venerdì 13 dicembre 2013

CHRISTIAN JANKOWSKI: MAGIC NUMBERS - FONDAZIONE DEL MONTE DI BOLOGNA E RAVENNA, BOLOGNA



CHRISTIAN JANKOWSKI
MAGIC NUMBERS
a cura di Gianfranco Maraniello e Maura Pozzati
Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna
via delle Donzelle 2 – Bologna
dal 14/12/2013 al 16/2/2014

La Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna è lieta di presentare dal 15 dicembre 2013 al 16 febbraio 2014 Magic Numbers, mostra di Christian Jankowski organizzata in collaborazione con il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna e curata da Gianfranco Maraniello e Maura Pozzati.
La mostra, che indaga il tema della magia nell’arte contemporanea e del suo ruolo nella società di oggi, nasce con l’intenzione di chiamare degli artisti di fama internazionale in città e di produrre un nuovo lavoro insieme a loro.
In Magic Numbers Christian Jankowski, che con i suoi lavori ci ha abituato ad acute e ironiche analisi sui rapporti tra arte e audience, realtà e rappresentazione, produzione commerciale e cultura “alta”, si interroga sulle possibili relazioni tra arte e magia, tema contemporaneamente esplorato al MAMbo, con l'ampia esposizione La Grande Magia. Opere scelte dalla Collezione UniCredit.
Il percorso di visita nella sede della Fondazione del Monte rende visibili quattro dei lavori più emblematici dell'artista tedesco - realizzati tra il 1996 e il 2002 - e culmina in Magic Numbers, video realizzato appositamente per l'esposizione bolognese, anche grazie al contributo di UniCredit.
Si inizia con l'accostamento di tre opere che coinvolgono operatori del magico e dell'arte contemporanea, in cui gli esseri umani vengono tramutati in animali: se l'arte è trasformazione e manipolazione, i confini con il magico e l'illusionistico si fanno sempre più labili.
In My Life as a Dove (1996) una serie di fotografie e un video raccontano la trasformazione di Jankowski in colomba da parte di un mago, durante l'inaugurazione di una mostra presso una galleria belga. In quell'occasione l'artista rimane all'interno di una gabbia, osservato, nutrito e fotografato dai visitatori che interagivano con lui. In Director Poodle (video e foto del 1998), l'artista convince il direttore di un museo a subire la mutazione in un animale di sua scelta: il risultato è un chiassoso barboncino bianco. In Flock (2002), il terzo lavoro (video più foto) della serie, l'assistente di David Copperfield trasforma l'intero pubblico di una mostra in un gregge di pecore.
Il percorso prosegue con la video-installazione Telemistica, prodotta per la Biennale di Venezia del 1999, curata da Harald Szeemann, che ha segnato il successo di Christian Jankowski a livello internazionale. L'artista dialoga qui con i linguaggi mediatici, quello televisivo in particolare, interrogandosi sugli stereotipi culturali e consumistici contemporanei. Per la realizzazione di Telemistica, Jankowski telefona ad alcuni cartomanti televisivi locali chiedendo loro di leggere le carte e fornire una previsione sull'esito del suo nuovo lavoro all'esposizione in Laguna. Le registrazioni di questa sorta di profezie autoavveranti (il successo era stato previsto e si è in seguito verificato) sono diventate l'opera d'arte stessa.
Sulla scia di questi progetti precedenti, in occasione della mostra alla Fondazione del Monte, Christian Jankowski realizza un nuovo video, incentrato sull'incontro fra due mondi: quello della magia e quello di un ente di origine bancaria, accostando maghi professionisti e rappresentanti della Fondazione. Lo scopo è stimolare una riflessione, ponendo in dialogo le pratiche di campi apparentemente lontani quali arte, economia e magia. Sei membri appartenenti alla Fondazione, con diversi livelli di responsabilità – Marco Cammelli (Presidente), Giuseppe Chili (Finacial Advisor), Maura Pozzati (Consigliere d’amministrazione con delega alla cultura), Adelfo Zaccanti (Executive Manager), Giorgia Agrimano (referente area erogazioni), Marco Emiliani (referente area amministrativa) – hanno interagito con quattro maghi – Gianni Loria, Andrea Baioni, Pino De Rose, Pier Paolo Geminiani con l'aggiunta di Domenico Lannutti che ha messo a disposizione la sua scatola magica - per creare i numeri di magia che compaiono nel video. I partecipanti sono stati inoltre intervistati dall'artista che li ha invitati a esprimere la propria opinione su ciò che la magia può mutuare dall'economia e viceversa, oltre che sull'esperienza appena vissuta.
Lavorando attraverso diversi mezzi – video, performance, fotografia, installazione – Christian Jankowski ci spinge a riflettere sulle dinamiche che governano la comunicazione visiva contemporanea, evidenziando le strategie illusorie e spesso addirittura manipolatorie messe in atto dai media. L'artista compie un'analisi approfondita dei meccanismi sociali, concentrandosi in particolare su quelli che regolano il sistema dell'arte: è in questo contesto che vengono inseriti elementi provenienti dall'immaginario popolare, dal reale e dal quotidiano.
La pratica artistica di Jankowski possiede una fondamentale dimensione cooperativa: le persone coinvolte - consapevoli o ignare, ma comunque “reclutate” dalla vita reale - partecipano al lavoro collaborando con l'artista per arrivare al risultato finale come fossero co-autori, che siano maghi, spettatori, cartomanti televisivi, operatori del mondo dell'arte, manager, passanti casuali. L’uscita di una pubblicazione dallo stesso titolo, Magic Numbers, è prevista per gennaio 2014, in concomitanza di ArteFiera e ART CITY: si tratta di un cofanetto di carte tarocchi pensato apposta dall’artista come catalogo magico della mostra.

Christian Jankowski è nato nel 1968 Göttingen e si è formato all'Accademia di Amburgo. Vive e lavora a Berlino.
Tra le sue principali mostre personali, a partire dalle più recenti: CCA Ujazdowski Castle, Varsavia (2013); MACRO, Roma (2012 e 2003); Lisson Gallery, Londra (2011, 2006, 2003); Akademie der Künste, Berlino (2010); Editionengalerie Helga Marie Klosterfelde (2010, 2008, 2004, 2002, 1998, 1996) Centre for Contemporary Art, Tel Aviv (2010); Public Art Found, New York (2009); Bawag Foundation, Vienna (2009); Kunstmuseum Stuttgart, Stoccarda (2008); Miami Art Museum, Miami (2007); Centre d'Art Santa Monica, Barcellona (2007 e 2003); Centro Galego de Arte Contemporanéa, Santiago de Compostela (2005); Galleria Giò Marconi, Milano (2005 e 2001); Museum für Gegenwartskunst, Basilea (2003); Art Sonje Center, Seoul (2003); Swiss Institute of Contemporary Art, New York (2001); Kölnischer Kunstverein (1999).
Tra le principali collettive: 48a Biennale di Venezia (1999); Whitney Biennial, New York (2002); Serpentine Gallery, Londra (2004); Triennale di Torino, Castello di Rivoli, Rivoli (2005); PS1 Contemporary Arts Center, New York (2005); 17th Biennal of Sydney, Sydney (2010); Taipei Biennial, Taipei (2010); Museum der Moderne Salzburg, Salisburgo (2011); Sala de Arte Publico Siqueiros, Messico (2012).