AMY O'NEILL
DURA MATER
Pinksummer
Palazzo Ducale - Cortile Maggiore
piazza Matteotti 28R - Genova
9/10/2015 - 28/11/2015
Pinksummer: «Dura-mater è il titolo che hai dato a questa tua seconda personale da Pinksummer. La Dura-mater (hard mother/ madre dura) è, con la pia mater e l’aracnoide, una delle tre meningi che proteggono il cervello e il midollo spinale. [...] Il tuo lavoro essenzialmente incentrato sulla memoria ha una funzione connettiva rispetto ai tessuti della grande Storia con quella della storia minuta, individuale e familiare. [...] Ci verrebbe da chiederti cosa ti hanno inoculato i tuoi genitori e i tuoi nonni e forse anche Ronald Reagan, il presidente con il quale sei cresciuta (stiamo un po’ scherzando), per trasformare l’attitudine squisitamente ottimista di matrice yankee, che ti appartiene certo, ma come scorza, membrana spessa, per sbucciarla nel modo in cui si sbuccerebbe un frutto maturato fin troppo dentro al canestro in cucina, che all’interno rivela un teatro dell’assenza, della dissoluzione, della distopia, della rovina al contrario per entrare nella dimensione di irreversibilità entropica di Robert Smithson. Perché questo titolo?»
Amy O'Neill: La combinazione di funzionale e simbolico è un principio operativo fondamentale nell'elaborazione della maggior parte del mio lavoro. Ciò è in parte il risultato delle influenze della zona dove sono cresciuta, la Pensilvania occidentale che ha una ricca tradizione rispetto al mescolare storie apparentemente differenti. Per esempio, la scuola superiore che ha frequentato mio padre ha il volto di John F.Kennedy innestato sulla mascotte, il capo indiano Monacatootha, in omaggio al presidente assassinato. Raccogliere storie della classe media americana e creare un paesaggio dove i ricordi si dispiegano è una forma di sperimentazione che conduco con molto piacere. Un po' come Victor Frankenstein, il personaggio di Mary Wollstonecraft Shelley, nel suo romanzo Frankenstein o il Prometheus moderno. Tra l'altro, ho anche un'affinità con le posizioni della Shelley come fautrice dell'idea Illuminista che la società potrebbe evolvere se i capi politici utilizzassero il loro potere in maniera responsabile; fedele comunque anche all'ideale romantico nel credere che un uso improprio del potere potrebbe devastare l'umanità. Infine, secondo un'altra definizione funzionale, la Dura-mater è quella che circonda e sostiene i seni durali che trasportano il sangue dal cervello al cuore. Una metafora adatta alle nostre complesse e poetiche posizioni di esseri umani».
Pinksummer: Cosa presenterai in questa mostra?
Amy O'Neill: Sulle pareti ci saranno due nuove serie di disegni e stampe basate sulle esperienze di guerra di mio padre e di mio nonno. Tutti eseguiti nel 2015, il primo gruppo, intitolato “Metered Mail”, è una serie di stampe litografiche e di disegni ispirati a un libretto di cartoline illustrate spedito da mio nonno a mia nonna durante l'addestramento ai tempi della seconda guerra mondiale, che è stato conservato da mia nonna per più di 60 anni. Le immagini sono scelte, tagliate e incollate con i francobolli dell'epoca, sulla base dei ricordi che ho dei rapporti con i miei nonni e delle storie che mi sono state raccontate a proposito del coraggio e della resistenza del nonno prigioniero di guerra. Lui personalmente non ha mai parlato della guerra o del tempo passato in un campo di lavoro dopo che fu catturato nel 1944.
Per la serie di immagini "Vietnam or the American War", ho avuto la fortuna di ricevere da mio padre delle foto che scattò mentre era in Vietnam e in licenza negli Stati Uniti nel 1969 circa. Anche questo gruppo incorpora francobolli pubblicati nello stesso anno in cui le foto sono state scattate, ma la giustapposizione è molto più intuitiva perché ci furono pochi riferimenti al Vietnam o supporto pubblico durante quel “conflitto”. Ho scelto di disegnare la maggior parte delle immagini in entrambe le serie con i segni dei timbri della posta obliterata, perché tutte sono datate 1943 o 1969 e le linee ondulate dei contrassegni postali ben rappresentano le onde della memoria. (eccetto per Telegraph che ha il suo proprio sistema di trasmissione integrato nel disegno).
Sul pavimento ci sarà Deconstructing 13 Stripes e Rectangle #8, una scultura progettata e cucita in riferimento alla geometria della bandiera degli Stati Uniti. Ispirato dall'idea dei Victory Gardens, piantati nelle residenze private e nei parchi pubblici degli Stati Uniti durante la Seconda Guerra Mondiale, la scultura è costruita con sacchi di patate (pane della vita) riciclati e riempiti di sabbia.
Infine, installata sospesa al muro sopra i disegni e aggettante nello spazio, c'è una serie di paraspruzzi da camion fatti di gomma di pneumatici riciclata. Questi paraspruzzi, sono stati incisi con il motivo del cretto di fango. Fungendo da surrogati di bandiere, questa serie prosegue la mia ricerca intorno alla descrizione di stati fossilizzati che si librano nel tempo e nello spazio.
DURA MATER
Pinksummer
Palazzo Ducale - Cortile Maggiore
piazza Matteotti 28R - Genova
9/10/2015 - 28/11/2015
Pinksummer: «Dura-mater è il titolo che hai dato a questa tua seconda personale da Pinksummer. La Dura-mater (hard mother/ madre dura) è, con la pia mater e l’aracnoide, una delle tre meningi che proteggono il cervello e il midollo spinale. [...] Il tuo lavoro essenzialmente incentrato sulla memoria ha una funzione connettiva rispetto ai tessuti della grande Storia con quella della storia minuta, individuale e familiare. [...] Ci verrebbe da chiederti cosa ti hanno inoculato i tuoi genitori e i tuoi nonni e forse anche Ronald Reagan, il presidente con il quale sei cresciuta (stiamo un po’ scherzando), per trasformare l’attitudine squisitamente ottimista di matrice yankee, che ti appartiene certo, ma come scorza, membrana spessa, per sbucciarla nel modo in cui si sbuccerebbe un frutto maturato fin troppo dentro al canestro in cucina, che all’interno rivela un teatro dell’assenza, della dissoluzione, della distopia, della rovina al contrario per entrare nella dimensione di irreversibilità entropica di Robert Smithson. Perché questo titolo?»
Amy O'Neill: La combinazione di funzionale e simbolico è un principio operativo fondamentale nell'elaborazione della maggior parte del mio lavoro. Ciò è in parte il risultato delle influenze della zona dove sono cresciuta, la Pensilvania occidentale che ha una ricca tradizione rispetto al mescolare storie apparentemente differenti. Per esempio, la scuola superiore che ha frequentato mio padre ha il volto di John F.Kennedy innestato sulla mascotte, il capo indiano Monacatootha, in omaggio al presidente assassinato. Raccogliere storie della classe media americana e creare un paesaggio dove i ricordi si dispiegano è una forma di sperimentazione che conduco con molto piacere. Un po' come Victor Frankenstein, il personaggio di Mary Wollstonecraft Shelley, nel suo romanzo Frankenstein o il Prometheus moderno. Tra l'altro, ho anche un'affinità con le posizioni della Shelley come fautrice dell'idea Illuminista che la società potrebbe evolvere se i capi politici utilizzassero il loro potere in maniera responsabile; fedele comunque anche all'ideale romantico nel credere che un uso improprio del potere potrebbe devastare l'umanità. Infine, secondo un'altra definizione funzionale, la Dura-mater è quella che circonda e sostiene i seni durali che trasportano il sangue dal cervello al cuore. Una metafora adatta alle nostre complesse e poetiche posizioni di esseri umani».
Pinksummer: Cosa presenterai in questa mostra?
Amy O'Neill: Sulle pareti ci saranno due nuove serie di disegni e stampe basate sulle esperienze di guerra di mio padre e di mio nonno. Tutti eseguiti nel 2015, il primo gruppo, intitolato “Metered Mail”, è una serie di stampe litografiche e di disegni ispirati a un libretto di cartoline illustrate spedito da mio nonno a mia nonna durante l'addestramento ai tempi della seconda guerra mondiale, che è stato conservato da mia nonna per più di 60 anni. Le immagini sono scelte, tagliate e incollate con i francobolli dell'epoca, sulla base dei ricordi che ho dei rapporti con i miei nonni e delle storie che mi sono state raccontate a proposito del coraggio e della resistenza del nonno prigioniero di guerra. Lui personalmente non ha mai parlato della guerra o del tempo passato in un campo di lavoro dopo che fu catturato nel 1944.
Per la serie di immagini "Vietnam or the American War", ho avuto la fortuna di ricevere da mio padre delle foto che scattò mentre era in Vietnam e in licenza negli Stati Uniti nel 1969 circa. Anche questo gruppo incorpora francobolli pubblicati nello stesso anno in cui le foto sono state scattate, ma la giustapposizione è molto più intuitiva perché ci furono pochi riferimenti al Vietnam o supporto pubblico durante quel “conflitto”. Ho scelto di disegnare la maggior parte delle immagini in entrambe le serie con i segni dei timbri della posta obliterata, perché tutte sono datate 1943 o 1969 e le linee ondulate dei contrassegni postali ben rappresentano le onde della memoria. (eccetto per Telegraph che ha il suo proprio sistema di trasmissione integrato nel disegno).
Sul pavimento ci sarà Deconstructing 13 Stripes e Rectangle #8, una scultura progettata e cucita in riferimento alla geometria della bandiera degli Stati Uniti. Ispirato dall'idea dei Victory Gardens, piantati nelle residenze private e nei parchi pubblici degli Stati Uniti durante la Seconda Guerra Mondiale, la scultura è costruita con sacchi di patate (pane della vita) riciclati e riempiti di sabbia.
Infine, installata sospesa al muro sopra i disegni e aggettante nello spazio, c'è una serie di paraspruzzi da camion fatti di gomma di pneumatici riciclata. Questi paraspruzzi, sono stati incisi con il motivo del cretto di fango. Fungendo da surrogati di bandiere, questa serie prosegue la mia ricerca intorno alla descrizione di stati fossilizzati che si librano nel tempo e nello spazio.