DANILO CORREALE
WE HAVE A BUSINESS PROPOSAL
Raucci Santamaria
corso Amedeo di Savoia, 190 - Napoli
dall’11 maggio al 20 luglio 2012
L'aspetto umano del capitalismo finanziario è il fulcro del progetto che Danilo Correale (Napoli 1982 – vive e lavora a Londra) presenta per la sua seconda personale nella galleria Raucci/Santamaria. L'artista mette a fuoco le caratteristiche apparentemente proibite e spersonalizzate del potere, i gesti e i messaggi retorici con cui esso si esprime, concentrando la propria attenzione sugli individui che si celano dietro la facciata istituzionale. Correale propone una possibile chiave d'accesso a quella opacità linguistica che ha da sempre costituito il terreno più fertile del potere, sia statale che economico. E’ infatti evidente che il lessico sempre più fumoso utilizzato dal sistema politico, sta inducendo ad un lento distaccamento della massa dalle istituzioni.
Con un approccio speculativo l'artista evidenzia come, attraverso lo studio delle biografie dei personaggi appartenenti al mondo della politica, si possa trovare una possibile lettura alternativa a quella che potrebbe essere definita “semiotica del potere”.
Così, in una pura metafora visiva, nelle due immagini fotografiche Untitled (the stumble) operatori della finanza sono immortalati mentre inciampano: a cadere non sono la grandi società, ma gli individui, addetti alla decifrazione di codici complessi, rappresentanti principali di un sistema di scambi e di relazioni immateriali.
Con una ricerca basata sui paradossi, sui fallimenti personali, sui punti fragili del sistema economico, l’artista prova, con un atteggiamento profanatorio, a portare alla luce gli aspetti banali con cui il male è spesso rappresentato. A tal fine le opere in mostra aspirano ad un dialogo poetico più che razionale con la caratteristica freddezza e l’apparente sobrietà delle istituzioni. E’ il caso dell’installazione fotografica The future in their hands (the visible hands) in cui l’artista, speculando sull’impossibilità di determinare la vera natura e la sfuggente personalità degli esponenti del mondo politico/finanziario, prova a rendere decifrabile la “mano invisibile del mercato”. In collaborazione con una famosa chiromante indiana i palmi di sei influenti uomini sono stati letti e per ciascuno è stato tracciato il profilo della personalità, creando un’ideale ambiguità tra aspetto umano ed immagine pubblica della classe che gestisce il presente ed il futuro della società.
Le parole e i gesti di chi governa viaggiano attraverso una capillare e spesso sottile strategia di comunicazione. Correale ne riassume i vizi e le cadenze con il lavoro We are sorry, un manifesto di scuse dirette al pubblico i cui mandatari rimangono però sfuggenti: un processo sintattico senza emissario in cui ciascun lettore si ritrova inconsapevole e consenziente protagonista.
La disillusione nei confronti di un potere indifferente e di una politica completamente integrata nel mondo economico è sottolineata anche da una serie di venticinque piccole tele che riportano come principio e fine due messaggi. Il primo è una email di una proposta d’affari, di quelle presenti nelle caselle di spam del 90% degli utilizzatori del web, che promette facili business milionari; il secondo invece ricalca la proposta di una manovra finanziaria governativa. Nel passaggio da questi due estremi l’artista evidenzia la varietà di messaggi e le possibili combinazioni linguistiche da decodificare.
Un articolato percorso espositivo completato da una serie di piccole pubblicazioni appartenenti a diversi gruppi d’aiuto anonimi. Taccuini che testimoniano una coscienza collettiva incapace di metabolizzare il fallimento di un sistema, sempre più distante ed estraneo.
WE HAVE A BUSINESS PROPOSAL
Raucci Santamaria
corso Amedeo di Savoia, 190 - Napoli
dall’11 maggio al 20 luglio 2012
L'aspetto umano del capitalismo finanziario è il fulcro del progetto che Danilo Correale (Napoli 1982 – vive e lavora a Londra) presenta per la sua seconda personale nella galleria Raucci/Santamaria. L'artista mette a fuoco le caratteristiche apparentemente proibite e spersonalizzate del potere, i gesti e i messaggi retorici con cui esso si esprime, concentrando la propria attenzione sugli individui che si celano dietro la facciata istituzionale. Correale propone una possibile chiave d'accesso a quella opacità linguistica che ha da sempre costituito il terreno più fertile del potere, sia statale che economico. E’ infatti evidente che il lessico sempre più fumoso utilizzato dal sistema politico, sta inducendo ad un lento distaccamento della massa dalle istituzioni.
Con un approccio speculativo l'artista evidenzia come, attraverso lo studio delle biografie dei personaggi appartenenti al mondo della politica, si possa trovare una possibile lettura alternativa a quella che potrebbe essere definita “semiotica del potere”.
Così, in una pura metafora visiva, nelle due immagini fotografiche Untitled (the stumble) operatori della finanza sono immortalati mentre inciampano: a cadere non sono la grandi società, ma gli individui, addetti alla decifrazione di codici complessi, rappresentanti principali di un sistema di scambi e di relazioni immateriali.
Con una ricerca basata sui paradossi, sui fallimenti personali, sui punti fragili del sistema economico, l’artista prova, con un atteggiamento profanatorio, a portare alla luce gli aspetti banali con cui il male è spesso rappresentato. A tal fine le opere in mostra aspirano ad un dialogo poetico più che razionale con la caratteristica freddezza e l’apparente sobrietà delle istituzioni. E’ il caso dell’installazione fotografica The future in their hands (the visible hands) in cui l’artista, speculando sull’impossibilità di determinare la vera natura e la sfuggente personalità degli esponenti del mondo politico/finanziario, prova a rendere decifrabile la “mano invisibile del mercato”. In collaborazione con una famosa chiromante indiana i palmi di sei influenti uomini sono stati letti e per ciascuno è stato tracciato il profilo della personalità, creando un’ideale ambiguità tra aspetto umano ed immagine pubblica della classe che gestisce il presente ed il futuro della società.
Le parole e i gesti di chi governa viaggiano attraverso una capillare e spesso sottile strategia di comunicazione. Correale ne riassume i vizi e le cadenze con il lavoro We are sorry, un manifesto di scuse dirette al pubblico i cui mandatari rimangono però sfuggenti: un processo sintattico senza emissario in cui ciascun lettore si ritrova inconsapevole e consenziente protagonista.
La disillusione nei confronti di un potere indifferente e di una politica completamente integrata nel mondo economico è sottolineata anche da una serie di venticinque piccole tele che riportano come principio e fine due messaggi. Il primo è una email di una proposta d’affari, di quelle presenti nelle caselle di spam del 90% degli utilizzatori del web, che promette facili business milionari; il secondo invece ricalca la proposta di una manovra finanziaria governativa. Nel passaggio da questi due estremi l’artista evidenzia la varietà di messaggi e le possibili combinazioni linguistiche da decodificare.
Un articolato percorso espositivo completato da una serie di piccole pubblicazioni appartenenti a diversi gruppi d’aiuto anonimi. Taccuini che testimoniano una coscienza collettiva incapace di metabolizzare il fallimento di un sistema, sempre più distante ed estraneo.