ELEMIRE ZOLLA
UN'OPERA E UN PENSIERO VISTI DALL'ALTO, DA DENTRO E DA LONTANO IN UN'EPOCA IN TRANSITO
Palazzo Ducale - Sala del Munizioniere
piazza Matteotti 9 - Genova
mercoledì 11 dicembre 2013, ore 17,45
Intervengono con Grazia Marchianò, orientalista, Riccardo Bernardini, psicoterapeuta, Pier Paolo Dal Monte, medico chirurgo e saggista e la testimonianza di Angelica Palumbo . Modera Roberto Onofrio
Intervista a Grazia Marchianò
di Giuliano Galletta
(Il Secolo XIX, 10 dicembre 2013)
Dalla teoria critica della società alla linguistica indo-europea , dall’antropologia al misticismo, dalle letteratura comparate agli studi asiatici, dalla psicologia del profondo alle scienze cognitive.
La vastità degli orizzonti mentali di Elémire Zolla (1926-2002) ne fanno uno degli intellettuali italiani più originali e profondi. La straordinaria attualità della sua figura sarà al centro di un inontro che si terrà domani a Palazzo Ducale (sala del Munizioniere, ore 17,45), a definire i contorni del pensiero zolliano sarà Grazia Marchianò, che per l’occasione torma a Genova dove insegnò Estetica alla fine degli anni Settanta. Saggista, docente universitaria e compagna di Zolla per 25 anni, Marchianò sta curando per Marsilio l’edizione delle opere complete del filosofo. L’ultimo volume pubblicato è “Filosofia perenne e mente naturale”. Nel maggio del 2014 uscirà “Lo stupore infantile”, arricchito da una serie di inediti dedicati ai giochi dei bambini.
Zolla è stato una personalità anomala nella cultura italiana del Novecento?
"Non mi sento di concordare con la tesi dell’anomalia di Zolla e credo sia utile smentire la favola che lo vede come un eremita isolato a Montepulciano. Al contrario è stato un intellettuale militante negli anni Sessanta e Settanta ed era quindi parte integrante dell’intellighenzia del tempo, ha insegnato all’università di Genova e per trent’anni alla Sapienza.
Sono invece d’accordo sul fatto che si tratti di una figura del tutto a sé nel panorama italiano e anche internazionale. Zolla è stato un occidentale che ha pensato la filosofia e le religioni anche nei termini di un’esperienza interiore; diversamente da quegli intellettuali che si costruiscono un sistema che non corrisponde mai alla ricerca di una via di illuminazione come quella perseguita da Zolla. Nella mia conferenza cercherò di spiegare, soprattutto ai giovani, ai nuovi lettori di Zolla come, a dispetto della varietà dei temi trattati fosse coerente e organico".
E come potrebbe essere sintetizzato?
"Nell’impegno temerario di abbracciare in un unico sguardo, distaccato e a un tempo appassionato l’intreccio nella vicenda umana di dolore e “amore-alla-vita”, odio e compassione,sapienza e stupidità , vocazione al vertice e all’abisso. Nella sua apertura ecumenica la visione zolliana dell’esistenza invita ad afferrare e a fare nostro il nesso intrinseco e consolante tra mente e natura, umano e cosmico>.
Rispetto alle culture orientali quali erano le aree che lo interessavano maggiormente?
"Bisogna sapere che la voracità intellettuale di Zolla non ha avito confini, non si può quindi puntare l’attenzione soltanto sull’Asia, all’interesse per le tradizioni indiane o scintoiste o taoiste perhé nella prima parte della sua vita lui si è addentrato, in una maniera raramente raggiungibile, nella cultura europea, nelle letterature, nella tradizione cristiana, a quella ebraica. Certamente per un normale intellettuale occidentale occuparsi di Oriente può apparire qualcosa di eccezionale ma Zolla si considerava cittadino del mondo; desideroso di intraprendere tutte le vie della conoscenza senza privilegiarne nessuna. La sua era una mente “porosa” on una straordinaria capacità di assorbimento".
Che cos’è la Filosofia perenne?
"Quello della Filosofia perenne è un tema che è stato trattato dai pensatori tradizionalisti, nel XX secolo soprattutto Renè Guenon, ma Zolla è lontano da queste posizioni. Per lui la filosofia perenne è un fiume che attraversa il tempo, dalla preistoria ad oggi, dai graffiti alle religioni, alla filosofia. alla scienza, portando con sé sempre gli stessi problemi umani”.
In che modo il pensiero di Zolla si incrocia con le scienze cognitive?
"Io ho iniziato una riflessione sull’opera Zolla in senso ecologico. Devo dire che a lui la parola non piaceva ma secondo me va intesa in senso letterale, come oikos, ecumene, ovvero la casa della vita e non c’è un penatore che più di Zolla abbia messo in relazione natura e cultura, mente e natura e quindi anticipando quelli che sarebbero poi diventati i temi delle scienze cognitive, dell’epistemologia, del pensiero complesso. Ha così anticipato una delle linee fondamentali della ricerca interdisciplinare contemporanea".
UN'OPERA E UN PENSIERO VISTI DALL'ALTO, DA DENTRO E DA LONTANO IN UN'EPOCA IN TRANSITO
Palazzo Ducale - Sala del Munizioniere
piazza Matteotti 9 - Genova
mercoledì 11 dicembre 2013, ore 17,45
Intervengono con Grazia Marchianò, orientalista, Riccardo Bernardini, psicoterapeuta, Pier Paolo Dal Monte, medico chirurgo e saggista e la testimonianza di Angelica Palumbo . Modera Roberto Onofrio
Intervista a Grazia Marchianò
di Giuliano Galletta
(Il Secolo XIX, 10 dicembre 2013)
Dalla teoria critica della società alla linguistica indo-europea , dall’antropologia al misticismo, dalle letteratura comparate agli studi asiatici, dalla psicologia del profondo alle scienze cognitive.
La vastità degli orizzonti mentali di Elémire Zolla (1926-2002) ne fanno uno degli intellettuali italiani più originali e profondi. La straordinaria attualità della sua figura sarà al centro di un inontro che si terrà domani a Palazzo Ducale (sala del Munizioniere, ore 17,45), a definire i contorni del pensiero zolliano sarà Grazia Marchianò, che per l’occasione torma a Genova dove insegnò Estetica alla fine degli anni Settanta. Saggista, docente universitaria e compagna di Zolla per 25 anni, Marchianò sta curando per Marsilio l’edizione delle opere complete del filosofo. L’ultimo volume pubblicato è “Filosofia perenne e mente naturale”. Nel maggio del 2014 uscirà “Lo stupore infantile”, arricchito da una serie di inediti dedicati ai giochi dei bambini.
Zolla è stato una personalità anomala nella cultura italiana del Novecento?
"Non mi sento di concordare con la tesi dell’anomalia di Zolla e credo sia utile smentire la favola che lo vede come un eremita isolato a Montepulciano. Al contrario è stato un intellettuale militante negli anni Sessanta e Settanta ed era quindi parte integrante dell’intellighenzia del tempo, ha insegnato all’università di Genova e per trent’anni alla Sapienza.
Sono invece d’accordo sul fatto che si tratti di una figura del tutto a sé nel panorama italiano e anche internazionale. Zolla è stato un occidentale che ha pensato la filosofia e le religioni anche nei termini di un’esperienza interiore; diversamente da quegli intellettuali che si costruiscono un sistema che non corrisponde mai alla ricerca di una via di illuminazione come quella perseguita da Zolla. Nella mia conferenza cercherò di spiegare, soprattutto ai giovani, ai nuovi lettori di Zolla come, a dispetto della varietà dei temi trattati fosse coerente e organico".
E come potrebbe essere sintetizzato?
"Nell’impegno temerario di abbracciare in un unico sguardo, distaccato e a un tempo appassionato l’intreccio nella vicenda umana di dolore e “amore-alla-vita”, odio e compassione,sapienza e stupidità , vocazione al vertice e all’abisso. Nella sua apertura ecumenica la visione zolliana dell’esistenza invita ad afferrare e a fare nostro il nesso intrinseco e consolante tra mente e natura, umano e cosmico>.
Rispetto alle culture orientali quali erano le aree che lo interessavano maggiormente?
"Bisogna sapere che la voracità intellettuale di Zolla non ha avito confini, non si può quindi puntare l’attenzione soltanto sull’Asia, all’interesse per le tradizioni indiane o scintoiste o taoiste perhé nella prima parte della sua vita lui si è addentrato, in una maniera raramente raggiungibile, nella cultura europea, nelle letterature, nella tradizione cristiana, a quella ebraica. Certamente per un normale intellettuale occidentale occuparsi di Oriente può apparire qualcosa di eccezionale ma Zolla si considerava cittadino del mondo; desideroso di intraprendere tutte le vie della conoscenza senza privilegiarne nessuna. La sua era una mente “porosa” on una straordinaria capacità di assorbimento".
Che cos’è la Filosofia perenne?
"Quello della Filosofia perenne è un tema che è stato trattato dai pensatori tradizionalisti, nel XX secolo soprattutto Renè Guenon, ma Zolla è lontano da queste posizioni. Per lui la filosofia perenne è un fiume che attraversa il tempo, dalla preistoria ad oggi, dai graffiti alle religioni, alla filosofia. alla scienza, portando con sé sempre gli stessi problemi umani”.
In che modo il pensiero di Zolla si incrocia con le scienze cognitive?
"Io ho iniziato una riflessione sull’opera Zolla in senso ecologico. Devo dire che a lui la parola non piaceva ma secondo me va intesa in senso letterale, come oikos, ecumene, ovvero la casa della vita e non c’è un penatore che più di Zolla abbia messo in relazione natura e cultura, mente e natura e quindi anticipando quelli che sarebbero poi diventati i temi delle scienze cognitive, dell’epistemologia, del pensiero complesso. Ha così anticipato una delle linee fondamentali della ricerca interdisciplinare contemporanea".