lunedì 1 luglio 2013

ELISEO MATTIACCI: DINAMICA VERTICALE - CENTRO ARTI VISIVE PESCHERIA, PESARO


ELISEO MATTIACCI
DINAMICA VERTICALE
a cura di Ludovico Pratesi
Centro Arti Visive Pescheria
corso XI settembre, 184 - Pesaro

Fondazione Pescheria-Centro Arti Visive è lieta di annunciare la mostra dell’artista marchigiano Eliseo Mattiacci (Cagli, 1940), con il quale ha inaugurato la sua attività espositiva nell’estate del 1996. Mattiacci torna in Pescheria dopo 17 anni, per tracciare con questo nuovo progetto espositivo i punti salienti del suo rapporto con la città di Pesaro, la sua atmosfera e i suoi monumenti più significativi.
La mostra, curata da Ludovico Pratesi, presenta nella ex chiesa del Suffragio l’opera Equilibri precari quasi impossibili del 1991, esposta in quell’anno al Museo di Capodimonte di Napoli. La scelta di quest’opera è suggerita sia dalla spazialità del luogo che la accoglie, che da un riferimento di Mattiacci alla Pala Pesaro di Giovanni Bellini. Senza saperlo, l’opera rinascimentale, conservata nei Musei Civici di Pesaro, era rimasta nella memoria dell’artista portandolo ad interpretare, in Equilibri precari quasi impossibili, il rapporto tra punto di fuga e cornice come una tensione tra forze ed energie opposte, tale da generare un senso di precarietà tra pieno e vuoto.
Per lo spazio del Loggiato, invece, l’artista ha pensato e realizzato appositamente un lavoro, come omaggio alla città di Pesaro, al porto e ai suoi cantieri, dove nel 1996 aveva installato l’opera Riflesso dell'ordine cosmico. “E’ un luogo che amo molto, mi stimola e mi mette in armonia con gli archetipi della natura” spiega l’artista.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale, contenente le immagini delle opere esposte, un testo di Ludovico Pratesi ed il testo Il Rischio del 1991 di Giuliano Briganti.

Nato a Cagli nel 1940, Eliseo Mattiacci si trasferisce a Roma del ’64. E’ stato partecipe del rinnovamento dell’arte contemporanea alla fine degli anni Sessanta. Nel 1967 Mattiacci esordisce con la prima mostra personale a Roma alla galleria La Tartaruga, presentando un tubo flessibile di 150 metri in ferro nichelato verniciato giallo “Agip” che modifica lo spazio e invita il pubblico a modificarlo. In quegli anni si sentiva la necessità di spazi reali per l’arte contemporanea, che permettessero maggiore libertà di azione. La galleria L’Attico-garage di Fabio Sargentini segna un punto di svolta: Mattiacci nel ’69 ci entra dentro con un compressore a schiacciare un percorso di terra pozzolana.
In occasione della biennale di Parigi del ’67, Pino Pascali presenta a Mattiacci il gallerista e mercante d’arte Alexandre Jolas: nasce così la possibilità di esporre il proprio lavoro fuori dall’Italia, a Parigi e New York.
Negli anni Ottanta la ricerca di Mattiacci volge ad opere di ispirazione cosmico-astronomica: sono di questi anni i lavori “Alta tensione astronomica” del 1984, installata a Monaco, ed il “Carro solare del Montefeltro”. Quest’ultima assieme ad altre opere è allestita nella sua sala personale alla Biennale di Venezia nel 1988. Il lavoro di Mattiacci si concentra su energie fisiche visibili e invisibili come l’attrazione magnetica di grandi calamite e l’idea di togliere peso ai materiali metallici pesanti in se’. Una mostra fortemente legata a questa ricerca è quella allestita all’interno dei Mercati di Traiano a Roma nel 2001. Tra i premi ricevuti, il primo premio della biennale Fujisankei Hokone Open Air Museum, a Tokyo nel 1995, ed il premio per la scultura Antonio Feltrinelli dell’Accademia dei Lincei, a Roma nel 2008.