LORENZO PENCO
Locanda degli Adorno
vico degli Adorno 50r - Genova
26/9/2015 - 30/11/2015
In mostra tele e carte recenti dell'artista, animatore dell'atelier di pittura di San Marcellino.
“I segni, le lettere, i frammenti, i campioni di materiali, organizzati, formano un universo” annotava Gastone Novelli in un testo (Pittura procedente da segni) pubblicato su Grammatica nel 1964. “Ogni universo – prosegue l’artista – è un possibile linguaggio e qui intendo “linguaggio magico” e non “linguaggio accademico” … il linguaggio magico elabora un sistema strutturato utilizzando residui e frammenti, ‘testimoni fossili della storia di un individuo o della società’ in modo del tutto astorico”.
È un simile universo, squisitamente individuale e però intellegibile a ciascuno, che Lorenzo Penco ricompone negli ultimi lavori, dove l’attenuata ma densa materia pittorica cela e disvela, mostra e cancella, ad un tempo, i frammenti delle sue scritture infantili, componendo – come ancora, in altra sede, ha scritto Novelli – quel “catalogo di cose perdute” di cui “ognuno ritrova un pezzo e lo appiccica al muro, costruendo un mondo che forse è possibile”.
Locanda degli Adorno
vico degli Adorno 50r - Genova
26/9/2015 - 30/11/2015
In mostra tele e carte recenti dell'artista, animatore dell'atelier di pittura di San Marcellino.
“I segni, le lettere, i frammenti, i campioni di materiali, organizzati, formano un universo” annotava Gastone Novelli in un testo (Pittura procedente da segni) pubblicato su Grammatica nel 1964. “Ogni universo – prosegue l’artista – è un possibile linguaggio e qui intendo “linguaggio magico” e non “linguaggio accademico” … il linguaggio magico elabora un sistema strutturato utilizzando residui e frammenti, ‘testimoni fossili della storia di un individuo o della società’ in modo del tutto astorico”.
È un simile universo, squisitamente individuale e però intellegibile a ciascuno, che Lorenzo Penco ricompone negli ultimi lavori, dove l’attenuata ma densa materia pittorica cela e disvela, mostra e cancella, ad un tempo, i frammenti delle sue scritture infantili, componendo – come ancora, in altra sede, ha scritto Novelli – quel “catalogo di cose perdute” di cui “ognuno ritrova un pezzo e lo appiccica al muro, costruendo un mondo che forse è possibile”.