IL PRINCIPE DEI SOGNI
Giuseppe negli arazzi medicei di Pontormo e Bronzino
a cura di Louis Godart
Palazzo Vecchio
piazza della Signoria - Firenze
16/9/215 - 15/2/2016
Tornano a ‘casa’ dopo oltre 100 anni i venti arazzi medicei raffiguranti le storie di Giuseppe Ebreo e realizzati dai più importanti artisti del Rinascimento. Pensati e commissionati per la Sala dei Duecento a Palazzo Vecchio da Cosimo I de Medici, furono espo sti per l’ultima volta tutti insieme in occasione dell’Unità d’Italia e smembrati negli anni successivi. Sottoposti a restauro, sono stati protagonisti di una mostra itinerante che ha fatto tappa a Roma e Milano e che adesso li riporta a Firenze, in es posizione da domani fino al 15 febbraio.
La serie di 20 arazzi raffiguranti le “Storie di Giuseppe Ebreo”, commissionati nel Cinquecento (Firenze 1545-1553) da Cosimo I de’ Medici, rappresenta una delle più alte testimonianze dell’artigianato e dell’arte rinasci mentale. Il prezioso nucleo, tessuto dai fiamminghi Jan Rost e Nicolas Karcher su cartoni realizzati da alcu ni dei più importanti ar tisti del Rinascimento - Agnolo Bronzino, Jacopo Ponto rmo e Francesco Salviati – è stato esposto per più di un secolo nella Sala dei Duecento di Palazzo Vecchio, per poi essere conservato nei depositi fino al secolo scorso quando è stato esposto al pubblico all’indomani del l’Unità d’Italia. Della serie completa sono oggi conservati a Firenze di eci pezzi mentre gli altri dieci sono stati portati a Roma, alla fine del secolo scorso ( 1882) per volere dei Savoia, per ornare i saloni del Quirinale. Nel 1983 gli arazzi furono definitivamente rimossi dalle pareti della Sala dei Duecento per essere sottoposti ad indagini sul loro stato di conservazione e per avviarne il restauro cominciato nel 1985.
Gli arazzi con le Storie di Giuseppe vennero commissionati da Cosimo I de’ Medici tra il 1545 e il 1553. I disegni preparatori furono affidati ai maggiori artisti del tempo, primo fra tutti Pontormo. Ma le prove predisposte da quest’ultimo non piacquero a Cosimo I, che decise di rivolgersi ad Agnolo Bronzino, allievo di Pontormo e già pittore di corte, a cui si deve parte dell’impianto narrativo della serie. Tessuti al la metà del XVI seco lo nella manifattura granducale, tra le prime istituite in Italia, furono realizzati dai maestri arazzieri fiamminghi Jan Rost e Nicolas Karcher sui cartoni forniti da Agnolo Bronzino, Jacopo Pontormo e Francesco Salviati. Sugli arazzi è rappresentata la storia di Giuseppe, figlio di Giacobbe, odiato dai fratelli perché pr ediletto dal padre. Cosimo de’ Medici nutriva una particolare predilezione per la figura di Giuseppe, nelle cu i fortune vedeva rispecchiate le alterne vicende dinastiche medic ee: Giuseppe, tradito e venduto come schiavo dai fratelli, fatto prigioniero in Egitto, riesce comunque, grazie alle sue rare doti inte llettuali, a sfuggire alle avversità, a perseguire una brilla nte carrier a politica e a raggiungere posizioni di potere. Abile parlatore, consigliere e interprete dei sogni del Faraone, mette in salvo un’intera popolazione dalla carestia e, infine, dà pr ova di clemenza e magnanimità, perdonando i fratelli che lo avevano tradito.
La mostra, dal titolo “Il Principe dei sogni. Giuseppe negli arazzi medicei di Pontormo e Bronzino”, dopo la prima tappa a Roma, al Palazzo del Quirinale e una seconda a Milano, a Palazzo Reale, in occasione di Expo2015, approda a Firenze, dove per la prima volta dopo 133 anni gli arazzi tornano tutti insieme, nel luogo per il quale erano stati ideati.
La mostra costituisce il coronamento dell’impegno che la città di Firenze ha profuso per rendere nuovamente fruibili queste opere d’arte. I dieci arazzi portati a Roma dai Savoia nel 1882 si affiancano nuovamente ai dieci arazzi “fiorentini” restituiti all’antica bellezza dall’Opificio delle Pietre Dure, con un lavoro di restauro durato 27 anni.
L’esposizione, a cura di Louis Godart, è promossa dalla Presidenza della Repubblica Italiana, dal Comune di Firenze e dal Comune di Mi lano in collaborazione con il Ministero dei Beni e delle Atti vità culturali e del Turismo, Expo 2015 e la Fondazione Bracco.
Giuseppe negli arazzi medicei di Pontormo e Bronzino
a cura di Louis Godart
Palazzo Vecchio
piazza della Signoria - Firenze
16/9/215 - 15/2/2016
Tornano a ‘casa’ dopo oltre 100 anni i venti arazzi medicei raffiguranti le storie di Giuseppe Ebreo e realizzati dai più importanti artisti del Rinascimento. Pensati e commissionati per la Sala dei Duecento a Palazzo Vecchio da Cosimo I de Medici, furono espo sti per l’ultima volta tutti insieme in occasione dell’Unità d’Italia e smembrati negli anni successivi. Sottoposti a restauro, sono stati protagonisti di una mostra itinerante che ha fatto tappa a Roma e Milano e che adesso li riporta a Firenze, in es posizione da domani fino al 15 febbraio.
La serie di 20 arazzi raffiguranti le “Storie di Giuseppe Ebreo”, commissionati nel Cinquecento (Firenze 1545-1553) da Cosimo I de’ Medici, rappresenta una delle più alte testimonianze dell’artigianato e dell’arte rinasci mentale. Il prezioso nucleo, tessuto dai fiamminghi Jan Rost e Nicolas Karcher su cartoni realizzati da alcu ni dei più importanti ar tisti del Rinascimento - Agnolo Bronzino, Jacopo Ponto rmo e Francesco Salviati – è stato esposto per più di un secolo nella Sala dei Duecento di Palazzo Vecchio, per poi essere conservato nei depositi fino al secolo scorso quando è stato esposto al pubblico all’indomani del l’Unità d’Italia. Della serie completa sono oggi conservati a Firenze di eci pezzi mentre gli altri dieci sono stati portati a Roma, alla fine del secolo scorso ( 1882) per volere dei Savoia, per ornare i saloni del Quirinale. Nel 1983 gli arazzi furono definitivamente rimossi dalle pareti della Sala dei Duecento per essere sottoposti ad indagini sul loro stato di conservazione e per avviarne il restauro cominciato nel 1985.
Gli arazzi con le Storie di Giuseppe vennero commissionati da Cosimo I de’ Medici tra il 1545 e il 1553. I disegni preparatori furono affidati ai maggiori artisti del tempo, primo fra tutti Pontormo. Ma le prove predisposte da quest’ultimo non piacquero a Cosimo I, che decise di rivolgersi ad Agnolo Bronzino, allievo di Pontormo e già pittore di corte, a cui si deve parte dell’impianto narrativo della serie. Tessuti al la metà del XVI seco lo nella manifattura granducale, tra le prime istituite in Italia, furono realizzati dai maestri arazzieri fiamminghi Jan Rost e Nicolas Karcher sui cartoni forniti da Agnolo Bronzino, Jacopo Pontormo e Francesco Salviati. Sugli arazzi è rappresentata la storia di Giuseppe, figlio di Giacobbe, odiato dai fratelli perché pr ediletto dal padre. Cosimo de’ Medici nutriva una particolare predilezione per la figura di Giuseppe, nelle cu i fortune vedeva rispecchiate le alterne vicende dinastiche medic ee: Giuseppe, tradito e venduto come schiavo dai fratelli, fatto prigioniero in Egitto, riesce comunque, grazie alle sue rare doti inte llettuali, a sfuggire alle avversità, a perseguire una brilla nte carrier a politica e a raggiungere posizioni di potere. Abile parlatore, consigliere e interprete dei sogni del Faraone, mette in salvo un’intera popolazione dalla carestia e, infine, dà pr ova di clemenza e magnanimità, perdonando i fratelli che lo avevano tradito.
La mostra, dal titolo “Il Principe dei sogni. Giuseppe negli arazzi medicei di Pontormo e Bronzino”, dopo la prima tappa a Roma, al Palazzo del Quirinale e una seconda a Milano, a Palazzo Reale, in occasione di Expo2015, approda a Firenze, dove per la prima volta dopo 133 anni gli arazzi tornano tutti insieme, nel luogo per il quale erano stati ideati.
La mostra costituisce il coronamento dell’impegno che la città di Firenze ha profuso per rendere nuovamente fruibili queste opere d’arte. I dieci arazzi portati a Roma dai Savoia nel 1882 si affiancano nuovamente ai dieci arazzi “fiorentini” restituiti all’antica bellezza dall’Opificio delle Pietre Dure, con un lavoro di restauro durato 27 anni.
L’esposizione, a cura di Louis Godart, è promossa dalla Presidenza della Repubblica Italiana, dal Comune di Firenze e dal Comune di Mi lano in collaborazione con il Ministero dei Beni e delle Atti vità culturali e del Turismo, Expo 2015 e la Fondazione Bracco.