DADAMAINO
a cura di Flaminio Gualdoni
Tornabuoni Arte
Lungarno Benvenuto Cellini 3 – Firenze
dal 23/5/2014 al 23/7/2014
Dopo il grande successo di pubblico e stampa, avuto a Parigi, arriva nella sede di Firenze della galleria Tornabuoni Arte, da venerdì 23 maggio, un’importante retrospettiva dedicata all’artista Dadamaino, a cura di Flaminio Gualdoni. Oltre 40 opere, tra le più significative, ripercorrono la ricca e appassionante carriera dell’artista, approfondendo la sua personale ricerca che ha attraversato molti movimenti artistici differenti nati in Europa, a partire dalla fine degli anni ‘40.
“Dopo avere ritagliato le tele sino a lasciare solo quasi il telaio (1958) ho iniziato a razionalizzare il mio lavoro, creando un ordine, peraltro connaturato alle opere stesse. Ma sempre, trovato un metodo, l'ho sviscerato e scomposto per verificare delle possibilità più aperte che mi hanno portato a nuove ricerche. Ed infatti, il mio lavoro verte essenzialmente sulla ricerca”
Emilia Eduarda Maino, vero nome di Dadamaino (1930-2004), ha partecipato alla nascita del primo Manifesto Spazialista, redatto da Lucio Fontana nel 1948, dei Gruppi N e T in Italia, del Gruppo Zero in Germania, ma anche di Equipo 57 in Spagna, e prende parte anche al GRAV, Groupe de Recherche d’Art Visuel, in Francia e infine alla Nuova Tendenza a Zagabria, senza legarsi in particolare a nessuno di essi e mantenendosi libera di portare avanti una personale linea poetica. Si affianca ad artisti come Piero Manzoni e Enrico Castellani, aderendo al progetto intorno alla Galleria Azimut, fondato dallo stesso Manzoni. Con Getullio Alviani, Bruno Munari e Enzo Mari, è tra i fondatori di Nuova Tendenza. Impegnata in modo attivo all’interno dei movimenti politici emersi nel 1968, ha sempre difeso, come donna, la sua posizione artistica e civile.
Dopo una prima tappa nella galleria di Parigi tra ottobre del 2013 e gennaio del 2014, a Firenze la galleria Tornabuoni Arte espone una serie dei primi "Volumi", tele con fori ovoidali singoli o ripetuti che, già dal 1958, ne caratterizzano il debutto in seno all’avanguardia nuova e nei quali si percepisce l’influenza di Fontana. “…Si asportava totalmente la materia, al punto da rendere visibili anche parti della tela, per eliminarne ogni elemento materiale, per privarla di ogni retorica e ritornare cosi alla tabula rasa, alla purezza.”
In mostra sono presenti anche alcuni degli "Oggetti ottico-dinamici" e alcune delle numerose ricerche sui tempi e sui modi della percezione e sul colore. Magnifica è la sequenza di opere quali i "Moduli sfasati" degli anni Sessanta, il "Cromorilevo" (1974 -1975), gli "Interludio"(1981), le "Costellazioni" (delle 1982 e1984), "Passo dopo passo" e "Il movimento delle cose" (1990-1996). Altrettante serie e sequenze in cui Dadamaino fa della pazienza e della lentezza il suo soggetto. Un percorso che evidenzia la mutazione avvenuta all’interno del suo lavoro: dalla dimensione fisica delle primissime opere alla metafisica di quelle che sono venute dopo. Fatta di rigore e metodo condotti con mano leggera ma precisa, l’arte di Dadamaino sembra attraversare il suo tempo, e fare di questa traversata una esigenza, una necessità.
a cura di Flaminio Gualdoni
Tornabuoni Arte
Lungarno Benvenuto Cellini 3 – Firenze
dal 23/5/2014 al 23/7/2014
Dopo il grande successo di pubblico e stampa, avuto a Parigi, arriva nella sede di Firenze della galleria Tornabuoni Arte, da venerdì 23 maggio, un’importante retrospettiva dedicata all’artista Dadamaino, a cura di Flaminio Gualdoni. Oltre 40 opere, tra le più significative, ripercorrono la ricca e appassionante carriera dell’artista, approfondendo la sua personale ricerca che ha attraversato molti movimenti artistici differenti nati in Europa, a partire dalla fine degli anni ‘40.
“Dopo avere ritagliato le tele sino a lasciare solo quasi il telaio (1958) ho iniziato a razionalizzare il mio lavoro, creando un ordine, peraltro connaturato alle opere stesse. Ma sempre, trovato un metodo, l'ho sviscerato e scomposto per verificare delle possibilità più aperte che mi hanno portato a nuove ricerche. Ed infatti, il mio lavoro verte essenzialmente sulla ricerca”
Emilia Eduarda Maino, vero nome di Dadamaino (1930-2004), ha partecipato alla nascita del primo Manifesto Spazialista, redatto da Lucio Fontana nel 1948, dei Gruppi N e T in Italia, del Gruppo Zero in Germania, ma anche di Equipo 57 in Spagna, e prende parte anche al GRAV, Groupe de Recherche d’Art Visuel, in Francia e infine alla Nuova Tendenza a Zagabria, senza legarsi in particolare a nessuno di essi e mantenendosi libera di portare avanti una personale linea poetica. Si affianca ad artisti come Piero Manzoni e Enrico Castellani, aderendo al progetto intorno alla Galleria Azimut, fondato dallo stesso Manzoni. Con Getullio Alviani, Bruno Munari e Enzo Mari, è tra i fondatori di Nuova Tendenza. Impegnata in modo attivo all’interno dei movimenti politici emersi nel 1968, ha sempre difeso, come donna, la sua posizione artistica e civile.
Dopo una prima tappa nella galleria di Parigi tra ottobre del 2013 e gennaio del 2014, a Firenze la galleria Tornabuoni Arte espone una serie dei primi "Volumi", tele con fori ovoidali singoli o ripetuti che, già dal 1958, ne caratterizzano il debutto in seno all’avanguardia nuova e nei quali si percepisce l’influenza di Fontana. “…Si asportava totalmente la materia, al punto da rendere visibili anche parti della tela, per eliminarne ogni elemento materiale, per privarla di ogni retorica e ritornare cosi alla tabula rasa, alla purezza.”
In mostra sono presenti anche alcuni degli "Oggetti ottico-dinamici" e alcune delle numerose ricerche sui tempi e sui modi della percezione e sul colore. Magnifica è la sequenza di opere quali i "Moduli sfasati" degli anni Sessanta, il "Cromorilevo" (1974 -1975), gli "Interludio"(1981), le "Costellazioni" (delle 1982 e1984), "Passo dopo passo" e "Il movimento delle cose" (1990-1996). Altrettante serie e sequenze in cui Dadamaino fa della pazienza e della lentezza il suo soggetto. Un percorso che evidenzia la mutazione avvenuta all’interno del suo lavoro: dalla dimensione fisica delle primissime opere alla metafisica di quelle che sono venute dopo. Fatta di rigore e metodo condotti con mano leggera ma precisa, l’arte di Dadamaino sembra attraversare il suo tempo, e fare di questa traversata una esigenza, una necessità.
La mostra rimarrà aperta fino al 23 luglio 2014 dal lunedì al venerdì (9.00-13.00/15.30 -19.30); sabato (11.00-19.00).