giovedì 1 ottobre 2015

GIAMPAOLA SPIRITO: IN-BETWEEN PLACES - QUODLIBET 2015




GIAMPAOLA SPIRITO
IN-BETWEEN PLACES
Forme dello spazio relazionale dagli anni sessanta a oggi
Quodlibet (8 ottobre 2015)
Collana: Quodlibet studio. Città e paesaggio

Questo saggio indaga l’in-between e lo ricolloca all’interno dell’attualità come possibilità operativa e strategica del progetto architettonico e urbano. In-between places non sono spazi astratti, dislocati, spaesanti, ma luoghi nei quali si attuano le relazioni tra gli elementi, con i contesti e i materiali preesistenti, tra le persone. L’in-between è un concetto che nasce nella seconda metà degli anni Cinquanta del secolo scorso come risposta alla visione dualistica del Moderno ed è assunto come spazio tra le cose o gli elementi del progetto da Aldo van Eyck e altri architetti appartenenti al Team X. Nell’età postmoderna è stato utilizzato per decostruire i codici e i canoni classici attraverso i quali, per secoli, si è interpretata la realtà, per ampliare lo spettro di lettura e riprodurre nuove complessità spaziali come accade in alcuni testi e opere di Peter Eisenman o Bernard Tschumi. Oggi, privato delle ideologie che hanno attraversato il secolo scorso, l’in-between può esprimere la condizione intermedia e terza del contemporaneo, ma soprattutto può rappresentare lo spazio di relazione tra gli individui e di connessione degli elementi del progetto architettonico che, in questo modo, torna a essere una composizione e, una volta costruito, un luogo abitato. A sostegno di questa tesi vengono perciò riletti i testi di alcuni grandi filosofi in parallelo a una gran numero di progetti architettonici, anche molto recenti, dello studio SANAA, di Sou Fujimoto, Aires Mateus, Campo Baeza e molti altri ancora.