ANDREA
TAGLIAPIETRA
SINCERITÀ
Raffaello Cortina, 9/5/2012
collana "Moralia"
La sincerità è pretesa dagli amanti, giurata nei tribunali, temuta dai traditori, fuggita dai bugiardi e dagli ipocriti, ma parimenti evocata sia per ingannare meglio sia per testimoniare, se necessario contro tutto e tutti, la dignità del vero e di chi eroicamente gli si affida. Così la sincerità spalanca innanzi ai nostri occhi l’immenso teatro sociale dei ruoli e delle interazioni come spazio simbolico in cui gli individui sono impegnati a costruirsi, cercando la misura della propria autenticità. La teoria e la storia della sincerità dovranno dunque andare oltre le parole della tradizionale “filosofia dei concetti”, avendo l’ardire di interrogare quella sublime “filosofia dei personaggi” che sorregge le architetture del teatro, dell’arte e della grande letteratura occidentale e in cui il sincero e l’insincero appaiono, prima che le conseguenze di una scelta morale, come due distinte forme di vita. Ovvero come due diverse possibilità, per dirla con Nietzsche, di realizzare il compito più difficile e insieme più umano, quello di “divenire ciò che si è”.
SINCERITÀ
Raffaello Cortina, 9/5/2012
collana "Moralia"
La sincerità è pretesa dagli amanti, giurata nei tribunali, temuta dai traditori, fuggita dai bugiardi e dagli ipocriti, ma parimenti evocata sia per ingannare meglio sia per testimoniare, se necessario contro tutto e tutti, la dignità del vero e di chi eroicamente gli si affida. Così la sincerità spalanca innanzi ai nostri occhi l’immenso teatro sociale dei ruoli e delle interazioni come spazio simbolico in cui gli individui sono impegnati a costruirsi, cercando la misura della propria autenticità. La teoria e la storia della sincerità dovranno dunque andare oltre le parole della tradizionale “filosofia dei concetti”, avendo l’ardire di interrogare quella sublime “filosofia dei personaggi” che sorregge le architetture del teatro, dell’arte e della grande letteratura occidentale e in cui il sincero e l’insincero appaiono, prima che le conseguenze di una scelta morale, come due distinte forme di vita. Ovvero come due diverse possibilità, per dirla con Nietzsche, di realizzare il compito più difficile e insieme più umano, quello di “divenire ciò che si è”.