TAKESHI SHIKAMA
TIMELESS
Studio Incantations
Vico San Giorgio 9-11r - Genova
1/10/2015 - 31/10/2015
Un’attenzione tutta giapponese alle sfumature atmosferiche e ai passaggi di tempo, unita a una grande cura per i materiali, lega la fotografia di Takeshi Shikama alla grande tradizione pittorica del suo paese, mentre la sottesa concettualità e il messaggio ecologico fanno pensare alla fotografia di paesaggio “impegnata”, da Gustave Le Gray a Robert Adams. Questa ricchezza non costituisce soltanto una sintesi visiva, ma anche un’armonia di pensiero, un importante ponte culturale tra Oriente e Occidente.
La particolare sensibilità per i minimi mutamenti del mondo naturale porta l’artista alla creazione di un’opera unica, silenziosa e delicatissima, dove antiche foreste si rivelano allo sguardo e sembrano voler sussurrare all’osservatore che la nostra esistenza condivide lo stesso destino, fragile e sublime, della vita della natura. Nelle sue immagini, i chiarori lievi di un petalo o di una corteccia d’albero emergono dalla penombra preservando l’intimità delle strutture ed esaltandone le qualità spirituali, mentre tra sprazzi di paesaggi arborei e chiari di bosco le ombre divengono cassa armonica delle luci, suggerendo “equivalenti” stati d’animo.
Il respiro del mondo è racchiuso nella vita segreta degli alberi così come nel cuore dell’uomo: questo senso di appar tenenza e profonda unità dell’esistenza è reso concettualmente ancor più evidente dall’attenzione posta da Shikama al processo di stampa della propria opera. Dopo il primo approccio di natura contemplativa allo scatto, dove il fotografo, quasi annullando la sua presenza, entra in profonda sintonia con l’ambiente ascoltandone i più impercettibili mormorii, avviene la trasposizione di quest’intima armonia - affidata alla nobiltà del platino - su di un raffinatissimo e inusuale suppor to, la car ta giapponese Gampi.
Il procedimento interamente manuale della stampa al platino, tecnica antica usata da Edward Steichen e Alfred Stieglitz, rappresenta per l’artista l’aspetto più creativo della genesi dell’immagine e oltre la metà del percorso di realizzazione della stessa. Quasi una preghiera che testimonia l’amore per i soggetti fotografati e la certezza che la poesia richieda dedizione e partecipazione per emergere, ben lungi dalla velocità con cui le immagini vengono consumate e presto dimenticate nella nostra contemporaneità. E’ attraverso questo rituale "alchemico", infatti, che la visione può risorgere alla luce dalle sottili fibre della Gampi, carta rara e pregiata poiché ricavata dalla corteccia di piante che crescono spontanee soltanto in alcune foreste del Giappone.
Il dialogo tra una materia così effimera e il soggetto rappresentato - il delicato ecosistema delle foreste - rappresenta certalmente una forte valenza simbolica per l’autore, ancor più se la stampa è realizzata con l’emulsione al platino, di durata pressoché eterna. Tale squisita antitesi evoca la metafora di un equilibrio, quello del legame tra caducità e perennità che risiede nel mondo silente della natura, tra i fruscii di una fronda, nella nascita di un fiore, alla radice stessa della vita.
Shikama sembra custodire così, nelle sue immagini colme di mistero, un percorso possibile per l’uomo contemporaneo: una via della “poiesis”, dove il contemplare si affianca al costruire, dove la materia non è opposta allo spirito ma ne costituisce armoniosa sintesi.
Dove ci si può ritrovare in silenzio, immemori del tempo che scorre, a sognare lo stesso sogno degli alberi.
Takeshi Shikama (Tokyo, Giappone, 1948) I suoi lavori si trovano in collezioni private e pubbliche come la Bibliotheque Nationale de France di Parigi; il Museo di Fotografia di San Diego, California; il Musee for Fotokunst Brandts a Odense, Danimarca; The Museum of Fine Arts di Houston, Texas; Santa Barbara Museum of Fine Ar t, California; Davison Ar t Center, Wesleyan University, Connecticut; Portland Art Museum, Oregon; SFMOMA, San Francisco Museum of Modern Art, California.
TIMELESS
Studio Incantations
Vico San Giorgio 9-11r - Genova
1/10/2015 - 31/10/2015
Un’attenzione tutta giapponese alle sfumature atmosferiche e ai passaggi di tempo, unita a una grande cura per i materiali, lega la fotografia di Takeshi Shikama alla grande tradizione pittorica del suo paese, mentre la sottesa concettualità e il messaggio ecologico fanno pensare alla fotografia di paesaggio “impegnata”, da Gustave Le Gray a Robert Adams. Questa ricchezza non costituisce soltanto una sintesi visiva, ma anche un’armonia di pensiero, un importante ponte culturale tra Oriente e Occidente.
La particolare sensibilità per i minimi mutamenti del mondo naturale porta l’artista alla creazione di un’opera unica, silenziosa e delicatissima, dove antiche foreste si rivelano allo sguardo e sembrano voler sussurrare all’osservatore che la nostra esistenza condivide lo stesso destino, fragile e sublime, della vita della natura. Nelle sue immagini, i chiarori lievi di un petalo o di una corteccia d’albero emergono dalla penombra preservando l’intimità delle strutture ed esaltandone le qualità spirituali, mentre tra sprazzi di paesaggi arborei e chiari di bosco le ombre divengono cassa armonica delle luci, suggerendo “equivalenti” stati d’animo.
Il respiro del mondo è racchiuso nella vita segreta degli alberi così come nel cuore dell’uomo: questo senso di appar tenenza e profonda unità dell’esistenza è reso concettualmente ancor più evidente dall’attenzione posta da Shikama al processo di stampa della propria opera. Dopo il primo approccio di natura contemplativa allo scatto, dove il fotografo, quasi annullando la sua presenza, entra in profonda sintonia con l’ambiente ascoltandone i più impercettibili mormorii, avviene la trasposizione di quest’intima armonia - affidata alla nobiltà del platino - su di un raffinatissimo e inusuale suppor to, la car ta giapponese Gampi.
Il procedimento interamente manuale della stampa al platino, tecnica antica usata da Edward Steichen e Alfred Stieglitz, rappresenta per l’artista l’aspetto più creativo della genesi dell’immagine e oltre la metà del percorso di realizzazione della stessa. Quasi una preghiera che testimonia l’amore per i soggetti fotografati e la certezza che la poesia richieda dedizione e partecipazione per emergere, ben lungi dalla velocità con cui le immagini vengono consumate e presto dimenticate nella nostra contemporaneità. E’ attraverso questo rituale "alchemico", infatti, che la visione può risorgere alla luce dalle sottili fibre della Gampi, carta rara e pregiata poiché ricavata dalla corteccia di piante che crescono spontanee soltanto in alcune foreste del Giappone.
Il dialogo tra una materia così effimera e il soggetto rappresentato - il delicato ecosistema delle foreste - rappresenta certalmente una forte valenza simbolica per l’autore, ancor più se la stampa è realizzata con l’emulsione al platino, di durata pressoché eterna. Tale squisita antitesi evoca la metafora di un equilibrio, quello del legame tra caducità e perennità che risiede nel mondo silente della natura, tra i fruscii di una fronda, nella nascita di un fiore, alla radice stessa della vita.
Shikama sembra custodire così, nelle sue immagini colme di mistero, un percorso possibile per l’uomo contemporaneo: una via della “poiesis”, dove il contemplare si affianca al costruire, dove la materia non è opposta allo spirito ma ne costituisce armoniosa sintesi.
Dove ci si può ritrovare in silenzio, immemori del tempo che scorre, a sognare lo stesso sogno degli alberi.
Takeshi Shikama (Tokyo, Giappone, 1948) I suoi lavori si trovano in collezioni private e pubbliche come la Bibliotheque Nationale de France di Parigi; il Museo di Fotografia di San Diego, California; il Musee for Fotokunst Brandts a Odense, Danimarca; The Museum of Fine Arts di Houston, Texas; Santa Barbara Museum of Fine Ar t, California; Davison Ar t Center, Wesleyan University, Connecticut; Portland Art Museum, Oregon; SFMOMA, San Francisco Museum of Modern Art, California.