domenica 27 maggio 2012

MASSIMO KAUFMANN: THE GOLDEN AGE - MAMBO, BOLOGNA



MASSIMO KAUFMANN
THE GOLDEN AGE
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
via Don Minzoni, 14 40121 Bologna
dal 24/5/2012 al 2/9/2012

Il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna dedica a Massimo Kaufmann (Milano, 1963) il secondo appuntamento del ciclo Prospettive. Nuovi percorsi nelle Collezioni del MAMbo. Contrappunti con una mostra intitolata The Golden Age, visibile dal 25 maggio al 2 settembre 2012. Attraverso questo formato, inaugurato nel gennaio 2012 con un progetto di Marco Gastini, il museo intende valorizzare la donazione di opere alla propria Collezione Permanente attraverso un momento espositivo focalizzato sulla contestualizzazione dell’artista e del suo lavoro in un più ampio e articolato percorso di carattere scientifico e didattico.
La generosa donazione del trittico Cecità (olio su tela, 2009) conferma la presenza di Massimo Kaufmann nelle Collezioni del MAMbo, in particolare nella sezione Focus on Contemporary Art dedicata alle ultime generazioni dell’arte italiana, per la quale nel 2008 era stata acquisita l’opera The Golden Age, un dittico olio su tela realizzato a New York in cui si dispiega una rilettura astratta del paesaggio urbano ispirata dall’osservazione attraverso le grandi finestre dello studio dell’artista.
Dal titolo di questa opera, in cui si richiama ironicamente l'idea del raggiungimento dello stato di grazia di una civiltà presagendone la sua decadente trasformazione, mutua denominazione lo speciale approfondimento con cui il MAMbo è lieto di presentare al pubblico il trittico del 2009 unitamente a una selezione di lavori che documentano gli esiti più recenti nella produzione dell’artista milanese.
Protagonista della scena artistica italiana già dalla seconda metà degli anni ’80, dopo aver lavorato con i dispositivi linguistici della trasparenza e del mimetismo in una continua e raffinata manipolazione della realtà, nell’ultimo decennio Massimo Kaufmann orienta la propria ricerca verso una dedizione a valori pittorici, ritrovando temi che nel passato erano stati affrontati con materiali meno tradizionali, come i disegni di silicone su tulle, i disegni con la macchina da scrivere.
L’artista sceglie di operare unicamente su supporti di diverse dimensioni, superfici singole o composizioni articolate in dittici e trittici, agendo sulla tela o sulla carta con pennellate da cui prendono vita forme cellulari di colore pulsante, atomi nebulosi - talvolta più densi talaltra più radi - disposti in modo calibrato, spesso secondo ordini geometrici da cui irradia una luce iridescente che schiude l’occhio dello spettatore verso un universo pulviscolare fatto di astrazione e ornamento decorativo. Esigenze apparentemente opposte trovano mediazione in una pittura in cui pensieri astratti e simboli si materializzano in forma tangibile attraverso il veicolo emozionale del colore.
La dimensione cognitiva ed emotiva della sua pittura, distante da intenti narrativi e didascalici, appare particolarmente evidente nel ciclo dei lavori intitolato Cecità, cui appartiene il trittico donato al MAMbo, caratterizzato dal rigetto assoluto per l’immagine iconica.
Si tratta di opere che l’artista descrive come “quadri ciechi” di consistenza tattile, tracciati con una tecnica della punteggiatura che evoca l’alfabeto Braille utilizzato dalle persone non vedenti. Il linguaggio allusivo di queste immagini annulla ogni possibilità di identificare i soggetti, offrendo infinite possibilità di interpretazione per punteggiature, mappe, reticoli, texture che esplodono in un crescendo ritmico e musicale.
Proprio al tema del tempo come ritmo sembra ritornare incessantemente la poetica di Massimo Kaufmann, fino a costituire la cifra artistica decisiva della sua produzione realizzata nell’ultimo decennio, in cui si cimenta in un estenuante esercizio della pittura dall’aspetto performativo sempre più centrale.
La ripetizione del gesto minimale diviene una sorta di pratica mistica rivolta a esaltare la bellezza di un tempo perso, ritrovato, scandito e indagato in una raffinatissima riflessione formale e teorica. Alla proliferazione molecolare del colore, l’artista affida infatti il tentativo di tradurre sulla tela la condizione esistenziale del tempo liberamente articolato come in una partitura musicale, alla ricerca di una coincidenza possibile tra il ritmo compositivo dell'esecuzione e il tempo della percezione.
In questi esiti, il gesto artistico di Massimo Kaufmann eccede lo specifico pittorico insinuandosi nella profonda essenza della vita per approdare al conseguimento di un piacere estetico puro come priorità stessa dell'atto creativo.

Durante l’intero periodo di apertura della mostra, ogni seconda domenica del mese alle h 18.00 il Dipartimento educativo MAMbo propone visite guidate alla Collezione Permanente con un focus speciale dedicato a Massimo Kaufmann.

In occasione della mostra al MAMbo, Prearo Editore pubblica il volume The Golden Age contenente un’intervista di Antonio Somaini a Massimo Kaufmann, contributi di Gianfranco Maraniello e Riccardo Caldura, oltre a un ampio apparato iconografico.