GIOVANNI SOLIMINE
SENZA SAPERE
Il costo dell'ignoranza in Italia
Laterza, 30/4/2014
collana "Saggi tascabili Laterza"
“Se pensate che l’istruzione sia costosa, provate con l’ignoranza”: questa frase, pronunciata da Derek Bok quando era rettore di Harvard, sintetizza la necessità di investire nella conoscenza se si vuole evitare un inesorabile declino. L’Italia sembra non rendersene conto: tutte le statistiche ci ricordano il basso livello di competenze degli studenti e della popolazione adulta, lo scarso numero di laureati e diplomati che il nostro invecchiato e gracile sistema produttivo non è capace di assorbire, la debole partecipazione dei nostri concittadini alla vita culturale. Il volume discute i dati sulle competenze e le pratiche culturali degli italiani, confrontandoli con quelli internazionali; denuncia le conseguenze delle scelte sbagliate di cui da decenni i nostri governi si sono resi responsabili; sottolinea l’importanza di rilanciare l’istruzione come motore della mobilità sociale; presenta i nuovi scenari di rete, che possono rappresentare un’occasione di democratizzazione del sapere, ma anche il rischio di nuove discriminazioni e nuove povertà; analizza le trasformazioni in atto nella produzione, nella circolazione e nell’uso dei contenuti; ricorda la funzione essenziale del pubblico per garantire pari opportunità nell’accesso alla conoscenza. Nell’ultimo capitolo tratteggia le possibili strategie per sconfiggere lo spread che impedisce all’Italia di trasformarsi in una società e in un’economia knowledge-based.
SENZA SAPERE
Il costo dell'ignoranza in Italia
Laterza, 30/4/2014
collana "Saggi tascabili Laterza"
“Se pensate che l’istruzione sia costosa, provate con l’ignoranza”: questa frase, pronunciata da Derek Bok quando era rettore di Harvard, sintetizza la necessità di investire nella conoscenza se si vuole evitare un inesorabile declino. L’Italia sembra non rendersene conto: tutte le statistiche ci ricordano il basso livello di competenze degli studenti e della popolazione adulta, lo scarso numero di laureati e diplomati che il nostro invecchiato e gracile sistema produttivo non è capace di assorbire, la debole partecipazione dei nostri concittadini alla vita culturale. Il volume discute i dati sulle competenze e le pratiche culturali degli italiani, confrontandoli con quelli internazionali; denuncia le conseguenze delle scelte sbagliate di cui da decenni i nostri governi si sono resi responsabili; sottolinea l’importanza di rilanciare l’istruzione come motore della mobilità sociale; presenta i nuovi scenari di rete, che possono rappresentare un’occasione di democratizzazione del sapere, ma anche il rischio di nuove discriminazioni e nuove povertà; analizza le trasformazioni in atto nella produzione, nella circolazione e nell’uso dei contenuti; ricorda la funzione essenziale del pubblico per garantire pari opportunità nell’accesso alla conoscenza. Nell’ultimo capitolo tratteggia le possibili strategie per sconfiggere lo spread che impedisce all’Italia di trasformarsi in una società e in un’economia knowledge-based.