che ecclesiastici –, gli artisti, i cittadini, le tensioni religiose, le condizioni di vita.
Un panorama inedito, che si stende tra Nervesa e il Castello di Collalto, la Scuola dei Battuti e i conventi degli Zoccolanti, tra le vedute di Cima e i versi disperati di Gaspara Stampa.