martedì 6 gennaio 2015

DOPODICHÉ - STASERA MI BUTTO - TEATRO DELLA TOSSE, GENOVA 7-13/1/2015




DOPODICHÉ - STASERA MI BUTTO
del collettivo artistico Generazione Disagio
(Enrico Pittaluga, Graziano Sirressi, Alessandro Bruni Ocaña, Davide Palla, Riccardo Pippa)
Teatro della Tosse
piazza Renato Negri - Genova
7 - 13 gennaio 2015 - ore 20.30 (domenica 11, ore 18.30)

Dopodiché – stasera mi butto
con Enrico Ettore Pittaluga, Graziano Rodolfo Sirressi, Andrea Dejan Panigatti, Davide Golia Palla
regista e co-autore Riccardo Rainer Pippa
organizzazione Roberta Petra Ursino
luci Giuliano Enrique Bottacin
consulenza, scene e costumi: Margherita Mafalda Baldoni
scene Duccio Empedocle Mantellassi e Federico Vasil'evic Visconti
produzione Proxima Res
Dopodiché – stasera mi butto è il primo lavoro del neonato collettivo Generazione Disagio (GD). Il minimo comune denominatore di GD è l'appartenenza a una generazione di mezzo, che non è rappresentata, l'avere fatto del disagio una condizione abituale.
GD vuole creare prodotti artistici e poetici che parlino di questa generazione, dei suoi sogni, della sua condizione e della sua volontà e mira a prendere la parola con diversi progetti in spazi diversi: teatri, spazi urbani, stazioni delle metro, bar, centri sociali. GD è una voce che gratta l'orecchio di chi la sente e pone domande, problemi ma propone anche soluzioni. GD mira a togliere la barriera che divide l'arte dalla vita. È arte che parla della vita.
Dopodiché nasce da una drammaturgia collettiva: gli attori scrivono per il proprio personaggio e per gli altri. Si parte da tematiche condivise, titoli, spunti, situazioni che ognuno sviluppa. I testi sono poi modificati da tutti, messi alla prova in improvvisazione e scambiati tra i vari attori/autori. È una drammaturgia collettiva, a tratti molto intima e personale.

Dopodiché – stasera mi butto, drammaturgia collettiva per raccontare una generazione, cinica e dissacrante analisi della società contemporanea.
Lo spettacolo è un cinico e spassoso gioco dell'oca che mira all'annullamento.
Le tematiche di disagio generazionale, crisi e voglia di cambiamento vengono trattate con un gioco di ribaltamento paradossale, invece di risolvere i problemi o lottare per un mondo migliore il pubblico viene invitato a scaricare tutti i suoi problemi su un attore che è un giocatore-pedina e che si contenderà con gli altri la possibilità di arrivare per primo alla casella finale: quella del suicidio. Varie prove e imprevisti faranno avanzare o indietreggiare i personaggi su un tabellone, anche grazie all'aiuto del pubblico dal vivo.