WIM WENDERS
AMERICA
a cura di Anna Bernardini
Villa e Collezione Panza
piazza Litta 1 - Varese
15/1/2015 - 29/3/2015
Il FAI – Fondo Ambiente Italiano presenta a Villa e Collezione Panza a Varese “Wim Wenders. AMERICA”, una mostra fotografica dedicata al regista e fotografo, maestro del Nuovo Cinema Tedesco, con cui la Villa inaugura una programmazione attenta al panorama attuale del mondo della fotografia.
Le opere, in mostra dal 15 gennaio al 29 marzo 2015, sono state realizzate negli Stati Uniti tra la fine degli anni Settanta e il 2003 e documentano ambienti, paesaggi, architetture, strade catturati dall’obiettivo della macchina fotografica di Wenders con uno sguardo acuto e profondo teso alla contemplazione dell’immensità della natura e alla potenza della luce.
“I paesaggi danno forma alle nostre vite, plasmano il nostro carattere, definiscono la nostra condizione umana e se sei attento acuisci la tua sensibilità nei loro confronti, scopri che hanno storie da raccontare e che sono molto più che semplici luoghi.” Così Wim Wenders descrive il suo approccio attraverso l’utilizzo di una macchina fotografica panoramica che riproduce visioni che scardinano la normale percezione del paesaggio.
È l’occhio di un europeo che incontra, sente, vede e registra la cultura americana dagli anni Settanta. Così come in quegli anni Giuseppe Panza di Biumo visita, percepisce e comprende lo spirito americano attraverso l’arte e dà inizio alla sua collezione: “Il mio interesse per questa arte nacque in seguito a un lungo viaggio in America nel 1954… In quel periodo non ero ancora un collezionista, ma sentivo che stava per nascere una nuova cultura, diversa da quella europea, spinta avanti da suggestioni, energie, situazioni nuove”.
A Villa Panza Wenders mette in mostra trentacinque fotografie di cui alcune di grandi dimensioni: allestite secondo un percorso cronologico e tematico, le immagini dialogano con il contesto della Villa, negli spazi del piano terra e del primo piano e nelle Scuderie. Un fil rouge accompagna il visitatore lungo l’esposizione alla scoperta della personale lettura dell’America del regista tedesco.
Wim Wenders il nomade, l’europeo in viaggio, utilizza una pratica Leica caricata con pellicola a scorrimento per esplorare i nuovi set da immortalare nei film, ma passa a una Makina-Plaubel con pellicola negativa Eastman per “guardare le cose (regarder)” e “conservarle (garder)”.
Sono molte le dinamiche che convergono nella costruzione dell’inquadratura di Wenders, non ultima il bisogno di focalizzare il “centro” perché tutto quello che è fuori dal perimetro dell’obiettivo andrà perso, come d’altronde la sua esigenza di puntare sempre a una resa dell’immagine perfetta.
In questo senso Wenders si definisce un artigiano che utilizza la luce: non è un caso, infatti, che nel suo ultimo film dedicato al fotografo Juliano Ribeiro Salgado, Il sale della Terra (2014), il narratore fuori campo enunci ad apertura del documentario la definizione del termine foto- (dal greco φῶς, -φωτός, luce) e -grafia (dal greco γραϕία, disegno).
“Wim Wenders. AMERICA” è accompagnata da un volume omonimo edito da Silvana Editoriale.
AMERICA
a cura di Anna Bernardini
Villa e Collezione Panza
piazza Litta 1 - Varese
15/1/2015 - 29/3/2015
Il FAI – Fondo Ambiente Italiano presenta a Villa e Collezione Panza a Varese “Wim Wenders. AMERICA”, una mostra fotografica dedicata al regista e fotografo, maestro del Nuovo Cinema Tedesco, con cui la Villa inaugura una programmazione attenta al panorama attuale del mondo della fotografia.
Le opere, in mostra dal 15 gennaio al 29 marzo 2015, sono state realizzate negli Stati Uniti tra la fine degli anni Settanta e il 2003 e documentano ambienti, paesaggi, architetture, strade catturati dall’obiettivo della macchina fotografica di Wenders con uno sguardo acuto e profondo teso alla contemplazione dell’immensità della natura e alla potenza della luce.
“I paesaggi danno forma alle nostre vite, plasmano il nostro carattere, definiscono la nostra condizione umana e se sei attento acuisci la tua sensibilità nei loro confronti, scopri che hanno storie da raccontare e che sono molto più che semplici luoghi.” Così Wim Wenders descrive il suo approccio attraverso l’utilizzo di una macchina fotografica panoramica che riproduce visioni che scardinano la normale percezione del paesaggio.
È l’occhio di un europeo che incontra, sente, vede e registra la cultura americana dagli anni Settanta. Così come in quegli anni Giuseppe Panza di Biumo visita, percepisce e comprende lo spirito americano attraverso l’arte e dà inizio alla sua collezione: “Il mio interesse per questa arte nacque in seguito a un lungo viaggio in America nel 1954… In quel periodo non ero ancora un collezionista, ma sentivo che stava per nascere una nuova cultura, diversa da quella europea, spinta avanti da suggestioni, energie, situazioni nuove”.
A Villa Panza Wenders mette in mostra trentacinque fotografie di cui alcune di grandi dimensioni: allestite secondo un percorso cronologico e tematico, le immagini dialogano con il contesto della Villa, negli spazi del piano terra e del primo piano e nelle Scuderie. Un fil rouge accompagna il visitatore lungo l’esposizione alla scoperta della personale lettura dell’America del regista tedesco.
Wim Wenders il nomade, l’europeo in viaggio, utilizza una pratica Leica caricata con pellicola a scorrimento per esplorare i nuovi set da immortalare nei film, ma passa a una Makina-Plaubel con pellicola negativa Eastman per “guardare le cose (regarder)” e “conservarle (garder)”.
Sono molte le dinamiche che convergono nella costruzione dell’inquadratura di Wenders, non ultima il bisogno di focalizzare il “centro” perché tutto quello che è fuori dal perimetro dell’obiettivo andrà perso, come d’altronde la sua esigenza di puntare sempre a una resa dell’immagine perfetta.
In questo senso Wenders si definisce un artigiano che utilizza la luce: non è un caso, infatti, che nel suo ultimo film dedicato al fotografo Juliano Ribeiro Salgado, Il sale della Terra (2014), il narratore fuori campo enunci ad apertura del documentario la definizione del termine foto- (dal greco φῶς, -φωτός, luce) e -grafia (dal greco γραϕία, disegno).
“Wim Wenders. AMERICA” è accompagnata da un volume omonimo edito da Silvana Editoriale.